Via libera al decreto sul federalismo demaniale con l’accordo tra governo e IDV. Si tratta di uno dei primi tasselli verso l'introduzione della riforma in senso federalista dell'ordinamento italiano. Nel corso di una conferenza stampa comune tra Antonio Di Pietro e il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli è stato spiegato il raggiungimento del «punto d'incontro». «L'Idv si assume la responsabilità delle proprie decisioni e dice sì al termine di un lavoro condotto senza contrapposizioni preconcette» ha detto l'ex Pm di “mani pulite”. Il Pd si astiene mentre Verdi e Federazione della Sinistra, fortissimamente contrari, parlano di un regalo agli speculatori.
Il provvedimento, che si inserisce nella più complessiva riforma di stampo federalista, con tutta probabilità sarà varato definitivamente nel Cdm di domani e prevede il trasferimento dei beni demaniali dello Stato, ad eccezione di quelli della presidenza della Repubblica, alle Regioni, alle provincie e ai Comuni.
Si tratta di monumenti, caserme in disuso ma anche laghi, fiumi, spiagge e altro ancora che saranno gestiti non più dall'amministrazione centrale ma dagli Enti locali i quali potranno avviare piani di valorizzazione e vendita. Inoltre su questi beni potranno essere poste anche modificazioni alle norme urbanistiche. Il tutto giustificato dalla necessità di ripianare il debito pubblico.
Il resto del centrosinistra, a cominciare dal Partito democratico che ha scelto in commissione bicamerale la strada dell'astensione, non condivide la posizione di DI PIETRO.
Davide Zoggia, responsabile Enti locali del PD racconta che "il Pd ha lavorato per migliorare il federalismo demaniale ma, purtroppo, la proposta della maggioranza è assolutamente inadeguata, non tiene conto né della crisi e, quindi, del risanamento dei conti, né degli enti locali, ai quali non da l'effettiva possibilità di governare. E' dunque un decreto del tutto inadeguato e, soprattutto, non è collocato in un quadro complessivo e coerente.
Molto più duri i partiti della sinistra "extraparlamentare". A cominciare dai Verdi del presidente Angelo Bonelli, che ha attaccato Di Pietro per la scelta di appoggiare il provvedimento, che considera solo il primo passaggio verso processi di speculazione e cementificazione selvaggi: "Quello che non deve e non può sfuggire agli italiani e di cui Di Pietro è consapevole, è che grazie al federalismo demaniale i beni che verranno venduti otterranno (contestualmente alla delibera di alienazione, secondo quanto previsto dal federalismo demaniale) la variante urbanistica. Per cui i terreni agricoli (circa 1 milione di ettari) saranno venduti a prezzo agricolo e poi si potrà cementificare: i conti correnti dei grandi costruttori saranno centuplicati da un'incredibile speculazione economica mentre assisteremo alla cementificazione di decine di migliaia di ettari agricoli".
Il presidente dei Verdi ha spiegato nel dettaglio: "Il Federalismo demaniale non è nient'altro che una mega svendita dei beni di stato consentendo una speculazione senza precedenti. I comuni, infatti nell'80% dei casi saranno costretti alla vendita non solo per ripianare il debito, come espressamente previsto dal ministro Calderoli, ma anche perché i deficit di comuni, province e regioni non consentono di sostenere i costi di manutenzione e gestione dei beni. Le sorgenti di acqua minerale e termale potranno essere trasferite ed essere messe nel patrimonio disponibile e sottoposti a piano di alienazione, ovvero venduti, in barba alla battaglia contro la privatizzazione dell'acqua - spiega il leader ecologista -. Le spiagge continueranno a far del patrimonio indisponibile dello Stato e quindi non potranno essere vendute ma potranno essere sottoposte a processi di valorizzazione: ma il divieto di vendita sarà però surrettiziamente superato perché potranno essere fatti canoni per 99 anni come già chiesto da Confindustria".Sulla stessa linea Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: "Il Federalismo demaniale che il governo sta varando in realtà apre la strada alla privatizzazione dei beni pubblici, dalle spiagge in avanti. Si tratta di una misura molto negativa ed è gravissima la posizione dell'Italia dei Valori che regge il moccolo al governo su questo tema". Ferrero sostiene che "sul Federalismo si sta facendo una enorme opera di mistificazione perché viene presentata come il toccasana di tutte le questioni mentre significa semplicemente un taglio della spesa sociale e un aumento delle privatizzazioni. L'esatto contrario di cosa servirebbe per uscire dalla crisi e l'esatto opposto all'obiettivo della campagna referendaria per l'acqua pubblica".
