mercoledì 19 settembre 2012

Il “chiagni e fotti” di Marchionne

Distrugge e chiede i danni
La faccia come il culo

gli Altri Online Pubblicato da

Sergio Marchionne stamattina ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Nella conversazione con il direttore, Ezio Mauro, il manager della Fiat ha spiegato perché gli investimenti promessi con il progetto Fabbrica Italia non si possono più fare. «In Italia l’auto e’ precipitata in un buco di mercato senza precedenti, un mercato colato a picco, ritornato ai livelli degli anni 60. Abbiamo perso di colpo 40 anni. Il paese – ha spiegato Marchionne – soltanto un anno fa era fallito. Lo avevamo perduto. Solo l’intervento di un attore credibile ha saputo riprendere l’Italia dal baratro in cui era finita e risollevarla. E qualcuno vorrebbe che Fiat si comportasse tranquillamente come quando c’era il sole? O è una imbecillità pensare questo o è una prepotenza, fuori dalla logica».
Incalzato da Mauro sulla responsabilità nazionale di un’azienda che ha ricevuto soldi ha risposto così. «Scusi, se il quadro è quello che le ho fatto, e certamente lo è, si immagina cosa farebbe qualunque imprenditore al mio posto? Cosa farebbe uno straniero, in particolare un americano, un uomo d’azienda con cultura anglosassone? Dovreste rispondervi da soli». E ancora: «In questa situazione drammatica, io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via. Le assicuro che ci vuole una responsabilità molto elevata per fare queste scelte oggi».
Marchionne ha poi detto che la Fiat rimarrà in Italia, compensando le perdite sul mercato italiano ed europeo con i guadagni accumulati sul mercato americano. Ma per farlo, ha detto, c’è bisogno dell’aiuto dello stato italiano: «Mi impegno, ma non posso farlo da solo. Ci vuole un impegno dell’Italia». E così, dopo aver menomato i diritti del lavoro perché lo esigeva il mercato, il grande manager con pullover chiede allo stato di assumersi i rischi che nel mercato spetterebbero agli imprenditori.

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