Comitati, associazioni, movimenti a confronto. Per la nostra terra, per il nostro mare, la democrazia. Domenica 4 ottobre – Ancona – Forte dei Pirati, via Scrima 13
Ci siamo lasciati per rivederci presto,
dopo il Festival a Trivelle Zero tenutosi a San Vito Chietino lo scorso
agosto a cui hanno partecipato molte realtà da 15 regioni.
Lo abbiamo fatto
constatando l’esigenza di un’assemblea che sia nazionale nel senso della
ricomposizione volontaria di forze protagoniste delle lotte
territoriali.
Partendo dalle movimentazioni che si stanno dando sulle questioni più specifiche delle trivellazioni e dello Sblocca Italia, ma declinandole anche in una ottica più allargata, sulla scorta passata e presente delle resistenze alle grandi opere, e nell’invito allargato a tutte quelle vertenze territoriali sparse e forse anche confinate nei limiti dei giardini precostituiti da altri.
Movimenti e questioni che a nostro avviso ci pare limitativo etichettare solo come “ambientalisti”, ma che interrogano simultaneamente l’esigenza di democrazia e partecipazione reali, di ripensamento delle forme del lavoro, di difesa delle strutture economiche e sociali legate e frutto delle esperienze territoriali.
E quindi No Ombrina e Trivelle Zero, insieme ai NO tav della Valsusa e a No Grandi Navi veneti, e il coordinamento comitati ambientalisti Lombardia, i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, V Forum Friuli, il Forum Acqua, i NoTRIV di Potenza, gli StopBiocidio, e tanti altri ancora…
Partendo dalle movimentazioni che si stanno dando sulle questioni più specifiche delle trivellazioni e dello Sblocca Italia, ma declinandole anche in una ottica più allargata, sulla scorta passata e presente delle resistenze alle grandi opere, e nell’invito allargato a tutte quelle vertenze territoriali sparse e forse anche confinate nei limiti dei giardini precostituiti da altri.
Movimenti e questioni che a nostro avviso ci pare limitativo etichettare solo come “ambientalisti”, ma che interrogano simultaneamente l’esigenza di democrazia e partecipazione reali, di ripensamento delle forme del lavoro, di difesa delle strutture economiche e sociali legate e frutto delle esperienze territoriali.
E quindi No Ombrina e Trivelle Zero, insieme ai NO tav della Valsusa e a No Grandi Navi veneti, e il coordinamento comitati ambientalisti Lombardia, i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, V Forum Friuli, il Forum Acqua, i NoTRIV di Potenza, gli StopBiocidio, e tanti altri ancora…
Fedeli quindi a questa atipicità che
spinge a liberarci da facili etichettature proponiamo di iniziare a
pensare e praticare uno scenario nazionale che sia da subito connessione
anche con altre lotte: Lavoro, scuola, beni comuni, privatizzazioni…
Nel generalizzarsi delle politiche di “devastazione e saccheggio”,
dallo Sblocca Italia alla Buona Scuola, al Jobs Act alle riforme
costituzionali, non ci si può perdere in discussioni che attentano alla
stessa coesione dei movimenti. Le strade per resistere sono tante e
possono essere sperimentate e praticate tutte, è importante però che si
creino i tempi e le condizioni giuste affinché tutte le azioni che
mettiamo in campo siano efficaci e in sincronia tra loro.
Si dibatte sulla questione del
referendum. Emergono da più parti perplessità poiché si sottovaluta un
aspetto fondamentale, quello del quorum. Non dimentichiamo il risultato
positivo del referendum sull’acqua, che molti di noi hanno vissuto in
prima persona, che continua ancor oggi a essere oggetto di numerosi
attacchi e proprio per questo non si è dispiegato in tutta la sua
efficacia originaria. Il referendum non può essere inteso come momento
meramente informativo, piuttosto sarebbe meglio agire nei territori per
prepararli a livello sociale e culturale per poter poi eventualmente
pensare anche ad iniziative di questo tipo. E in questo senso, per avere
successo in iniziative referendarie e per dare loro un significato più
ampio di generale opposizione all’ideologia liberista su cui si fondano
gli atti del Governo, è fondamentale allargare la questione anche alla
“Buona scuola” e al “Jobs act”. In ogni caso una vittoria referendaria
può ottenere formalmente il cambiamento di una legge, che può però
rischiare di rimanere anche lettera morta o momento di resistenza
simbolico e non di costruzione di modelli alternativi, in assenza di una
continua e generalizzata movimentazione sociale anche a posteriori.
Anche perchè siamo di fronte ad una deriva autoritaria delle politiche
di Governo, che stanno completamente ignorando il volere e il dissenso
diffuso in tantissimi territori, dalle province alle metropoli. Nelle
decisioni di Governo emerge addirittura una totale esclusione anche di
quelle regioni che avevano posto delle questioni a livello nazionale.
Le questioni della deriva
petrolifera, delle grandi opere e in generale dei processi devastanti
attivati e/o esacerbati dallo Sblocca Italia, come ad esempio la
questione degli inceneritori promossi con l’Art.35 del decreto, hanno
ormai una dimensione che tocca quasi tutte le regioni.
Dobbiamo ribaltare questa
situazione, valorizzare le ricchezze di quanto si produce nei territori e
non lasciarle isolate e se stesse , schiacciate dalle proprie vertenze
territoriali.
Dobbiamo avanzare e costituire, non tanto o non solo coordinamenti, ma anche e soprattutto campagne.
C’è urgenza di forte concretezza e dell’assunzione di consapevolezza che se non lo facciamo noi, nessun altro lo farà.
Coordinamento No Ombrina
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