Intervista a Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista
“Con
Cofferati la pensiamo allo stesso modo sul Pd che non è riformabile e
sulle politiche neo-liberiste. A Sergio dico di costruire insieme un
percorso per costruire in Italia una sinistra unita e plurale”.
Sollecitazione che Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista
rivolge all’ex leader Cgil ma anche al dissidente dem Civati nella
conversazione con Intelligonews. Il tutto in vista delle elezioni in
Grecia con Syriza in vantaggio e dell’evento Human Factor che diventerà
anche Quirinal Factor…
Landini “chiama” Cofferati lo Tsipras italiano, l’ex leader
Cgil declina l’invito. Al netto dei rituali della politica, lei come
valuta l’opzione che comunque resta in campo?
«Il problema su cui concentrarsi è come si riesce a costruire in Italia una sinistra unita che metta assieme tutte le forze politiche, culturali, sociali, associative che sono anti-liberiste, che hanno un progetto alternativo a quello del Pd che ha sposato il liberismo. Credo sia questo il punto centrale, dopodichè chi sarà il leader lo vedremo».
«Il problema su cui concentrarsi è come si riesce a costruire in Italia una sinistra unita che metta assieme tutte le forze politiche, culturali, sociali, associative che sono anti-liberiste, che hanno un progetto alternativo a quello del Pd che ha sposato il liberismo. Credo sia questo il punto centrale, dopodichè chi sarà il leader lo vedremo».
Sì, ma lei lo farebbe un appello a Cofferati affinchè partecipi al vostro progetto?
«Assolutamente sì. Da questo punto di vista, quando dico che bisogna lavorare per tessere le fila di coloro che si collocano su questa prospettiva anti-liberista, penso che Sergio sia assolutamente di questa partita e confido che si possa costruire un percorso comune. C’è sempre questa cosa tutta italiana di mettere prima il nome e poi il progetto politico; io tendo ad avere la modalità opposta che è quella che c’è stata in Grecia: non è che Syriza è nata con Alexis, lui è emerso in questa vicenda; Podemos è uscito dopo la vicenda degli Indignados. Se c’è un progetto politico è il percorso stesso che determinerà chi ne viene riconosciuto leader e più persone ci sono, sia nomi già sperimentati politicamente sia nomi nuovi, meglio è».
«Assolutamente sì. Da questo punto di vista, quando dico che bisogna lavorare per tessere le fila di coloro che si collocano su questa prospettiva anti-liberista, penso che Sergio sia assolutamente di questa partita e confido che si possa costruire un percorso comune. C’è sempre questa cosa tutta italiana di mettere prima il nome e poi il progetto politico; io tendo ad avere la modalità opposta che è quella che c’è stata in Grecia: non è che Syriza è nata con Alexis, lui è emerso in questa vicenda; Podemos è uscito dopo la vicenda degli Indignados. Se c’è un progetto politico è il percorso stesso che determinerà chi ne viene riconosciuto leader e più persone ci sono, sia nomi già sperimentati politicamente sia nomi nuovi, meglio è».
Insomma, a Cofferati cosa direbbe?
«Noi ci siamo sentiti. Ovviamente c’è una comune analisi sul fatto che il Pd non è riformabile, sta andando da un’altra parte e la vicenda genovese delle primarie in cui si scelgono i voti della destra e gli accordi con pezzi della destra contro un parte della sinistra è evidente. Cofferati non ha votato Junker presidente della Commissione europea; con lui c’è un giudizio comune sia sul Pd che sulle politiche neoliberiste.
Il mio appello a Sergio che poi non è tanto un appello, è il seguente: lavoriamo insieme per costruire una sinistra anti-liberista e di popolo e la prima cosa da fare considerato che domenica Syriza vincerà le elezioni in Grecia, è lavorare insieme per non lasciare da soli i compagni e le compagne di Syriza.
Non possiamo stare a guardare cosa faranno in Europa perché stanno già pensando a come distruggerli; invece c’è da fare un lavoro enorme in Italia per far capire agli italiani che la battaglia di Syriza è la stessa anche da noi: se in Grecia riesce a fare un governo antiliberista, questo rafforza anche i lavoratori italiani che hanno scioperato contro il governo Renzi. Anche perché è evidente che se si riescono a cambiare le cose in un posto si riesce a cambiarle dappertutto. Dunque, occorre lavorare a un movimento non solo di appoggio a Syriza, ma su come facciamo crescere in Italia gli stessi contenuti. Penso che il ruolo di Cofferati può essere rilevantissimo proprio nella costruzione di un movimento contro la Merkel e le politiche neo-liberiste».
