L'Europa ha approvato il SIX PACK che prevede finanziarie durissime pena
sanzioni automatiche ai governi. L'accordo tra padroni e sindacati che
mette tutti buoni e silenti è già firmato dal 28 di giugno, lubrificato -
così ha detto la Marcegaglia oggi - dall'art 8 della finanziaria che
macella i diritti sociali dei lavoratori. C'è anche la benedizione del
cardinal Bagnasco che dopo aver preso a destra e a manca salta sulla
scialuppa di salvataggio quando il governo affonda. C'è poi puntuale
come un'agenzia di rating, la pubblicazione della lettera della BCE che
prescrive con novizia di particolari come proseguire con l'austerity
facendo capire che la democrazia ed il capitalismo sono oramai due rette
parallele che vanno in direzione opposta. Insomma, occorre solo mettere
la palla in buca. Lo scontro aperto è per chi guiderà la transizione e
il tutto si gioca nel rapporto con Confindustria.
In questi giorni il
nuovo ulivo ha dato segnali responsabili ai padroni di casa nostra
candidandosi alla successione di Berlusconi. Lo slogan pare che già ci
sia, rigore e crescita. Due parole inconciliabili dato che la prima
produce recessione, ma tranquilli un po di promesse con gli Eurobond e
passa tutto.
In questa settimana di cose ne sono successe parecchie,
nell'oscurità bipolare dei media L'Italia dei Valori ha votato il six
pack in Europa e si è assicurata il consenso dei poteri forti
euroliberisti facendo diventare legge la macelleria sociale. Il PD si
dimostra responsabile e Bersani si dice disponibile ad incontrare la
Marcegaglia per discutere i punti del manifesto di Confindustria.
Veltroni addirittura ha lanciato un Governo tecnico con Ciampi che
riscuoterebbe fiducia nei mercati. I
n questo marasma spicca
l'evoluzione 2.0 di SEL. "Sinistra Ecologia Mortadella" ieri ha
iniziato a muovere i suoi primi passi a Bologna con VEndola in asse con i
prodiani, la nuova narrazione è che andando al governo in Italia
l'Europa cambierà. Auguri. Sempre oggi Romano Prodi ritorna al centro
dello scenario politico annunciando il nuovo referendum che rafforza il
bipolarismo ed il sistema maggioritario. Milioni di firme, ma non è il
popolo dei beni comuni. Repubblica.it festeggia.
Tutto pronto quindi per
il nuovo giro di boa della continuità euroliberista nell'alternanza.
Manca solo la scelta dello sceriffo con le primarie. Il governatore
invece già c'è, si chiama Mario Draghi, e obbedisce a persone del
calibro della Merkel.
C'è però qualcosa che non torna in tutto questo.
Si sta materializzando in questi giorni con assemblee pubbliche che
denunciano l'ingordigia delle classi dominanti che stanno portandoci via
diritti e democrazia una nuova soggettività nel vecchio continente. E'
una soggettività ancora non delineata ma con nemici comuni, giovane,
precaria, indignata e indipendente. Il 15 ottobre inizierà a muoversi
non solo in Italia ma in tutta Europa un'insorgenza che chiede la
cacciata di Berlusconi e vuole un'alternativa di sistema. Un'istanza che
non nasce da una dimensione etica ma principalmente dal fatto che
milioni di persone non vogliono pagare la crisi che personaggi come
Mario Draghi hanno prodotto ed alimentato. A questi uomini e donne non
gli basta più stare alla finestra mentre qualcuno parla dal balcone ogni
5 anni, vogliono partecipare e vederci chiaro. Vogliono democrazia
reale e giustizia sociale. A conti fatti ci pare che il Nuovo Ulivo stia
andando nella direzione opposta..
CONTROLACRISI.ORG
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