Regione Calabria, eletto presidente del Consiglio Scalzo rinviato a giudizio
di Lucio Musolino , Il Fatto quotidiano
Archiviata la stagione Scopelliti, a Palazzo Campanella il Partito democratico ha ripreso gli inciuci da prima Repubblica. Pd e Ncd hanno fatto l'accordo per nominare i componenti dell'ufficio di Presidenza che sarà guidato da uno dei pochi uscenti del partito di Renzi che è stato ricandidato nonostante il rinvio a giudizio
A.A.A. cercasi codice etico in casa del Pd calabrese. Dopo 50 giorni dalle elezioni stravinte da Mario Oliverio, per la prima volta si è riunito mercoledì il Consiglio regionale della Calabria. Archiviata la stagione Scopelliti, a Palazzo Campanella il Partito democratico ha ripreso gli inciuci da prima Repubblica. Pd e Ncd hanno fatto l’accordo per nominare i componenti dell’ufficio di Presidenza che sarà guidato da Antonio Scalzo, uno dei pochi uscenti del partito di Renzi che è stato ricandidato nonostante il rinvio a giudizio, un mese prima della tornata elettorale, per presunti illeciti nella gestione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Con quasi l’unanimità dei voti (solo due schede nulle), è lui il nuovo presidente del Consiglio regionale della Calabria. La sua candidatura alle regionali, a causa dei problemi giudiziari, era stata osteggiata dallo stesso Oliverio che, invece, ieri ha dato il via libera per la presidenza del Consiglio. Il Pd incassa, ma il Nuovo Centrodestra vuole la sua parte e la ottiene con la nomina a vicepresidente di Pino Gentile, cinque legislature alle spalle, ex assessore di Scopelliti e, per anni, rais di Berlusconi a Cosenza assieme al fratello Tonino, nominato da Renzi sottosegretario e poi dimessosi in seguito all’inchiesta sulle parcelle d’oro all’Asl di Cosenza (in cui è indagato il figlio Andrea).
L’altro vicepresidente è Francesco D’Agostino (eletto con la lista di Oliverio) mentre i due segretari-questori saranno Giuseppe Neri (centrosinistra) e Giuseppe Graziano (Casa delle libertà). Per l’elezione di quest’ultimo il Pd ha cambiato inciucio. Si è accordato con Forza Italia facendo confluire 8 voti dei democrat su Graziano, coimputato di Scalzo nel processo Arpacal e con lui, nell’ottobre scorso è stato rinviato a giudizio.
Nel dicembre 2012, il neo presidente del Consiglio calabrese e gli altri imputati avevano subito anche un sequestro preventivo di 500mila euro motivato dal fatto che era trapelata la notizia dell’inchiesta e c’era la possibilità concreta che le somme percepite potessero essere distratte. Stando alle indagini della Procura, al centro del processo c’è un sistema collaudato che, fino al 2010, avrebbe consentito agli imputati di trarre, dalle assunzioni irregolari, un ingiusto vantaggio patrimoniale. Ecco perché, dopo il tentativo di chiudere un conto corrente, i pm hanno emesso il provvedimento di sequestro nei confronti degli ex dirigenti dell’Arpacal.
Ritornando alla politica, il primo Consiglio regionale è stato caratterizzato dal trasversalismo. Prima l’inciucio con l’Ncd e poi quello con Forza Italia. Il tutto all’insaputa di alcuni consiglieri dello stesso Partito democratico come Nicola Irto che, a margine del Consiglio, fa riferimento a “forze oscure” capaci di “spostare e dirottare i voti a proprio piacimento e secondo i propri interessi”. “È del tutto evidente – aggiunge il consigliere Irto – che c’è stato un accordo politico tra il Pd e l’Ncd con uno scambio di voti reciprocamente controllato. Un accordo non si sa da chi gestito e comunque senza che ne fosse fatta parola coi consiglieri del Pd né coi suoi organismi politici”.
A Palazzo Campanella, il partito unico ha dato dimostrazione della sua forza. E la parola ‘dissenso’ non è contemplata né all’opposizione, né tra la maggioranza. Ci ha provato il consigliere regionale Vincenzo Ciconte che, fino a ieri mattina, si sarebbe dovuto dimettere perché non condivideva la scelta di Scalzo alla Presidenza del Consiglio. Non lo ha fatto. E i maligni già si congratulano con lui per la nomina ad assessore regionale
Con quasi l’unanimità dei voti (solo due schede nulle), è lui il nuovo presidente del Consiglio regionale della Calabria. La sua candidatura alle regionali, a causa dei problemi giudiziari, era stata osteggiata dallo stesso Oliverio che, invece, ieri ha dato il via libera per la presidenza del Consiglio. Il Pd incassa, ma il Nuovo Centrodestra vuole la sua parte e la ottiene con la nomina a vicepresidente di Pino Gentile, cinque legislature alle spalle, ex assessore di Scopelliti e, per anni, rais di Berlusconi a Cosenza assieme al fratello Tonino, nominato da Renzi sottosegretario e poi dimessosi in seguito all’inchiesta sulle parcelle d’oro all’Asl di Cosenza (in cui è indagato il figlio Andrea).
L’altro vicepresidente è Francesco D’Agostino (eletto con la lista di Oliverio) mentre i due segretari-questori saranno Giuseppe Neri (centrosinistra) e Giuseppe Graziano (Casa delle libertà). Per l’elezione di quest’ultimo il Pd ha cambiato inciucio. Si è accordato con Forza Italia facendo confluire 8 voti dei democrat su Graziano, coimputato di Scalzo nel processo Arpacal e con lui, nell’ottobre scorso è stato rinviato a giudizio.
Nel dicembre 2012, il neo presidente del Consiglio calabrese e gli altri imputati avevano subito anche un sequestro preventivo di 500mila euro motivato dal fatto che era trapelata la notizia dell’inchiesta e c’era la possibilità concreta che le somme percepite potessero essere distratte. Stando alle indagini della Procura, al centro del processo c’è un sistema collaudato che, fino al 2010, avrebbe consentito agli imputati di trarre, dalle assunzioni irregolari, un ingiusto vantaggio patrimoniale. Ecco perché, dopo il tentativo di chiudere un conto corrente, i pm hanno emesso il provvedimento di sequestro nei confronti degli ex dirigenti dell’Arpacal.
Ritornando alla politica, il primo Consiglio regionale è stato caratterizzato dal trasversalismo. Prima l’inciucio con l’Ncd e poi quello con Forza Italia. Il tutto all’insaputa di alcuni consiglieri dello stesso Partito democratico come Nicola Irto che, a margine del Consiglio, fa riferimento a “forze oscure” capaci di “spostare e dirottare i voti a proprio piacimento e secondo i propri interessi”. “È del tutto evidente – aggiunge il consigliere Irto – che c’è stato un accordo politico tra il Pd e l’Ncd con uno scambio di voti reciprocamente controllato. Un accordo non si sa da chi gestito e comunque senza che ne fosse fatta parola coi consiglieri del Pd né coi suoi organismi politici”.
A Palazzo Campanella, il partito unico ha dato dimostrazione della sua forza. E la parola ‘dissenso’ non è contemplata né all’opposizione, né tra la maggioranza. Ci ha provato il consigliere regionale Vincenzo Ciconte che, fino a ieri mattina, si sarebbe dovuto dimettere perché non condivideva la scelta di Scalzo alla Presidenza del Consiglio. Non lo ha fatto. E i maligni già si congratulano con lui per la nomina ad assessore regionale
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