De Luca,
l’uomo del Pd per la presidenza della Regione Campania, ha invitato gli
elettori a non votare certi ceffi presenti nelle liste civiche che
sostengono la sua candidatura. Si parla di nostalgici del Duce e di
professionisti del voto di scambio, alcuni in odore di camorra. Ieri il
vicesegretario nazionale del partito Guerini ha ribadito il concetto.
Dunque l’appello più surreale della storia suona più o meno così: «Cari
cittadini, vi saremo veramente grati se non darete il vostro voto alle
persone con cui ci siamo alleati».
Ma se sono talmente impresentabili da non meritare il nostro sì,
perché vi siete accordati con loro? E soprattutto, perché continuate a
restarci insieme anche adesso? Toccherebbe alla politica selezionare la
classe dirigente da sottoporre al giudizio del popolo. Troppo comodo
fare accordi con chiunque porti in dote pacchetti consistenti di voti e
poi chiedere agli elettori di rimettere le cose a posto, promuovendo i
buoni e bocciando i cattivi. Come se uno, invitando a cena il suo
migliore amico, gli dicesse: a tavola con noi ci saranno Barbablù, Al
Capone e il mostro di Firenze, però tu non rivolgere loro la parola,
anzi, ti autorizzo a cacciarli da casa mia. L’amico avrebbe buon gioco a
rispondere: ma se ti creano tanto imbarazzo, non faresti prima a non
invitarli più?
Rivolgo la stessa domanda a De Luca e
Guerini: se certi alleati vi creano tanto imbarazzo, non fareste prima a
non invitarli più, anziché chiedere agli elettori di cacciarli da casa
vostra?
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