Nell’era del tablet per ogni docente, tagliata la connessione Web a 3800 istituti
Quello
di settembre, per la scuola, è il mese delle illusioni ottiche. Da una
parte c’è un ministro, Francesco Profumo oggi, che annuncia novità
epocali, svolte tecnologiche, un tablet per tutti i docenti, un computer
in ogni classe, fino al punto da immaginare l’utopia cibernetica della
scuola 2.0: i «centri scolastici digitali» nei piccoli centri montani
dove i computer potrebbero sostituire i docenti in carne ed ossa.
Dall’altra parte, c’è la realtà.
Quella che emerge, come di consueto, nel decimo rapporto sulla sicurezza dell’edilizia scolastica presentato ieri a Roma dall’associazione Cittadinanzattiva. Un terzo degli edifici è privo anche della più semplice aula computer e quasi la metà persino di un laboratorio didattico. Solo il 24% delle scuole possiede un certificato di agibilità statica o quello igienico-sanitario. Il 46% non ha una palestra, in un terzo i cortili vengono usati per parcheggiare le macchine del personale. Le mense e le biblioteche si trovano, rispettivamente, in un edificio su tre e uno su due.
Immaginiamo un docente, che ha appena ricevuto il suo tablet di ordinanza, alzarsi al mattino, prendere la macchina e parcheggiarla (dentro la scuola), entrare nell’atrio del suo istituto che spesso è stato costruito prima del 1974 (il 59%). Troverà, in un quarto dei casi, muffe, infiltrazioni e umidità nelle aule e nei bagni, corridoi scrostati (19%) e lesioni strutturali sulle facciate esterne dell’edificio dove passerà dalle 18 alle 20 ore a settimana. E così anche i suoi studenti che siederanno tra i banchi di una scuola dove sono stati richiesti interventi di tipo strutturale che però, nel 58% dei casi, non hanno mai ricevuto una risposta. Molto probabilmente per mancanza di fondi.
E le «classi pollaio»?
Il rapporto di Cittadinanzattiva dedica un capitolo allo storico problema del sovraffollamento delle aule. Una classe su 4 del campione analizzato (111 edifici) ospita più di 25 alunni e non rispetta le norme antincendio. Qualche anno fa l’ex ministro Gelmini riuscì a innalzare il limite degli alunni per classe: 29 nella scuola dell’infanzia, 27 nella primaria, 30 nella secondaria di primo e secondo grado. E nonostante questa furbizia, nel campione analizzato ci sono 60 «classi pollaio». Una situazione che rispecchia la media nazionale. Nel 78% delle scuole monitorate mancano le porte con apertura antipanico, le scale di sicurezza e le uscite di emergenza (21%), in molti casi mancano gli ascendori e quelli checi sono funzionano a singhiozzo. Sono tutti ostacoli insormontabili per gli studenti disabili che negli ultimi dieci anni sono più che raddoppiati. Oggi sono a quota 191.037. Dal rapporto risulta che su 31.580 alunni, 1.348 sono affetti da disabilità.
La Flc-Cgil ha scovato una nota del 12 settembre scorso dove il Miur ha comunicato la dismissione del collegamento Internet in 3800 istituti. All’apice della rivoluzione digitale, un nutrito pattuglione di istituti si troverà dunque senza la materia prima di un collegamento che persino l’Onu, ricordano gli studenti dell’Uds, ha dichiarato un diritto inviolabile.
Rischio sismico
Insieme al Dipartimento della Protezione civile, cittadinanzattiva ha presentato ieri un’indagine sulla percezione del rischio sismico. Dai duemila questionari rivolti ai genitori e agli studenti delle scuole primarie e secondarie in Campania e Calabria emerge che sono più di mille a non fidarsi della sicurezza dell’edificio frequentato. Pochissimi tra gli studenti della primaria e della secondaria (rispettivamente il 6 e il 3%) sono stati coinvolti in simulazioni in caso di frane e alluvioni. Solo un terzo dei genitori ha partecipato ad attività di prevenzione in queste zone sismiche. «Chiediamo di conoscere il reale stato delle scuole, una per una» ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva. Rispetto a queste richieste che comprendono anche un’anagrafe delle scuole, oltre a un disegno di legge per devolvere l’8 per mille alla valorizzazione del patrimonio, Profumo, in un’audizione alla commissione Cultura della Camera, ha assicurato lo sblocco di 116 milioni per l’edilizia scolastica che dovrebbero permettere a oltre 900 comuni di finanziare interventi straordinari di manutenzione. Per Cittadinanzattiva i 680 milioni di euro di fondi europei stanziati per l’edilizia scolastica sono insufficienti per tamponare l’emergenza.
