Abbiamo
chiesto un intervento ad una delle persone che hanno redatto il
documento con il quale decine di firmatari si all’assemblea si
autoconvocano a Roma il 30 settembre
Il 30 settembre a Roma (a partire dalle ore 10.30, sede da definire) è
stata indetta da iscritte/i e simpatizzanti a Sinistra Ecologia Libertà
un’assemblea autoconvocata e autogestita. Si chiama “Non affoghiamo
nella vecchia politica la speranza rappresentata da SEL” e nasce dalla
scrittura di un documento che vuole tenere assieme la riflessione sulla
natura e sulle ragioni fondative di SEL al dibattuto attuale sul
programma politico e le alleanze elettorali (il testo è disponibile
online su riprendiamocilapolitica.blogspot.it/ ) .
Assemblea e documento nascono da un incontro svoltosi due mesi fa in
un’affollata e calda sezione romana, ma la miccia in poche settimane si è
espansa: si sono moltiplicate le adesioni al documento moltissime
persone di territori diversi hanno dimostrano apprezzamento assicurando
la propria presenza.
Non si tratta di un gruppo che si compatta per una comune identità
pregressa o un’area di provenienza. Le firme sono di iscritte/i a SEL,
responsabili di circoli territoriali, eletti in istituzioni locali,
membri di coordinamenti provinciali e c’è anche chi ha aderito pur non
avendo la tessera, solo in quanto elettore simpatizzante. Biografie,
quindi, che non sembrano fortunatamente affette né dal morbo
dell’antipolitica né dal culto del minoritarismo di sinistra.
A muovere l’appuntamento del 30 settembre è un sentimento che si
percepiva distintamente anche ieri, in particolare tra i partecipanti
meno noti dell’Assemblea Nazionale di SEL delegati e non delegati. Il
timore che la propria forza politica stia prendendo la direzione
sbagliata e che, soprattutto, la dirigenza sfugga da un confronto
trasparente e da un ascolto effettivo dei tanti militanti che ogni
giorno fanno iniziativa politica nei territori gratuitamente, mossi
dalla stessa passione e dagli stessi ideali del loro Presidente.
Nell’incipit del documento si legge: «Riteniamo necessario ascoltare e
dare spazio alle critiche emerse, per trasformarle in politica, perché
la capacità di iniziativa politica di SEL, la sua spinta innovativa e
credibilità dipendono dalla qualità del nostro modo di stare e di
decidere assieme».
Da un lato, dunque, i dubbi sulla linea politica, che in questo
momento fatica ad «uscire dal recinto dei partiti e a valorizzare ciò
che si muove al di fuori di essi» e la richiesta di «incalzare e sfidare
il PD sul terreno di una proposta credibile e innovativa di governo»,
per continuare nel progetto originario di SEL: riaprire la partita con
la proposta di una sinistra che si cimenta col governo senza rinunciare
ai propri contenuti.
Dall’altro l’espressione condivisa di una difficoltà «al confronto,
all’ascolto della critica e alla valorizzazione dell’autonomia».
Un’assemblea autoconvocata, quindi, non per polemizzare, per coltivare
il malcontento o dividersi, ma per aprire canali di interrogazione
reciproca, per confliggere ma nello stesso tempo riconoscersi, per
ritrovare nello sguardo diverso dell’altro la nostra stessa cura e la
passione per lo stesso ideale.
Non affoghiamo nella vecchia politica la speranza rappreesentata da SEL
riprendiamocilapolitica.blogspot.it/
DOMENICA 30 SETTEMBRE ore 11, assemblea
nazionale, a Roma, a partire
da questo documento che sta riscuotendo molto interesse. Siete tutt* invitat* a
partecipare all'iniziativa e alla sua organizzazione (faremo una mail list
apposita, chiedeteci di essere inserit*).
Per le adesioni al documento e per l'iniziativa
scrivete a nonaffoghiamo@gmail.com
Care compagne e cari compagni,
ci rivolgiamo al Coordinamento Provinciale, lo spazio
che ci siamo dati per condividere la costruzione di SEL a Roma;
ci rivolgiamo alla Presidenza Nazionale, poiché
crediamo che il gruppo dirigente nazionale per troppo tempo non abbia assunto
la responsabilità di costruire SEL come corpo vivo, aperto, democratico e
partecipato;
ci rivogliamo anche alle e agli iscritti e i
simpatizzanti di SEL, perché crediamo che la responsabilità della costruzione
di questa esperienza sia di tutte/i, senza esclusioni.
