PERUGIA - Un governo di facce di bronzo, bugiardi e
millantatori. Si, come quella, che da la “cifra” dell’intero esecutivo,
del sottosegretario all’economia Polillo, figura, a dispetto
dell’incarico formalmente non primario, molto “valutata” della compagine
ministeriale di Monti e spesso chiamato in causa dai giornalisti ad
esprimerne la “linea” e gli orientamenti. Chi si intende un po’ della
materia e l’ha sentito una di queste mattine a “Radio anch’io” (dove ha
peraltro ripetuto altre performance compiute in precedenti “salotti”
televisivi) è rimasto allibito. Il suo è stato un inno, latte e miele,
al “tutto è risolto col governo Monti” e ora l’Italia può rivolgersi ad
un futuro radioso di prosperità a sviluppo. Assecondato da un
intervistatore completamente supino, come è tutta l’informazione che
“conta” nell’Italia di oggi, alla ideologia e alle panzane del
liberismo, giornalista privo di ogni dignità professionale se la dignità
professionale è rivolgersi con un minimo di vaglio critico al proprio
interlocutore, il sottosegretario ha dispensato in grande stile
rassicurazioni, speranze e promesse. E lo ha fatto con la
confidenzialità, e la disinvoltura, evidenziate dalla cadenza dialettale
romanesca, tipiche del bulletto capitolino che parla di calcio con gli
amici al bar. Nuovi tagli al bilancio dello stato?, una nuova manovra?
No, non saranno necessari, ha rassicurato, i conti sono a posto; anzi,
per il 2012 quelli italiani saranno migliori (!?) di quelli tedeschi.
Tranquilli, perché gli “aiuti” all’Europa, anche dopo le decisioni di
Draghi e della Bce, non saranno richiesti, perché l’Italia non ne ha
bisogno.
L’unica cosa che serve sarà un ulteriore, annuale, spending review perché, ha detto l’ineffabile Polillo, l’Italia ha ancora il compito di “liberarsi da una montagna di sprechi della spesa pubblica”. I governi del futuro dovranno emulare quello di Monti che è stato l’unico “bravo” da molti anni a questa parte.
Il sottosegretario Polillo, oltre ad essere un bugiardo, è anche un ipocrita. Perché non è vero che i conti sono a posto; il “deficit”, cioè la percentuale del disavanzo annuo rispetto al Pil, nonostante tutte le manovre e le “riforme” lacrime e sangue fatte, sarà quasi doppio, per l’anno in corso, rispetto a quello che il governo aveva previsto (3% invece del 1,7% preventivato). E lo sarà non perché sia stato “tagliato” troppo poco, ma perché troppo poco ha incassato lo Stato, per effetto della depressione economica che le politiche del governo, del quale il sottosegretario è membro importante, ha molto contribuito a provocare e che, sia detto per inciso, secondo le previsioni di tutti gli esperti e delle fonti “istituzionali” europee e mondiali, è destinata a prolungarsi ben oltre il 2012 . Del resto la gran parte degli economisti e lo stesso Presidente del Consiglio (che in quanto a bugie, illusionismi e promesse è il preside della scuola alla quale si è formato Polillo) non hanno escluso il ricorso agli “aiuti” e a nuove manovre, tra le quali l’aumento dell’Iva.
Quelle che Polillo chiama spending review, cioè lotta agli sprechi, sono in realtà, come fu la prima, delle manovre mascherate, che saranno necessarie per far fronte agli obblighi del “fiscal compact” europeo sottoscritto dall’Italia (circa 45 miliardi l’anno!) e alla spirale senza fine, tagli al blancio – recessione, ampliata e perpetuata da questo governo dei tecnici.
Ma, per chi l’ha sentito, la performance del sottosegretario tecnico ha lasciato sbalorditi ancora di più per la totale mancanza di riferimento ai drammatici problemi reali del Paese e della gente (la disoccupazione a dati record e crescente, specialmente per i giovani, il taglio dei servizi, il calo del tenore di vita, l’insicurezza in tutti campi elevata a modello di esistenza) nell’ambito della diffusione di un ottimismo insensato nel momento più nero della crisi. Ma, da che uomini siamo governati?