«Noi ci siamo sentiti. Ovviamente c’è una comune analisi sul fatto che il Pd non è riformabile, sta andando da un’altra parte e la vicenda genovese delle primarie in cui si scelgono i voti della destra e gli accordi con pezzi della destra contro un parte della sinistra è evidente. Cofferati non ha votato Junker presidente della Commissione europea; con lui c’è un giudizio comune sia sul Pd che sulle politiche neoliberiste.
Il mio appello a Sergio che poi non è tanto un appello, è il seguente: lavoriamo insieme per costruire una sinistra anti-liberista e di popolo e la prima cosa da fare considerato che domenica Syriza vincerà le elezioni in Grecia, è lavorare insieme per non lasciare da soli i compagni e le compagne di Syriza.
Non possiamo stare a guardare cosa faranno in Europa perché stanno già pensando a come distruggerli; invece c’è da fare un lavoro enorme in Italia per far capire agli italiani che la battaglia di Syriza è la stessa anche da noi: se in Grecia riesce a fare un governo antiliberista, questo rafforza anche i lavoratori italiani che hanno scioperato contro il governo Renzi. Anche perché è evidente che se si riescono a cambiare le cose in un posto si riesce a cambiarle dappertutto. Dunque, occorre lavorare a un movimento non solo di appoggio a Syriza, ma su come facciamo crescere in Italia gli stessi contenuti. Penso che il ruolo di Cofferati può essere rilevantissimo proprio nella costruzione di un movimento contro la Merkel e le politiche neo-liberiste».
Eppoi c’è Civati che immagina lo strappo dal Pd a primavera e
considera “grande” il progetto della sinistra-sinistra. Farebbe la
stessa sollecitazione a Civati?
«Mercoledì’ scorso a Roma abbiamo fatto un dibattito a Roma al quale oltre al sottoscritto c’erano Civati e Campanella il senatore ex-M5S. Io penso che questa sia la rete delle relazioni da costruire; stiamo dentro un percorso in cui da parte di tutti c’è lo stesso obiettivo e la stessa valutazione e cioè che l’azione attuale non va bene e c’è la necessità di costruire una forza anti-liberista di sinistra, larga e plurale.
Sabato e domenica scorsi a Bologna ho partecipato all’assemblea della lista “Un’altra Europa per Zypras” e i contenuti vanno nella stessa direzione. A me pare che questa cosa sia sempre più chiara, così come il fatto che nella lista Zypras italiana che si è presentata alle europee ci sono comitati, associazioni, singole persone, c’è Rifondazione, c’è l’attenzione di Sel: si è rimesso in moto un movimento e confido che in Liguria si possa aprire un vero e proprio laboratorio per le regionali e contemporaneamente aprire il laboratorio italiano.
A Bologna ho detto che non c’è da mettersi a fare le analisi del sangue, ma bisogna aggregare coloro disponibili a costruire insieme una forza di sinistra. Ho detto anche che qua non si tratta di fare un ‘fortino’, bensì un campeggio, un luogo comune in cui si può entrare senza avere ponti elevatoi anche alle tre di notte e ci si registra il mattino dopo. Esattamente l’opposto dell’idea settaria. Quello che all’inizio era un auspicio, un lavorìo, oggi si è messo in movimento».
«Mercoledì’ scorso a Roma abbiamo fatto un dibattito a Roma al quale oltre al sottoscritto c’erano Civati e Campanella il senatore ex-M5S. Io penso che questa sia la rete delle relazioni da costruire; stiamo dentro un percorso in cui da parte di tutti c’è lo stesso obiettivo e la stessa valutazione e cioè che l’azione attuale non va bene e c’è la necessità di costruire una forza anti-liberista di sinistra, larga e plurale.
Sabato e domenica scorsi a Bologna ho partecipato all’assemblea della lista “Un’altra Europa per Zypras” e i contenuti vanno nella stessa direzione. A me pare che questa cosa sia sempre più chiara, così come il fatto che nella lista Zypras italiana che si è presentata alle europee ci sono comitati, associazioni, singole persone, c’è Rifondazione, c’è l’attenzione di Sel: si è rimesso in moto un movimento e confido che in Liguria si possa aprire un vero e proprio laboratorio per le regionali e contemporaneamente aprire il laboratorio italiano.
A Bologna ho detto che non c’è da mettersi a fare le analisi del sangue, ma bisogna aggregare coloro disponibili a costruire insieme una forza di sinistra. Ho detto anche che qua non si tratta di fare un ‘fortino’, bensì un campeggio, un luogo comune in cui si può entrare senza avere ponti elevatoi anche alle tre di notte e ci si registra il mattino dopo. Esattamente l’opposto dell’idea settaria. Quello che all’inizio era un auspicio, un lavorìo, oggi si è messo in movimento».