Ro. Ci. - il manifesto Quella che emerge, come di consueto, nel decimo rapporto sulla sicurezza dell’edilizia scolastica presentato ieri a Roma dall’associazione Cittadinanzattiva. Un terzo degli edifici è privo anche della più semplice aula computer e quasi la metà persino di un laboratorio didattico. Solo il 24% delle scuole possiede un certificato di agibilità statica o quello igienico-sanitario. Il 46% non ha una palestra, in un terzo i cortili vengono usati per parcheggiare le macchine del personale. Le mense e le biblioteche si trovano, rispettivamente, in un edificio su tre e uno su due.
Immaginiamo un docente, che ha appena ricevuto il suo tablet di ordinanza, alzarsi al mattino, prendere la macchina e parcheggiarla (dentro la scuola), entrare nell’atrio del suo istituto che spesso è stato costruito prima del 1974 (il 59%). Troverà, in un quarto dei casi, muffe, infiltrazioni e umidità nelle aule e nei bagni, corridoi scrostati (19%) e lesioni strutturali sulle facciate esterne dell’edificio dove passerà dalle 18 alle 20 ore a settimana. E così anche i suoi studenti che siederanno tra i banchi di una scuola dove sono stati richiesti interventi di tipo strutturale che però, nel 58% dei casi, non hanno mai ricevuto una risposta. Molto probabilmente per mancanza di fondi.
E le «classi pollaio»?
Il rapporto di Cittadinanzattiva dedica un capitolo allo storico problema del sovraffollamento delle aule. Una classe su 4 del campione analizzato (111 edifici) ospita più di 25 alunni e non rispetta le norme antincendio. Qualche anno fa l’ex ministro Gelmini riuscì a innalzare il limite degli alunni per classe: 29 nella scuola dell’infanzia, 27 nella primaria, 30 nella secondaria di primo e secondo grado. E nonostante questa furbizia, nel campione analizzato ci sono 60 «classi pollaio». Una situazione che rispecchia la media nazionale. Nel 78% delle scuole monitorate mancano le porte con apertura antipanico, le scale di sicurezza e le uscite di emergenza (21%), in molti casi mancano gli ascendori e quelli checi sono funzionano a singhiozzo. Sono tutti ostacoli insormontabili per gli studenti disabili che negli ultimi dieci anni sono più che raddoppiati. Oggi sono a quota 191.037. Dal rapporto risulta che su 31.580 alunni, 1.348 sono affetti da disabilità.
La Flc-Cgil ha scovato una nota del 12 settembre scorso dove il Miur ha comunicato la dismissione del collegamento Internet in 3800 istituti. All’apice della rivoluzione digitale, un nutrito pattuglione di istituti si troverà dunque senza la materia prima di un collegamento che persino l’Onu, ricordano gli studenti dell’Uds, ha dichiarato un diritto inviolabile.
Rischio sismico
Insieme al Dipartimento della Protezione civile, cittadinanzattiva ha presentato ieri un’indagine sulla percezione del rischio sismico. Dai duemila questionari rivolti ai genitori e agli studenti delle scuole primarie e secondarie in Campania e Calabria emerge che sono più di mille a non fidarsi della sicurezza dell’edificio frequentato. Pochissimi tra gli studenti della primaria e della secondaria (rispettivamente il 6 e il 3%) sono stati coinvolti in simulazioni in caso di frane e alluvioni. Solo un terzo dei genitori ha partecipato ad attività di prevenzione in queste zone sismiche. «Chiediamo di conoscere il reale stato delle scuole, una per una» ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva. Rispetto a queste richieste che comprendono anche un’anagrafe delle scuole, oltre a un disegno di legge per devolvere l’8 per mille alla valorizzazione del patrimonio, Profumo, in un’audizione alla commissione Cultura della Camera, ha assicurato lo sblocco di 116 milioni per l’edilizia scolastica che dovrebbero permettere a oltre 900 comuni di finanziare interventi straordinari di manutenzione. Per Cittadinanzattiva i 680 milioni di euro di fondi europei stanziati per l’edilizia scolastica sono insufficienti per tamponare l’emergenza.
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