Lo scorso 26 giugno abbiamo partecipato a un’assemblea
di compagne e compagni di SEL provenienti da storie e percorsi molto diversi,
ma accomunati dall’affetto per la nostra impresa comune e dalla preoccupazione
di fronte al rischio di vederla rattrappirsi. L’incontro è nato da un diffuso
disagio cresciuto in questi mesi. Senza la possibilità di un confronto
trasparente, di un ascolto effettivo e la possibilità di incidere, questo
disagio rischia di limitarsi alla lamentazione, all’invettiva e di tradursi in
diffidenza o, peggio, in abbandono.
Crediamo ci possa essere un modo per affrontare le
dinamiche che rendono spesso asfittica la vita della nostra esperienza
politica, le sue evidenti degenerazioni, il sequestro di ogni spazio di
confronto, conflitto ed elaborazione condivisa, senza cadere in letture liquidatorie,
semplicistiche o riducibili a logiche di schieramento interno. Riteniamo
necessario ascoltare e dare spazio alle critiche emerse, per trasformarle in
politica, perché la capacità di iniziativa politica di SEL, la sua spinta
innovativa e credibilità dipendono dalla qualità del nostro modo di stare e di
decidere assieme.
È stato un segno di maturità e responsabilità evitare,
nei mesi scorsi, che il legittimo confronto su modi diversi di intendere SEL
portasse alla paralisi e a un dibattito tutto rinchiuso all’interno. Ma
affrontare in modo trasparente i nostri limiti non rappresenta un
indebolimento. Anzi, pensiamo sia urgente la necessità di aprire una
discussione tra noi su come far corrispondere il nostro modo di vivere
quotidianamente questa esperienza politica alla ragione di nascita di SEL, la
sua ispirazione, la sua scommessa.
La nostra impresa comune segna un’impasse e intorno a
noi crescono i segni di insoddisfazione e avanzano nuove risposte. Lo
riscontriamo nelle reazioni dei cittadini e delle cittadine che incontriamo, lo
vediamo in chi si impegna nei comitati, nei movimenti e in quelle esperienze
innovative di lotta e di discussione che animano le nostre città. Anche la
crescita di iniziative (locali e nazionali) a sinistra, alcune promosse da
esperienze sindacali avanzate, altre espressamente mirate a promuovere nuovi
soggetti politici, così come l’avanzamento elettorale di liste caratterizzate
dal rifiuto spesso liquidatorio e demagogico dei partiti, ci suggeriscono che
esiste una domanda, un desiderio e un bisogno al quale non siamo riusciti a
parlare a sufficienza e che, di tutta risposta, ci ha percepiti come omologati
alla politica di palazzo e ai suoi vizi.
Il Movimento 5 stelle, ALBA, l’iniziativa della FIOM,
le liste civiche locali e la loro proposta a livello nazionale (ma anche la
crescita dell’astensionismo) sono alcuni elementi di uno scenario confuso e in
evoluzione segnato da una crisi delle forme politiche esistenti. Una forza come
SEL, nata per mettere al centro il tema della trasformazione della politica,
della riapertura di canali di comunicazione tra pratiche sociali, culture
politiche innovative e forme organizzate, deve porsi una domanda rispetto al
proliferare di iniziative che traggono ragion d’essere da questo vuoto e dall’assenza
di una proposta credibile che (anche) SEL avrebbe dovuto costruire.
Non vogliamo rinunciare a quella scelta fondativa che
ha fatto di SEL una speranza per uscire dalla cieca e disperata rassegnazione
delle due sinistre.
Crediamo ancora oggi nella necessità di costruire una
coalizione di centrosinistra innovativa, unitaria, aperta, capace di uscire dal
recinto dei partiti e valorizzare ciò che si muove al di fuori di essa.
Questo oggi si traduce nella necessità di incalzare e
sfidare il PD sul terreno di una proposta credibile e innovativa di governo. Il
nodo di un’alleanza larga, plurale e rinnovata e dunque di un rapporto con il
PD e il suo insediamento sociale resta un dato qualificante della nostra
proposta. Per questo è necessario leggere con attenzione il conflitto apertosi
in quel partito e nel suo corpo sociale di riferimento , misurarsi con il
passaggio stretto che il PD ha affrontato nella transizione del dopo
Berlusconi, subendo il ricatto europeo e contrastare la spinte suicide che portano
dirigenti di quel partito a interpretare l’appoggio al governo Monti come
premessa a una collocazione di lungo periodo del PD in un quadro moderato.
La proposta di una sinistra che si cimenta col governo
senza rinunciare ai propri contenuti incontra dunque oggi una oggettiva
difficoltà ma è possibile solo se riusciamo a mettere in atto una forte
autonomia politica e culturale. Lo sforzo di tenere aperto un difficile dialogo
tra il centro sinistra, il partito democratico, i movimenti, le realtà associative
e i comitati è possibile solo se abbiamo l’autorevolezza di farlo perché forti
di un progetto innovativo e non per inerzia o opportunismo.
