La manifestazione del 15 ottobre prossimo a Roma segna l'inizio di
un fondamentale percorso di lotte sociali e politiche a carattere
continentale. Una manifestazione europea, convocata dagli indignados
spagnoli, che finalmente esce dai confini nazionali per indicare
un'alternativa al massacro sociale in atto in tutta Europa e determinato
dalla fase di ristrutturazione internazionale del neoliberismo
finanziario e speculativo.
Lo spettro di un debito pubblico
accumulatosi in maniera del tutto illecita e che la BCE, le banche e i
Governi centrali agitano per giustificare la prosecuzione avida e
ostinata di privatizzazioni, compressione dei diritti dei lavoratori,
tagli e svendita del patrimonio pubblico a tutto vantaggio della
speculazione, è in realtà una montatura che va smascherata senza
indugi. Il popolo quel debito non lo ha mai contratto, non lo deve a
nessuno. Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario
Internazionale sono invece i mandanti veri delle manovre economiche
antipopolari e antidemocratiche promosse dai governanti europei. Ai
popoli d'Europa spetterebbe dunque il peso di pagare una crisi
economica e sociale generata dalla speculazione finanziaria
neoliberista. Su questo quadro il nostro governo si è caratterizzato
per essere il più classista d'Europa attraverso tagli drammatici agli
Enti locali e ai servizi pubblici in barba all'esito referendario di
giugno, attraverso nuove privatizzazioni, attraverso la manomissione
dello Statuto dei Lavoratori. Il governo italiano niente ha fatto e
niente farà contro l'evasione fiscale, contro i privilegi di
parlamentari e autorità ecclesiastiche, contro gli immensi patrimoni
parassitari accumulatisi grazie alla speculazione.
Nello stesso
tempo pensiamo che però in Europa stia crescendo la consapevolezza
dell'ingiustizia e dell'inadeguatezza del sistema, dagli indignados
spagnoli, ai lavoratori greci che hanno messo in atto forme di protesta
non meno estreme delle condizioni in cui il Governo vorrebbe
costringerli, alle rivolte del movimento studentesco a Londra. In
Italia si tratta di dar seguito alle rivendicazioni espresse dalla Val
Susa a Pomigliano, dai tetti occupati nelle facoltà Italiane a
Mirafiori, dalla battaglie delle donne a quella dei migranti di Nardò.
Esattamente
come nella nostra regione la riuscita dello sciopero generale della
Cgil, la ripresa delle mobilitazioni a difesa della scuola pubblica e
di stato, le lotte degli studenti, le tante vertenze industriali in
corso indicano chiaramente la possibilità della ripresa della
conflittualità sociale.
Per questo crediamo che le forze
democratiche e progressiste della nostra regione possano dare un forte
contributo alla mobilitazione che si svolgerà a Roma il 15 ottobre in
contemporanea con le principali capitali dell’area Euromediterranea.
Costruiamo insieme la partecipazione più larga alla manifestazione.
Noi
lo stiamo facendo anche con la nostra iniziativa di raccolte firma
per l'introduzione della patrimoniale portando nelle piazze e nei
luoghi di lavoro gli obietivi della mobilitazione del 15 ottobre.
Questo è il nostro impegno, questa è la nostra proposta per
intrecciare le lotte per i diritti, il lavoro, la giustizia sociale, i
beni comuni, la democrazia. Per l'alternativa.
Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
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