di Nando Mainardi
Vorrei sottolineare tre fatti che
hanno a che vedere con l’iniziativa politica del nostro partito. Il
primo è l’esito molto positivo della nostra campagna sul due per mille,
che ha portato più di 43.000 mila persone a scegliere Rifondazione
Comunista. Un dato che ci dice, tra le altre cose, del patrimonio di
relazioni che il nostro partito ha saputo costruire e mantenere in
questi anni, e che va ben al di là delle sole iscritte e dei soli
iscritti. Un risultato che abbiamo raggiunto testardamente: basti
pensare all’esclusione iniziale del Prc dall’elenco delle forze
politiche che potevano fruire di tale strumento, e alla battaglia che
abbiamo condotto e che ha portato alla riammissione del nostro partito.
Non abbiamo certo risolto i nostri pesanti problemi economici, ma
abbiamo fatto un passo in avanti. Il secondo fatto è il documento,
predisposto dalla segreteria nazionale e approvato sabato scorso dalla
Direzione Nazionale con due sole astensioni, che punta a dare
concretezza agli indirizzi assunti – qualche mese fa – dalla Conferenza
Nazionale di Organizzazione. Al centro vi sono ambiti e settori di
intervento quali il rapporto con i territori, il tesseramento, la
formazione, l’autofinanziamento, il radicamento sociale. Dopo anni di
resistenza, è possibile – anche su questo fronte – fare dei passi in
avanti: i segnali che arrivano sul tesseramento, in diversi
territori, sembrano incoraggianti. Il terzo fatto è la Festa nazionale,
che si terrà a Firenze da oggi a domenica prossima. Un appuntamento
importante, o meglio tanti appuntamenti importanti: dibattiti, seminari,
ed infine l’Assemblea nazionale dei segretari di circolo. Tre fatti che
hanno a che vedere con l’orgoglio di appartenere a Rifondazione
Comunista, ovvero la forza politica che in questi anni è passata
attraverso tante difficoltà per poter mantenere la barra sulla necessità
di un’alternativa alle politiche neo-liberiste e sul rifiuto dello
schema del centrosinistra. Il nostro percorso è molto diverso da come
viene rappresentato, talvolta, nel dibattito interno e sui social da
certe posizioni, che descrivono un partito diviso tra veri comunisti e
falsi comunisti, tra rivoluzionari e traditori, tra difensori del
partito e cospiratori per il suo superamento. Un conto sono la
discussione, le critiche e l’opposizione alla linea politica, il
pluralismo, le diversità. Queste sono il sale di un partito come il
nostro. Un altro conto è invece la trasformazione caricaturale della
nostra linea politica e delle scelte assunte. In questo caso siamo
all’autolesionismo. I tre piccoli grandi passi che ho ricordato dicono
di quale sia la nostra bussola e che il perseguimento di un processo che
unisca la sinistra italiana non è affatto in contraddizione né con il
rilancio del Prc né con l’orgoglio di stare da questa parte. Questi tre
piccoli grandi passi dovrebbero diventare un patrimonio comune di tutte
le compagne e di tutti compagni, indipendentemente dalla collocazione
interna o dalla mozione votata all’ultimo congresso. Sono sempre più
convinto che ci sia bisogno di Rifondazione Comunista perché c’è
bisogno di una politica che metta al centro i conflitti capitale-lavoro,
capitale-ambiente e capitale-vita nella direzione di un altro mondo
possibile. E che ci sia bisogno di Rifondazione Comunista per costruire
una sinistra larga che – qui e ora – possa rappresentare un’alternativa
per le tante e i tanti che si riconoscono nei valori della Costituzione e
non si riconoscono nelle politiche liberiste praticate in Italia e in
Europa. Anni fa parlavamo della necessità di abbinare radicalità ed
unità. Ecco da dove ripartiamo: dalla radicalità, perché il nostro
obiettivo di fondo deve essere dare concretezza alla nostra opposizione
al sistema capitalistico e lavorare per un ribaltamento di
prospettiva dei rapporti di forza, dopo decenni di restaurazione;
dall’unità, per fare un passo in avanti coinvolgendo le forze
organizzate, i singoli, le risorse e le energie che stanno a sinistra
per sconfiggere le politiche neo-liberiste e quell’ampio schieramento
trasversale che in questi anni le ha praticate combinando un disastro
sociale planetario. Radicali e unitari, con l’orgoglio di appartenere a
Rifondazione Comunista.
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