Matteo Renzi a Genova, durante il comizio per sostenere Raffaella
Paita candidata PD alla presidenza della Regione Liguria, ha agitato lo
spettro della “sinistra che perde”, della “sinistra sinistra” che, a
sentire lui, “vuole perdere e fare perdere” , della sinistra definita
“radicale ed estremista”. Nessuna parola invece sul commento di Saviano
che in un’intervista ha dichiarato che “in Campania Gomorra è nelle
liste del PD”, nessun commento sugli scajolani saliti sul carro della
Paita, nemmeno un cenno agli strani voti in odor di ‘ndrangheta e
soprattutto attento a non nominare Civati, ex rottamatore delle origini
ora uscito dal PD. Nessuna parola. Nessuna.
Era dai tempi di Berlusconi che i “comunisti cattivi” non venivano
evocati da un Presidente del Consiglio; se ci pensate nemmeno il
professor Monti ha mai avuto parole di spregio nonostante l’evidente
lontananza politica. E invece Renzi, senza accorgersene, rivitalizza
demonizzandola una sinistra che davvero avrebbe l’occasione di essere
radicale, lontana dalle liste di questo PD sempre più ambidestro e da un
approccio al lavoro e all’uguaglianza ben lontano dalla
sinistra-sinistra (come la definisce lui stesso).
Quindi viene da dire che l’occasione è vera, reale ed il
balbettamento del premier che ce lo dice. Sinistra-sinistra: hai
ragione, Matteo.
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