Ma, soprattutto, torna la domanda, come può un partito, anche se ormai soltanto genericamente progressista, come il PD continuare a sostenere un siffatto governo e i suoi componenti? Questa idea di un periodo di sacrifici transitorio cui farà seguito la “ricostruzione” dopo le elezioni (che è l’idea con la quale il Pd vincola a se una parte importante del popolo di sinistra) è un’idea fasulla. Questo governo sta assumendo (ha assunto) provvedimenti di carattere strutturale, peggiori di quelli di Berlusconi (!) che stanno cambiando (hanno cambiato) in profondità il modello economico sociale italiano e ha sottoscritto vincoli internazionali che renderanno impossibile il new deal vagheggiato dai dirigenti democratici.
L’idea di una agenda del dopo Monti in continuità con quella di Monti è non solo politicamente volutamente equivoca, ma anche ipocrita e illusoria. Se non si rompe, prima che faccia ulteriori danni irreparabili, con le politiche liberiste e recessive di questo governo e se non saranno cancellate le peggiori “riforme” che ha fatto, non ci sarà prospettiva di rilancio serio per il nostro Paese e di un benessere diffuso per tutti.
L’unica cosa che serve sarà un ulteriore, annuale, spending review perché, ha detto l’ineffabile Polillo, l’Italia ha ancora il compito di “liberarsi da una montagna di sprechi della spesa pubblica”. I governi del futuro dovranno emulare quello di Monti che è stato l’unico “bravo” da molti anni a questa parte.
Il sottosegretario Polillo, oltre ad essere un bugiardo, è anche un ipocrita. Perché non è vero che i conti sono a posto; il “deficit”, cioè la percentuale del disavanzo annuo rispetto al Pil, nonostante tutte le manovre e le “riforme” lacrime e sangue fatte, sarà quasi doppio, per l’anno in corso, rispetto a quello che il governo aveva previsto (3% invece del 1,7% preventivato). E lo sarà non perché sia stato “tagliato” troppo poco, ma perché troppo poco ha incassato lo Stato, per effetto della depressione economica che le politiche del governo, del quale il sottosegretario è membro importante, ha molto contribuito a provocare e che, sia detto per inciso, secondo le previsioni di tutti gli esperti e delle fonti “istituzionali” europee e mondiali, è destinata a prolungarsi ben oltre il 2012 . Del resto la gran parte degli economisti e lo stesso Presidente del Consiglio (che in quanto a bugie, illusionismi e promesse è il preside della scuola alla quale si è formato Polillo) non hanno escluso il ricorso agli “aiuti” e a nuove manovre, tra le quali l’aumento dell’Iva.
Quelle che Polillo chiama spending review, cioè lotta agli sprechi, sono in realtà, come fu la prima, delle manovre mascherate, che saranno necessarie per far fronte agli obblighi del “fiscal compact” europeo sottoscritto dall’Italia (circa 45 miliardi l’anno!) e alla spirale senza fine, tagli al blancio – recessione, ampliata e perpetuata da questo governo dei tecnici.
Ma, per chi l’ha sentito, la performance del sottosegretario tecnico ha lasciato sbalorditi ancora di più per la totale mancanza di riferimento ai drammatici problemi reali del Paese e della gente (la disoccupazione a dati record e crescente, specialmente per i giovani, il taglio dei servizi, il calo del tenore di vita, l’insicurezza in tutti campi elevata a modello di esistenza) nell’ambito della diffusione di un ottimismo insensato nel momento più nero della crisi. Ma, da che uomini siamo governati?
Ma, soprattutto, torna la domanda, come può un partito, anche se ormai soltanto genericamente progressista, come il PD continuare a sostenere un siffatto governo e i suoi componenti? Questa idea di un periodo di sacrifici transitorio cui farà seguito la “ricostruzione” dopo le elezioni (che è l’idea con la quale il Pd vincola a se una parte importante del popolo di sinistra) è un’idea fasulla. Questo governo sta assumendo (ha assunto) provvedimenti di carattere strutturale, peggiori di quelli di Berlusconi (!) che stanno cambiando (hanno cambiato) in profondità il modello economico sociale italiano e ha sottoscritto vincoli internazionali che renderanno impossibile il new deal vagheggiato dai dirigenti democratici.
L’idea di una agenda del dopo Monti in continuità con quella di Monti è non solo politicamente volutamente equivoca, ma anche ipocrita e illusoria. Se non si rompe, prima che faccia ulteriori danni irreparabili, con le politiche liberiste e recessive di questo governo e se non saranno cancellate le peggiori “riforme” che ha fatto, non ci sarà prospettiva di rilancio serio per il nostro Paese e di un benessere diffuso per tutti.
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