I
veri valori delle elite europee, politiche, finanziarie e mediatiche
sono venuti alla luce ieri: menzogna e retorica. Mai come ieri a Parigi
lo sprofondo tra realtà e narrazione è stato così visibile e ampio, così
realisticamente delineato nei suoi particolari. A cominciare dal
gruppetto dei leader continentali e mondiali, compresi quelli che
reprimono la libertà di espressione e persino di vita, che nemmeno ha
sfiorato la manifestazione, ma si è fatta quattro passi nell’isolamento
delle scorte in favore di telecamera, ma narrativamente alla testa della
manifestazione di Place de la Republique. Per continuare con l’Eliseo
dove Hollande ha ricevuto fior di delegazioni straniere, comprese quelle
di notori emiri finanziatori del terrorismo.
Meglio così perché come diceva Brecht “al momento di marciare molti
non si rendono conto che alla loro testa marcia il nemico”. Ma ormai è
chiaro che politici subalterni ai poteri finanziari, dentro un
meccanismo da scatola cinese, cercano di sfruttare l’allarme terrorismo
per distogliere l’opinione pubblica da ciò che stanno facendo e
riaccreditarsi come difensori della libertà a cui attentano ogni giorno,
dentro e fuori dai confini, per poter continuare imperterriti sulla
strada dei massacri sociali, per continuare a prendere in ostaggio il
futuro. Sono le stesse persone che hanno creato il golpe di sapore
nazista in Ucraina, sono le stesse che gestiscono le fila e i
finanziamenti a questo o a quel gruppo armato che è per la libertà
quando fa comodo e terrorista quando non è più controllabile, sono le
stesse che si sono buttate come falchi in Libia, che tramano in Egitto,
che mandano truppe coloniali in mezza Africa e fanno la guerra alle loro
creature, ai loro “eserciti di liberazione” quando questi si
emancipano, come è inevitabile, dalla loro tutela. Sono quelli che
creano un nemico per evitare di essere riconosciuti come nemici.
Anche ieri questi personaggi hanno cinicamente sfruttato l’emotività
della piazza per un fatto orribile, ma comunque lontanissimo dai
massacri di massa che vengono compiuti in nome dell’Occidente – alla
radice sia del terrorismo, sia della massiccia emigrazione mussulmana in
Europa – per accreditarsi come difensori delle libertà, della laicità e
per dare l’impressione visiva che questa investitura li autorizzi ad
essere ancora i condottieri dello sfascio della civiltà sociale europea.
In un deserto non solo delle idee, ma anche dell’evidenza: che
l’integralismo musulmano è un prodotto del potere occidentale in cui la
religione finisce per svolgere un ruolo identitario che s’interseca con
etnie e richieste di indipendenza e di autonomia dalle ingerenze e dalle
rapine. Un fenomeno ben conosciuto anche in Europa dove è stato un
fattore determinante dopo lo scisma protestante e che ancora oggi ha un
forte rilievo in alcuni Paesi come la Polonia. Ma che assume un
carattere e una virulenza particolari con la condanna a morte delle
ideologie per incoronare come unica quella mercatista. Il vero scontro
di civiltà è tra i concetti di solidarietà, di eguaglianza, di dignità e
questi signori chiusi dentro la loro ambigua bolla mediatica.
Guardiamola bene la foto che ho messo all’inizio del post: un giorno ce ne vergogneremo.
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