L'orizzonte
degli eventi è il limite estremo che si raggiunge quando si cade in un
buco nero. Ecco Veltroni ed il PD sono andati oltre l'orizzonte degli
eventi per cui non si comprende più nè le cose che dicono nè la loro
stessa esistenza. Oggi Veltroni in una intervista sulla Stampa sembra
parlarci da quel luogo oscuro che nessun umano può attraversare. Ci dice
che non dobbiamo andare al voto anticipato e tenere in piedi un
parlamento che rappresenta solo banche e padroni, che dobbiamo applicare
la lettera di Mario Draghi e fare la riforma elettorale bipolarista
insieme a Parisi, Vendola ( bei compagni di viaggio ti sei scelto Niki)
Di pietro e Mariotto Segni. Questa è l'opposizione rappresentata dal
nuovo ulivo, e pensare che c'è gente che ancora va in giro per l'Italia a
dire che con questi si puo' costruire l'alternativa...
Controlacrisi.org
GOVERNO: VELTRONI, NO ALLE ELEZIONI ANTICIPATE INTERVENTI ANTI-CRISI E RIFORMA LEGGE ELETTORALE LE PRIORITÀ (ANSA) - ROMA, 08 OTT - «Al di là della posizione favorevole alle elezioni anticipate legittimamente espressa da qualcuno, come La Torre», le conclusioni dell'ultima Direzione del Partito Democratico «sono state chiare: il Pd si impegna a costruire le condizioni per la nascita di un governo di transizione e considera il voto anticipato come soluzione estrema». Lo dice Walter Veltroni in un'intervista alla Stampa, in cui illustra le ragioni di questa posizione. «Lo ha detto bene Montezemolo l'altro giorno - spiega -: il Paese è a un passo dal baratro. E se la situazione è questa non possiamo rispondere nè con 'forza gnoccà nè precipitando l'Italia verso elezioni che sarebbero precedute, nel pieno di questa devastante crisi, da mesi di confusione e rissa politica». L'alternativa, per l'ex segretario del Pd, non è lasciare in carica l'attuale governo, ma formarne uno di transizione «che abbia in agenda tre cose: il varo degli interventi economico-sociali più urgenti per fronteggiare la crisi, l'avvio di almeno alcune delle riforme suggerite all'Italia dalla Bce e di quei provvedimenti strutturali richiamati da Mario Draghi, l'approvazione di una nuova legge elettorale». «Poche cose» che per Veltroni già potrebbero contribuire a «raffreddare» le tensioni e a ridare all'Italia «prestigio all'estero». Del resto, aggiunge, «la consapevolezza che così non si possa andare avanti è molto cresciuta anche tra le forze di maggioranza». Sulle alleanze, prosegue, «la strada è partire dalle cose da fare. Siamo d'accordo che in politica estera, per esempio, la partecipazione alle nostre missioni in corso all'estero resta un impegno da rispettare? E ancora: c'è intesa sul fatto che in questo Paese i diritti civili di tutti e delle donne in particolare vadano difesi dove attaccati ed estesi ove necessario? Oppure: si concorda sul fatto che l'accordo del 28 giugno tra Confindustria e sindacati traccia una via che è giusto seguire?». Insomma delle alleanze, dice Veltroni, «bisogna fare una funzione, non una priorità». Il «vero problema politico», sottolinea, è questo: «perchè nel pieno del declino del berlusconismo le forze riformiste non riescono a mettere in campo scelte programmatiche chiare e un profilo credibilmente innovatore?»
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GOVERNO: VELTRONI, NO ALLE ELEZIONI ANTICIPATE INTERVENTI ANTI-CRISI E RIFORMA LEGGE ELETTORALE LE PRIORITÀ (ANSA) - ROMA, 08 OTT - «Al di là della posizione favorevole alle elezioni anticipate legittimamente espressa da qualcuno, come La Torre», le conclusioni dell'ultima Direzione del Partito Democratico «sono state chiare: il Pd si impegna a costruire le condizioni per la nascita di un governo di transizione e considera il voto anticipato come soluzione estrema». Lo dice Walter Veltroni in un'intervista alla Stampa, in cui illustra le ragioni di questa posizione. «Lo ha detto bene Montezemolo l'altro giorno - spiega -: il Paese è a un passo dal baratro. E se la situazione è questa non possiamo rispondere nè con 'forza gnoccà nè precipitando l'Italia verso elezioni che sarebbero precedute, nel pieno di questa devastante crisi, da mesi di confusione e rissa politica». L'alternativa, per l'ex segretario del Pd, non è lasciare in carica l'attuale governo, ma formarne uno di transizione «che abbia in agenda tre cose: il varo degli interventi economico-sociali più urgenti per fronteggiare la crisi, l'avvio di almeno alcune delle riforme suggerite all'Italia dalla Bce e di quei provvedimenti strutturali richiamati da Mario Draghi, l'approvazione di una nuova legge elettorale». «Poche cose» che per Veltroni già potrebbero contribuire a «raffreddare» le tensioni e a ridare all'Italia «prestigio all'estero». Del resto, aggiunge, «la consapevolezza che così non si possa andare avanti è molto cresciuta anche tra le forze di maggioranza». Sulle alleanze, prosegue, «la strada è partire dalle cose da fare. Siamo d'accordo che in politica estera, per esempio, la partecipazione alle nostre missioni in corso all'estero resta un impegno da rispettare? E ancora: c'è intesa sul fatto che in questo Paese i diritti civili di tutti e delle donne in particolare vadano difesi dove attaccati ed estesi ove necessario? Oppure: si concorda sul fatto che l'accordo del 28 giugno tra Confindustria e sindacati traccia una via che è giusto seguire?». Insomma delle alleanze, dice Veltroni, «bisogna fare una funzione, non una priorità». Il «vero problema politico», sottolinea, è questo: «perchè nel pieno del declino del berlusconismo le forze riformiste non riescono a mettere in campo scelte programmatiche chiare e un profilo credibilmente innovatore?»
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