di Armando Allegretti, www.umbrialeft.it
PERUGIA
- Qualcuno parla di utopia. Altri di speranza.
Altri di una sinistra unita contro il governo Monti. Intanto stamattina
alla Corte di Cassazione si è costituito ufficialmente il comitato
promotore dei due referendum sul lavoro all’inizio presentati
dall’Italia dei Valori e successivamente aperti ad uno spettro più ampio
di forze politiche e sindacali che si battono per la difesa dei diritti
e della democrazia. Del comitato fanno parte, oltre a Di Pietro, anche
Rifondazione comunista e Sel, oltre ai dirigenti della Fiom e della
Cgil.
Si preannuncia un autunno caldo, quando da ottobre a dicembre ci sarà la raccolta delle firme che consentirà al vasto schieramento politico di tornare a lavorare a braccetto per un obiettivo comune: la democrazia nei luoghi di lavoro.
Alla vigilia della consegna delle firme, il segretario del Prc Paolo Ferrero aveva commentato così l’importante momento politico: “Domani depositeremo, insieme a un comitato unitario di cui fanno parte oltre a Rifondazione, l’IdV, Sel e altre forze politiche e sociali, i due quesiti referendari per ripristinare l’articolo 18 e per abolire l’articolo 8 della manovra finanziaria di Berlusconi. È un’occasione importante di rilancio dell’unità della sinistra su una battaglia sociale essenziale, contro le politiche del governo Monti, per i diritti dei lavoratori che i “tecnici” vanno demolendo”.
Di Pietro, dal canto suo, scrive sul proprio blog: “Quella che verrà messa in campo domani non è solo un’alternativa alla politica economica e del lavoro del governo Monti, che su questo fronte ha proseguito quelle di Berlusconi, ma anche all’assassinio della democrazia che si sta perpetrando in questo Paese”.
E intanto c’è chi già è contrario alla raccolta firme sul nuovo referendum. Si tratta di Rosy Bindi che stamattina, ospite a Omnibus su La7 ha detto: “Non firmerei i quesiti sulla riforma del lavoro perchè questa riforma che parte dall'articolo 18 è frutto di una sintesi a cui abbiamo contribuito anche noi come Pd in maniera determinante e perchè penso che la modifica all'articolo 18 sia assolutamente europea”.
Si preannuncia un autunno caldo, quando da ottobre a dicembre ci sarà la raccolta delle firme che consentirà al vasto schieramento politico di tornare a lavorare a braccetto per un obiettivo comune: la democrazia nei luoghi di lavoro.
Alla vigilia della consegna delle firme, il segretario del Prc Paolo Ferrero aveva commentato così l’importante momento politico: “Domani depositeremo, insieme a un comitato unitario di cui fanno parte oltre a Rifondazione, l’IdV, Sel e altre forze politiche e sociali, i due quesiti referendari per ripristinare l’articolo 18 e per abolire l’articolo 8 della manovra finanziaria di Berlusconi. È un’occasione importante di rilancio dell’unità della sinistra su una battaglia sociale essenziale, contro le politiche del governo Monti, per i diritti dei lavoratori che i “tecnici” vanno demolendo”.
Di Pietro, dal canto suo, scrive sul proprio blog: “Quella che verrà messa in campo domani non è solo un’alternativa alla politica economica e del lavoro del governo Monti, che su questo fronte ha proseguito quelle di Berlusconi, ma anche all’assassinio della democrazia che si sta perpetrando in questo Paese”.
E intanto c’è chi già è contrario alla raccolta firme sul nuovo referendum. Si tratta di Rosy Bindi che stamattina, ospite a Omnibus su La7 ha detto: “Non firmerei i quesiti sulla riforma del lavoro perchè questa riforma che parte dall'articolo 18 è frutto di una sintesi a cui abbiamo contribuito anche noi come Pd in maniera determinante e perchè penso che la modifica all'articolo 18 sia assolutamente europea”.
Della Vecchia:Depositati referendum sul lavoro. Ora subito il comitato in Umbria
Si tratta di rilanciare l’unità della sinistra umbra su una battaglia fondamentale contro le politiche del governo Monti e dei partiti che lo sostengono. Infatti le questioni in ballo si intrecciano con una crisi economica pesante nella nostra regione che si sta scaricando tutta sulle fasce più deboli della società con un aumento significativo delle povertà, della disoccupazione e della precarietà: casse integrazioni, mobilità, licenziamenti, debolezza del sistema produttivo e chiusura di aziende sono purtroppo all’ordine del giorno. Lo abbiamo detto e continuiamo a dirlo: insieme alle ricadute pesanti sul piano sociale per i tagli del governo a stato sociale, sanità e trasporti, c’è in Umbria una grande questione del lavoro. Per questo l’iniziativa referendaria è una grande occasione in Umbria per costruire un fronte politico e sociale unitario contro le politiche di austerità del governo Monti che hanno aggravato la crisi nel Paese e nella nostra regione.
Luciano Della Vecchia
Segretario Regionale Prc-FdS Umbria
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