mercoledì 26 settembre 2012

In Italia facciamo le battute su Polverini In Spagna assediano il Parlamento: via todos di Daniel Rustici, Gli Altri


Si sono ritovati per le strade di Madrid già alle prime luci del mattino gli Indigandos spagnoli. Ma solo alle 18, al grido di “Que se vayan todos” ( se ne devono andare via tutti) e “Rodea el congresso” (accerchia il parlamento) è scattata l’ora della rivolta: quella che si preannunciava come una manifestazione pacifica è infatti presto degenerata in una vera e propria guerriglia urbana. Il bilancio definitivo della rovente giornata di protesta contro politica e finanza ( nell’immaginario degli occupy europei ormai rappresentano la medesima cosa, anche se, sul manifesto della protesta si leggeva lo slogan “La democrazia è stata sequestrata. Il 25 settembre comincia a salvarla”) è di quindici arresti e nove feriti, tra cui un poliziotto.
Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono partiti dopo il tentativo di alcuni indigados di aprire un varco tra i 1350 poliziotti schierati in tenuta antisommosa a difesa del parlamento iberico che, per oggi, è rimasta illeso dalla furia popolare.
Se la prima ondata di indiganti, quando c’era ancora Zapatero a guidare la Spagna, fu largamente pubblicizzata dai media (tanto che qualcuno parlò di movimento manovrato e di fabbrica del dissenso), il tentativo odierno di sfonadre il muro di gomma della politica d’austherithy portata avanti dal governo di Rajoy, almeno in Italia, non ha avuto molta eco. Il rischio che la protesta contagi anche il Belpaese forse è tropo alto e, ora che al governo non c’è più Berlusconi, ciò  non sarebbe nemmeno funzionale a certi poteri forti antiberlusconiani. Il gioco dei nostri media sembra essere  piuttosto quello di sviare l’attenzione: il messaggio che quotidianamente passa nei nostri telegiornali è che il vero  problema sono i party di Fiorito e della Polverini (che si godono solo le briciole che il sistema economico-finanziario lascia loro) e che, come ci ricorda sempre e a reti unificate Napolitano, il nemico da battere  non è la finanza, non sono le banche ma è la cosiddetta antipolitica. Loro la chiamano lotta al populismo, gli spagnoli hanno capito che è una lotta contro il popolo. E la stanno vincendo, i Napolitano.

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