Il provvedimento, che si inserisce nella più complessiva riforma di stampo federalista, con tutta probabilità sarà varato definitivamente nel Cdm di domani e prevede il trasferimento dei beni demaniali dello Stato, ad eccezione di quelli della presidenza della Repubblica, alle Regioni, alle provincie e ai Comuni.
Si tratta di monumenti, caserme in disuso ma anche laghi, fiumi, spiagge e altro ancora che saranno gestiti non più dall'amministrazione centrale ma dagli Enti locali i quali potranno avviare piani di valorizzazione e vendita. Inoltre su questi beni potranno essere poste anche modificazioni alle norme urbanistiche. Il tutto giustificato dalla necessità di ripianare il debito pubblico.
Il resto del centrosinistra, a cominciare dal Partito democratico che ha scelto in commissione bicamerale la strada dell'astensione, non condivide la posizione di DI PIETRO.
Davide Zoggia, responsabile Enti locali del PD racconta che "il Pd ha lavorato per migliorare il federalismo demaniale ma, purtroppo, la proposta della maggioranza è assolutamente inadeguata, non tiene conto né della crisi e, quindi, del risanamento dei conti, né degli enti locali, ai quali non da l'effettiva possibilità di governare. E' dunque un decreto del tutto inadeguato e, soprattutto, non è collocato in un quadro complessivo e coerente.
Molto più duri i partiti della sinistra "extraparlamentare". A cominciare dai Verdi del presidente Angelo Bonelli, che ha attaccato Di Pietro per la scelta di appoggiare il provvedimento, che considera solo il primo passaggio verso processi di speculazione e cementificazione selvaggi: "Quello che non deve e non può sfuggire agli italiani e di cui Di Pietro è consapevole, è che grazie al federalismo demaniale i beni che verranno venduti otterranno (contestualmente alla delibera di alienazione, secondo quanto previsto dal federalismo demaniale) la variante urbanistica. Per cui i terreni agricoli (circa 1 milione di ettari) saranno venduti a prezzo agricolo e poi si potrà cementificare: i conti correnti dei grandi costruttori saranno centuplicati da un'incredibile speculazione economica mentre assisteremo alla cementificazione di decine di migliaia di ettari agricoli".
Il presidente dei Verdi ha spiegato nel dettaglio: "Il Federalismo demaniale non è nient'altro che una mega svendita dei beni di stato consentendo una speculazione senza precedenti. I comuni, infatti nell'80% dei casi saranno costretti alla vendita non solo per ripianare il debito, come espressamente previsto dal ministro Calderoli, ma anche perché i deficit di comuni, province e regioni non consentono di sostenere i costi di manutenzione e gestione dei beni. Le sorgenti di acqua minerale e termale potranno essere trasferite ed essere messe nel patrimonio disponibile e sottoposti a piano di alienazione, ovvero venduti, in barba alla battaglia contro la privatizzazione dell'acqua - spiega il leader ecologista -. Le spiagge continueranno a far del patrimonio indisponibile dello Stato e quindi non potranno essere vendute ma potranno essere sottoposte a processi di valorizzazione: ma il divieto di vendita sarà però surrettiziamente superato perché potranno essere fatti canoni per 99 anni come già chiesto da Confindustria".Sulla stessa linea Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: "Il Federalismo demaniale che il governo sta varando in realtà apre la strada alla privatizzazione dei beni pubblici, dalle spiagge in avanti. Si tratta di una misura molto negativa ed è gravissima la posizione dell'Italia dei Valori che regge il moccolo al governo su questo tema". Ferrero sostiene che "sul Federalismo si sta facendo una enorme opera di mistificazione perché viene presentata come il toccasana di tutte le questioni mentre significa semplicemente un taglio della spesa sociale e un aumento delle privatizzazioni. L'esatto contrario di cosa servirebbe per uscire dalla crisi e l'esatto opposto all'obiettivo della campagna referendaria per l'acqua pubblica".
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