Un governo infame – insegnava
con l'esempio lo sceriffo di Nottingham – rapina sempre i più poveri.
Forse per stare all'altezza del precedente letterario il governo Renzi
ha deciso di azzerare il fondo per gli “esodati”.
Ricorderete il “regalo” fatto dalla Fornero a centinaia di migliaia
di lavoratori mandati in cassa integrazione o in mobilità (o con altre
forme ancora di ammortizzatori sociali): l'allungamento dell'età
pensionabile, in certi casi di alcuni anni, li aveva lasciati senza più
lavoro, senza ammortizzatori e anche senza pensione. Man mano che
scadevano gli ammortizzatori, infatti, di ritrovavano “troppo giovani”
per andare in pensione, ma “troppo vecchi” per trovare un lavoro.
I governi successivi dovettero metter
mano alla vicenda, accantonando fondi annuali per coprire in qualche
modo le necessità reddituali di gente che era stata letteralmente
truffata dallo Stato, nelle persone di Fornero e Monti. Qualche
centinaio di milioni l'anno che per l'anno in corso, però, sono
scomparsi.
Gli accantonamenti facevano riferimento a
delle “stime”, visto che nenanche l'Inps riusciva a stabilire – nel
caos di “riforme delle pensioni” che si modificavano l'un l'altra –
quanti “esodati” ci sarebbero stati in un ccerto anno. Quindi era
assolutamente logico che eventuali fondi in eccesso – ipotesi difficile,
ma pur sempre teoricamente possibile – tornassero alla contabilità
generale, a disposizione per altri scopi.
Ora, invece, è arrivata una “interpretazione” del ministero
dell'Economia che praticamente ferma l'applicazione della “settima
salvaguardia” per gli esodati. Le risorse non utilizzate sono così
tornate nelle casse dello Stato e non potranno essere più usate per
questo scopo. In questo modo vengono a mancare completamente sia i fondi
per gli esodati che si sono scoperti tali nel 2015, sia per la
cosiddetta “opzione donna” (la possibilità di andare volontariamente in
pensione con 35 anni di contributi e 57 di età, ma lasciano sul terreno
il 25-30% dell'assegno pensionistico, a causa dell'applicazione del
calcolo contributivo su tutta la carriera lavorativa).
L'interpretazione data dal Mef, oltretutto, è palesemente diversa da
quella fornita dal ministero del lavoro: per il primo le risorse non
utilizzate in certo anno diventano “economie” sulla spesa complessiva
dello Stato, mentre per il secondo i fondi non spesi dovrebbero poter
essere utilizzati negli anni successivi.
Di fatto, il governo ha scippato mezzo miliardo di euro ad esodati e
categorie di pensionandi che prima si sono visti privati del diritto
alla pensione dalla Fornero e poi sono stati esclusi dalle varie
salvaguardie
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