Soprusi,
incompetenza, megalomania cui si può aggiungere un po’ d’arroganza e
tanta mistificazione: queste sono le componenti principali dell’agire
politico nel sistema italiano da parte di tutti suoi più importanti
protagonisti.
Basta scorrere le cronache più recenti per rendersene, drammaticamente conto dal punto di vista del cittadino comune.
La vicenda della bocciatura della legge Fornero sull’integrazione
pensionistica, ad esempio, è un concentrato – insieme- di incompetenza e
di sopruso.
Incompetenza perché per l’ennesima volta un governo, e nell’occasione
un governo di presunti tecnici ha varato una legge dichiarata
incostituzionale dalla Suprema Corte: un’abitudine per questo Paese che
ha visto, sotto quest’aspetto, perfino bocciata la legge elettorale.
Sopruso perché adesso, in nome dei diktat di Bruxelles e delle
esigenze di bilancio di un governo diverso da quello che varò il
provvedimento, s’intende negare una parte dei risarcimenti dovuti:
risarcimenti, sia ben chiaro, da elargire a soggetti che hanno
usufruito, nel corso del tempo, di meccanismi di privilegio nella
costruzione di ingiuste disuguaglianze rispetto ad altri nella stessa
condizione ma che adesso, vedendosi negato o dilazionato il
risarcimento, subiscono comunque un sopruso.
Incompetenza: tutta la vicenda legata al tema dell’immigrazione è
legata a un dato di incompetenza e impreparazione. Parlare di
“distruggere i barconi” è, insieme, incompetenza e arroganza. Dire che
gli immigrati, che non si sa nemmeno dove mettere e attraverso quali
risorse soddisfare i loro bisogni primari, possono “lavorare gratis per i
servizi socialmente utili” non è goffaggine ma incompetenza grave,
tanto più che questo tipo di dichiarazioni arrivano dai vertici di
Governo.
Pensare che “l’Istat dovrebbe concordare con il governo il tipo di
dichiarazioni da rendere al pubblico sui dati dell’economia nazionale” è
un sopruso, mentre è mistificazione cercare di rendere noto – rispetto
ai provvedimenti sul lavoro – elementi statistici che si collocano
all’esatto contrario della realtà.
Tutta la vicenda Expo, ben al di là del tema della contestazione, è
un insieme di sopruso e incompetenza, senza contare sfruttamento e
corruzione.
Una legge elettorale che regala 6.000.000 di voti a un partito per
ottenere una maggioranza assoluta fuori dalla volontà delle elettrici e
degli elettori rappresenta un sopruso per l’intera democrazia.
Una politica estera totalmente allineata a un neo-atlantismo di
ritorno del tutto anti-storico e permeata da una gran voglia di
protagonismo bellicista è, insieme, un fatto di incompetenza e di
sopruso della volontà degli elettori che hanno votato programmi diversi.
Questi sono elementi tratti dalla più stretta attualità, senza andare
a scavare nel tempo: nel G8, nelle manganellate agli operai,
nell’adozione del metodo Marchionne nel sistema di relazioni
industriali, nell’incuria e nel disastro del territorio, nei
provvedimenti che hanno causato un innegabile impoverimento generale.
Poi c’è la megalomania: si risparmia il pensiero verso le vecchie
“convention” di Forza Italia, roba da dilettanti rispetto al “Bella
l’Italia…” “Forte l’Italia….” nell’afflato nazionalista di palchi super
tecnologici per campagne elettorali ridotte davvero al solo apparire
senza che mai si dimostri l’essere.
Soprattutto però al capitolo megalomanie, c’è un dato da far
risaltare: Beppe Grillo che marcia con su la maglietta l’immagine del
lupo di Gubbio che segue San Francesco.
Un fin troppo evidente richiamo a se stesso che lascia senza parole e non merita commenti.
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