Non si tratta di inseguire un’alleanza per rispondere
al riflesso condizionato di autoconservazione di un ceto politico intermedio ma
di tenere aperta una prospettiva di trasformazione e scongiurare l’involuzione
moderata del principale soggetto politico di centro sinistra, del suo
elettorato e delle organizzazioni di massa di riferimento.
Oggi il credito di SEL rischia di esaurirsi perché non
abbiamo creduto fino in fondo nelle nostre idee e perché non abbiamo fatto
tutti gli sforzi per essere corpo vivo, plurale e capace di produrre pratiche
politiche innovative ed elaborazione condivisa.
Non abbiamo alcuna nostalgia della burocrazia, della
gerarchia e dell’autoconservazione dei vecchi partiti. Ma proprio perché
cerchiamo un’altra politica, non crediamo che l’alternativa sia trasformarli in
comitati elettorali, organismi di semplice perpetuazione del ceto politico.
Alla logica della fedeltà allo schieramento, al principio della delega, alla
gestione proprietaria dei partiti, preferiamo il confronto, l’ascolto della
critica e la valorizzazione dell’autonomia e della ricerca libera: per questo
riteniamo urgente una riflessione tra noi.
È una riflessione che va ben oltre SEL e che deve
produrre un’alternativa al confronto disperante e disperato tra politicismo e
antipolitica.
È necessario produrre una critica alla radice lo
statuto della politica stessa - il suo fondarsi sulla separatezza tra pubblico
e privato, sulla gestione del conflitto in base alla logica amico-nemico, su
modelli di appartenenza basati su gerarchia, delega, rimozione delle
differenze, su un’idea separata e sacrificale della militanza, su un’idea del
potere maschile che ormai non corrisponde più nemmeno alla vita degli uomini e
al loro desiderio di libertà. Non si tratta di generiche petizioni di principio
ma di questioni che tornano oggi prepotentemente in superficie, mostrando la
crisi e i limiti di un’ idea della politica che si ammanta di nuovo ma resta
vecchissima.
All’interno di SEL ci sono intelligenze, esperienze e
risorse culturali e politiche che dobbiamo valorizzare e che non corrispondono
alla mediocrità di quanto spesso abbiamo prodotto.
Riapriamo il confronto, la ricerca, la sperimentazione
- a partire da noi - e riapriamo canali di interrogazione reciproca con le
soggettività “esterne”: sono questi due compiti ineludibili per far sì che
quelle su cui siamo nati non rimangano belle speranze.
Le
compagne e i compagni dell'assemblea romana del 26 giugno.
Tra i primi e le prime a firmare, in
ordine alfabetico: Barbara
Auleta (SEL Roma), Saverio Aversa (SEL Roma), Fabio Bonanno (SEL Roma),
Caterina Botti (Roma), Gabriella Casalini (Roma), Stefano Ciccone (SEL Roma),
Mauro Cioffari (SEL Roma), Mario Cocco (SEL Roma), Mauro Coldagelli (SEL Roma),
Carla Corciulo (SEL Roma), Andrea Costa (SEL Roma), Evi Desideri (SEL Roma),
Ivan Errani (SEL Roma), Ileana Izzillo (SEL Roma), Serena Marcianò (SEL
Roma), Lucia Masotti (SEL Roma), Enzo Mastrobuoni (SEL Roma), Cristina Mosca
(SEL Roma), Franco Moretti (SEL Roma), Monica Pasquino (SEL Roma), Silvana Pisa
(SEL Roma), Dante Pomponi (SEL Roma), Paolo Santurri (SEL Roma), Alfredo Toppi
(SEL Roma), Caterina Turato (SEL Roma), Carolina Zincone (SEL Roma).