Prossimo weekend con Human Factor promossa da Sel: ragionerete anche di “Quirinal Factor” e come, con quali nomi?
«Sabato e domenica prossimi c’è l’iniziativa organizzata da Sel alla quale non solo io sono stato invitato, e penso che sarà un passaggio di questa discussione. Vi anticipo che il sabato successivo, 31 gennaio, come Rifondazione organizziamo un seminario al quale abbiamo inviato vari soggetti, dedicato all’Europa, all’euro proprio dopo la vittoria di Syriza, nel corso del quale ragioneremo su come rapportarsi a questa situazione.
Quindi tutto va in un percorso di discussione. Sulla presidenza della Repubblica, dico la mia opinione, quella di Rifondazione Comunista: Napolitano è stato non solo garante delle politiche neo-liberiste e di austerità ma anche dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Lo ha fatto con i suoi modi, il suo garbo ma la sostanza è questa.
Noi abbiamo avanzato dei nomi, dicendo che il prossimo presidente della Repubblica non può essere un uomo del Palazzo ma deve essere un uomo della società che riesca a riallacciare i rapporti tra la metà della popolazione che non va a votare e la politica. In questo senso, il nome di Rodotà è ottimo, quello di Landini è un ottimo nome, ovvero persone che godono di una fiducia da parte del popolo per certi versi trasversale. Questa è la vera partita: per il resto quello che alla fine uscirà sarà un nome frutto dell’accordo tra Pd e Fi per garantire Berlusconi e il patto con Renzi e questo è un vero disastro».
«Sabato e domenica prossimi c’è l’iniziativa organizzata da Sel alla quale non solo io sono stato invitato, e penso che sarà un passaggio di questa discussione. Vi anticipo che il sabato successivo, 31 gennaio, come Rifondazione organizziamo un seminario al quale abbiamo inviato vari soggetti, dedicato all’Europa, all’euro proprio dopo la vittoria di Syriza, nel corso del quale ragioneremo su come rapportarsi a questa situazione.
Quindi tutto va in un percorso di discussione. Sulla presidenza della Repubblica, dico la mia opinione, quella di Rifondazione Comunista: Napolitano è stato non solo garante delle politiche neo-liberiste e di austerità ma anche dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Lo ha fatto con i suoi modi, il suo garbo ma la sostanza è questa.
Noi abbiamo avanzato dei nomi, dicendo che il prossimo presidente della Repubblica non può essere un uomo del Palazzo ma deve essere un uomo della società che riesca a riallacciare i rapporti tra la metà della popolazione che non va a votare e la politica. In questo senso, il nome di Rodotà è ottimo, quello di Landini è un ottimo nome, ovvero persone che godono di una fiducia da parte del popolo per certi versi trasversale. Questa è la vera partita: per il resto quello che alla fine uscirà sarà un nome frutto dell’accordo tra Pd e Fi per garantire Berlusconi e il patto con Renzi e questo è un vero disastro».
Allarme terrorismo: Gentiloni parla di livello di allerta “7”
per l’Italia e Alfano dà conto delle espulsioni di alcuni personaggi
sospetti mentre dalla Gran Bretagna non si eslcude un attacco imminente
in Europa. Cosa dobbiamo aspettarci?
«E’ difficile fare previsioni come abbiamo visto per il criminale attentato di Parigi. L’intelligence deve fare il suo lavoro ed ha gli strumenti per farlo; la cosa che bisogna evitare è fare campagna sull’individuare in ogni essere umano un terrorista.
L’altra cosa necessaria è che bisognerebbe smetterla con un Occidente che di fatto dà una mano all’Isis con armi e soldi. Dico che l’Europa dovrebbe togliere il Pkk di Ochalan dalla lista del terrorismo internazionale perché l’assurdo è che gli unici che combattono l’Isis sul terreno, sono considerati terroristi dall’Europa e dagli Usa».
«E’ difficile fare previsioni come abbiamo visto per il criminale attentato di Parigi. L’intelligence deve fare il suo lavoro ed ha gli strumenti per farlo; la cosa che bisogna evitare è fare campagna sull’individuare in ogni essere umano un terrorista.
L’altra cosa necessaria è che bisognerebbe smetterla con un Occidente che di fatto dà una mano all’Isis con armi e soldi. Dico che l’Europa dovrebbe togliere il Pkk di Ochalan dalla lista del terrorismo internazionale perché l’assurdo è che gli unici che combattono l’Isis sul terreno, sono considerati terroristi dall’Europa e dagli Usa».
LUCIA BIGOZZI
da Intelligo news
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