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il potere all'Europa e alla BCE, riformare l'Europa con ancora più
Europa come se quello che ha combinato finora l'Europa siano solo
bazzeccole. L'appello dei 100 "disperati" (come altro possiamo
definirli?) pubblicato oggi dal "il Sole 24 ore", che prova a delineare
una possibile riforma dell'Europa contro la deriva nazionalista, è
ancora peggio del pericolo che vorrebbero scongiurare. Se in Europa il
nazionalismo populista cresce la colpa è anche dei firmatari di questo
appello, che in questi decenni hanno massacrato il sogno dell'Europa
sociale in nome degli indici euroliberisti. Unico ministro del tesoro
europeo, unico sistema fiscale con forte disciplina verso gli stati, ed
ancora più potere alla BCE per ricapitalizzare le banche (si chiama così
il giochetto con il quale con i soldi pubblici si salvano le banche
private). La 'carica dei 100' sembra avvenire in una sorta di
laboratorio sociale asettico che non tiene conto di cosa siano i
rapporti di forza in Europa. La Germania o l'Olanda non prenderanno mai
in considerazione, come viene detto nel testo, di spendere altri soldi
per salvare altri stati (attraverso l'emissione di titoli da parte della
BCE). Questo per un semplice motivo: perchè la leva del debito è uno
strumento perfetto per formalizzare ed approfondire una gerarchia già
esistente tra economie centrali e periferiche europee. A questo gioco
tra euroliberisti tecnocrati contro europopulisti è bene non cadere,
perchè entrambi hanno una dimensione di classe all'interno della quale
la variabile del lavoro è piegata per attrarre capitali ed investimenti.
Solo un movimento transnazionale, che si muove nello spazio politico
europeo e che assume come elemento centrale l'intreccio tra diritti del
lavoro con la democrazia e la difesa dei beni comuni può delineare una
risposta per uscire dalla crisi cambiando radicalmente il sistema che la
produce. Questo a partire dalla rottura del patto di stabilità e dal
non pagamento del debito, dal controllo democratico delle scelte della
BCE, dall'intervento della programmazione pubblica in economia, dalla
redistribuzione della ricchezza. La riproposizione di una ricetta che
assume all'interno del vincolo di bilancio il tema del rigore dei conti
con la crescita è una sciocchezza per un semplice motivo: il rigore e le
ricette dell'austerity sono utilizzate in Europa per gerarchizzare e
disciplinare alle richieste della competitività il mondo del lavoro. La
crisi ha una dimensione costituente, ha dei mandanti e degli esecutori
con nome e cognome. Molti di questi sono i firmatari di questo appello.
Questo mix di firme di euroliberisti, che in ITalia mette insieme
D'alema, Baldassarre e la Marcegaglia, è il segno della crisi che sta
vivendo un sistema oramai arrivato al termine. Non serve riformare
l'Europa, serve cambiarla da cima a fondo.
Di seguito il testo dell'appello:
"La crisi dell'euro richiede una soluzione, subito. Le attuali misure, insufficienti e tardive, condizionano negativamente la situazione finanziaria globale. L'euro non è certo perfetto, come ci ha mostrato questa crisi. Ma la soluzione consiste nel correggerlo piuttosto che nel permettergli di minacciare e forse distruggere il sistema finanziario globale.
Di seguito il testo dell'appello:
"La crisi dell'euro richiede una soluzione, subito. Le attuali misure, insufficienti e tardive, condizionano negativamente la situazione finanziaria globale. L'euro non è certo perfetto, come ci ha mostrato questa crisi. Ma la soluzione consiste nel correggerlo piuttosto che nel permettergli di minacciare e forse distruggere il sistema finanziario globale.
Noi, preoccupati per il futuro della nostra Europa, facciamo appello
ai governi dell'Eurozona affinché raggiungano un consenso sulla
necessità di un accordo giuridicamente vincolante che: 1) stabilisca una
tesoreria unica che raccolga fondi per l'Eurozona nel suo complesso e
garantisca che gli stati membri aderiscano alla disciplina fiscale; 2)
rafforzi la supervisione e regolamentazione finanziaria comune e crei un
sistema centralizzato di tutela dei depositi all'interno dell'Eurozona;
3) sviluppi una strategia che produca sia convergenza economica che
crescita, dato che il problema del debito non si può risolvere senza
crescita.
Fino a quando non verrà negoziato e ratificato un accordo
giuridicamente vincolante, i governi dell'Eurozona dovranno dare mandato
al Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF) e alla Banca
centrale europea (BCE) per cooperare al fine di riportare la crisi sotto
controllo. Tali istituzioni potrebbero garantire ed, infine,
ricapitalizzare il sistema bancario e permettere ai paesi in difficoltà
di rifinanziare il proprio debito, entro limiti prestabiliti, emettendo
buoni del tesoro che possono essere ceduti a risconto alla BCE, di fatto
senza costi.
Facciamo appello ai Parlamenti dei paesi dell'Eurozona affinché
riconoscano che l'euro richiede una soluzione europea. La ricerca di
soluzioni a livello nazionale può solo portare alla dissoluzione".
Tra i cento firmatari di questa lettera aperta ci sono:
Martti Ahtisaari (Finlandia), Emma Bonino, Bertrand Collomb (Francia), Jean-Luc Dehaene (Belgio), Hans Eichel (Germania), Joschka Fischer (Germania), Alfred Gusenbauer (Austria), Bernard Kouchner (Francia), Emma Marcegaglia (Italia), Tadeusz Mazowiecki (Polonia), Ana Palacio (Spagna), Javier Solana (Spagna), Pedro Solbes (Spagna), Guy Verhofstadt (Belgio), Vaira Vike-Freiberga (Lettonia), Antonio Vitorino (Portogallo).
Tra i firmatari ci sono anche gli altri italiani Mario Baldassarri, Massimo D'Alema, Gianfranco Dell'Alba, Fiorella Kostoris, Giuseppe Scognamiglio.
(nella foto Emma Marcegaglia e Massimo D'Alema diverso tempo fa)
Martti Ahtisaari (Finlandia), Emma Bonino, Bertrand Collomb (Francia), Jean-Luc Dehaene (Belgio), Hans Eichel (Germania), Joschka Fischer (Germania), Alfred Gusenbauer (Austria), Bernard Kouchner (Francia), Emma Marcegaglia (Italia), Tadeusz Mazowiecki (Polonia), Ana Palacio (Spagna), Javier Solana (Spagna), Pedro Solbes (Spagna), Guy Verhofstadt (Belgio), Vaira Vike-Freiberga (Lettonia), Antonio Vitorino (Portogallo).
Tra i firmatari ci sono anche gli altri italiani Mario Baldassarri, Massimo D'Alema, Gianfranco Dell'Alba, Fiorella Kostoris, Giuseppe Scognamiglio.
(nella foto Emma Marcegaglia e Massimo D'Alema diverso tempo fa)
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