Seguono: Concetta Cuscusa (SEL Bari), Toni Matteacci
(Coordinamento regionale SEL Marche), Angela Bernardini (Roma), Fabrizio
Palombi (Roma), Claudia Raho (Nardò, Lecce), Alfonso Gianni (Assemblea Nazionale
SEL), Mario Borgo Caratti (Consigliere comunale SEL, Pomezia), Alberto Ciullini
(Consigliere SEL Zona 2 del Comune di Milano), Matteo Frasca (Roma), Flavio
Veneziale (Roma), Bruna Pirola (Roma), Monica Biondi (Firenze), Antonella
Ciocia (Terracina, Latina), Roberto Demontis (Genova, Politiche internazionali
SEL Liguria), Nicola Cirillo (Firenze), Fulvia Bandoli (Presidenza Nazionale
SEL), Thomas Olivieri (Fano), Edgardo Signoretti (Roma), Giandomenico Potestio
(Firenze), Sandra Borsi ( SEL Pistoia), Cinzia Abramo (SEL Foligno), Paola
Verticelli (SEL Mentana/Fonte Nuova), Maurizio Esposito (SEL Roma), Massimo
Galletti (Cremona), Mario Torcinovich (SEL Venezia), Rossana Calistri (Roma),
Salvatore Gioncardi (Roma), Pietro Masina (Roma), Giampietro Pizzo (Assemblea
Nazionale SEL, Venezia), Enrico Lauricella (SEL Firenze), Mauro Servalli (SEL
Imperia), Francesco Gismondi (SEL Basso Garda - Desenzano del Garda, Brescia),
Grazia Loria (Responsabile Scuola SEL Catania), Luigi Previati (SEL Genova),
Jacopo Zannini (SEL Trento), Piero Morandini (SEL Mentana-Fonte Nuova), Angelo
Saracini (SEL Grecia), Franco Bernardi (Basso Garda - Desenzano del
Garda-Brescia), Enrico Bresciani (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia),
Germana Foscheri (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Romeo Portaro
(SEL Novara), Claudio Paolinelli (SEL Flconara Marittima, Ancona), Piero
Catocci (SEL Firenze), Ornella Intrieri (SEL Roma), Danio Aloisi (SEL Nardò),
Mattia Ciampicacigli (SEL Roma), Giuseppe Reitano (Roma), Angela Ciaccafava
(Sel Senigallia), Claudio Scazzocchio (SEL Torino), Vera Marchetti (SEL Roma),
Laura Paleari (Coordinamento provinciale SEL Genova), Tonino Cafeo (Assemblea
provinciale SEL Messina), Piero Catocci (Firenze), Catia Gatti (SEL Roma),
Giampaolo Lambiase (SEL Salerno), Angela Bernardini (SEL Roma), Erich Czichy
(Auditore, PU), Enzo Tappa (SEL Ventimiglia, IM), Andrea Valeri (SEL Roma),
Concetta Cuscusa (Bari), Piero Morandini (Mentana), Antonio Lauretano (SEL
Terracina, LT), Marcello Failla (Comitato provinciale SEL Catania), Crispino
Maggio (SEL Messina), Andrea Bagaglio (SEL Mercallo, Varese), Sergio Caserta
(SEL Bologna), Franco Bernardi (SEL
Basso Garda, BS), Claudio Baldan (Narni, Terni), Giovanni Torrisi (SEL-Urbino),
Anna Maria Da Re (SEL Vittorio Veneto), Salvatore Salzano (SEL Stradella, PV),
Lucia Sorr (Milano), Giuseppe Montalbano (Coordinamento cittadino SEL
Pisa),Francesco Catuogno (Assemblea provinciale SEL Terni ), Carlo Moscardini
(iscritto ma autosospeso SEL Lastra a Signa Firenze), Elettra Stamboulis (SEL
Ravenna), Silvia Acquistapace (SEL Roma), Giusy Sacco (SEL Basso Garda -
Desenzano BS), Enrico Bonelli (Sessa Aurunca), Bruno Pastorino (Genova),
Riccardo Rifici (Roma), Patrizia Baragetti (SEL Basso Garda - Desenzano, Bs),
Enrico Solito (SEL Sesto Fiorentino), Raffaella La Perna (SEL Roma), Elena
Pansini (Firenze), Margherita Biagini (SEL Firenze), Luciano Ariani (SEL
Firenze), Claudio Colletti (Assemblea SEL Regione Sicilia), Loretta Scannavini
(Coordinamento Provinciale SEL Rieti e Provincia), Maurizio Pietropoli
(www.sezionelasinistra.net), Rosa Anna Tucci (SEL Taranto), Andrea Casucci (SEL
Firenze), Donatella Verdi (Firenze), Lido Giampaoli (Assemblea provinciale SEL Pisa),
Francesco Marchizza (SEL Roma), Mara Caporale (Ladispoli, Roma), Elisabetta
Querci (SEL Pistoia),Maurizio Pietropaoli (Roma), Claudio Morselli
(Coordinatore provinciale SEL Mantova), Lucia Sorrentino (Milano), Francesca
Ferrarini ( Consigliere comunale SEL Bogliasco, GE), Lino Bucci (SEL
Terracina), Massimiliano Mantovani (Venaria Reale, TO) Dino Orlandini (SEL
Genova), Giulio Lo Bascio (SEL Roma), Aldo Borghesi (SEL Sassari), Sandro De
Toni (SEL Roma), Carlo Loccarini (Roma), Ivana Canevarollo (Genova), Nicoletta
Dentico (SEL Roma).
Gruppi, collettivi e circoli: Collettivo Riprendiamoci la politica (Roma), Circolo SEL "XI
Maggio" Iglesias
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua