“Tuttavia questi fattori endogeni non
sono di per se’ le cause maggiori della situazione attuale (quella
europea ndr), ma effetti collaterali di una scelta strategica di modello
sviluppo economico e sociale che risale alla fine degli anni Sessanta
del Novecento. Una scelta che, al monito sui “limiti dello sviluppo”,
segnalato da più parti e dal Club di Roma in particolare (1972), ha
trasformato un modello di economia e di società basato su un capitalismo
espansivo e fordista – forti investimenti diretti esteri per la
conquista graduale di nuovi mercati e produzione di massa per consumo di
massa – in un modello di crescita intensivo e introverso. Quindi un
modello di “apartheid globale” fondato sui tre centri maggiori
dell’Occidente, cioè Giappone, Unione europea e Usa. Questo ha dato vita
alla Triade e ha messo in moto il processo di marginalizzazione
economica che ha portato alla crisi delle economie in Africa e America
Latina e, all’interno dei Paesi europei, alla distruzione dei sistemi di
Welfare”.
Scritto in modo asciutto e incalzante,
quasi come la sceneggiatura di un film, il nuovo libro di Bruno Amoroso,
“Figli di Troika” edito da Castelvecchi, apre con un preambolo, da cui
e’ tratto il brano che ho riportato, che sembra uno di quegli antefatti
che proprio nei film precedono, e spiegano, lo svolgersi successivo
degli avvenimenti.
Avvenimenti che vanno dalla Triade alla
Troika, nella realizzazione di quella strategia del capitale concepita
in quel volgere di tempo, appunto la fine degli anni ’60, quando il
capitalismo sembra avviato ad una crisi irreversibile. Quello di
Amoroso, economista di fama internazionale rimasto fedele agli
insegnamenti del suo grande maestro, Federico Caffè, e’ un argomentare
duro e impietoso, che non fa sconti. Tanto meno al campo che avrebbe
dovuto resistere e contrapporsi a questa nuova strategia del Capitale e
che ha finito con l’essere sussunto o sconfitto.
Non c’è dubbio che i propositi della
Triade si siano ampiamente realizzati. Sconfitto, in buona parte, anche
quel movimento che ha provato a fondare l’idea di un’altra
globalizzazione, perche’ troppo forte e’ risultata quella pensata e
imposta dal Capitale. Che, dopo i moti di Seattle, si e’ subito
impegnato a sussumere nella governance parti di quello stesso movimento.
Cosi’ come molte Ong sono state cooptate nelle cosiddette “guerre
umanitarie”.
Ma gli strali di Amoroso sono rivolti
tutti a loro, gli artefici della crisi economica, come recita il
sottotitolo. Così descrive gli agenti di questa strategia: “Gli
“incappucciati della finanza” agiscono oggi a viso scoperto, con ruoli
istituzionali e con l’autorità auto-attribuitasi dalle istituzioni della
globalizzazione, reclutano tra i nostri giovani i futuri sicari della
economia globale, mettono in atto le loro strategie di
“marginalizzazione economica” delle economie e di “destabilizzazione
politica” delle istituzioni e degli Stati”.
Il libro offre una conoscenza
ravvicinata di quel Potere unico, che e’ l’evoluzione del Pensiero unico
che lo ha concepito, che si e’ edificato in questi 40 anni. Un Potere
unico che ha naturalmente sede negli Usa, ma che si materializza in
strutture economiche-finanziarie di portata multinazionale. C’e’ un trust
di Banche, Assicurazioni e Fondi, figlio di quel processo di
privatizzazione e liberalizzazione della finanza, iniziato da Regan e
continuato con Clinton. L’ape regina e’ la Goldman Sachs, quella con le
maggiori propaggini globali, che riguardano pesantemente anche l’Italia.
Ma sarebbe un errore, spiega Amoroso,
credere che tutto dipenda da una finanza autonoma e deviata. In realtà
essa resta strumento di quella scelta ricordata in premessa, di
“trasformare un sistema capitalistico basato sullo sfruttamento del
lavoro con la produzione di massa e il consumo di massa (capitalismo
fordista-keynesiano) in un sistema di apartheid fondato sui consumi
high-tech per uso civile e militare, e sulla rapina dei risparmi
(pubblici e privati) per finanziare la sostenibilità di questo costoso
sistema di produzione e di potere. Pertanto, a mio avviso, chi pensa che
basti controllare la moneta a livello nazionale o controllare la
finanza speculativa, non capisce che queste sono oggi gli effetti del
progetto capitalistico di “apartheid globale”, basato sulla rendita e
sul controllo militare e civile delle economie, e non la causa. Un
progetto che non ha bisogno dei ceti medi e dei lavoratori in Occidente,
e che quindi smantella anche tutte le forme di welfare e di reddito non
necessario al suo piano di dominio.”
Non e’ dunque un caso che lo sviluppo
della UE assomigli ad una sorta di banana, figura che risulta dalle aree
coinvolte che arrivano fino alla Padania, e che si avvalga di una
sistematica spoliazione delle aree meridionali. Il libro ricostruisce
come rispetto alla Grecia, a Cipro, ma anche all’ Irlanda si sia usata
da parte della Troika la stessa cassetta degli attrezzi messa a punto
dalla Triade e ampiamente collaudata negli anni ’80 in Africa e America
Latina. Una cassetta degli attrezzi che prevede che al Paese oggetto
delle attenzioni vengano sistematicamente sottratte sovranità e risorse.
Questa pratica richiede naturalmente di
essere sostenuta da un apparato di consenso forte ed agguerrito. E
questo apparato e’ stato forgiato negli anni ed ha portato ad una
occupazione sistematica dei luoghi di elaborazione, come le università,
da parte degli epigoni del pensiero unico e alla creazione di nuovi
circoli di lobbing. E’ la storia della Trilateral e di organizzazioni
come il Club Bilderberg. Amoroso ne ricorda molti dei soci che hanno
acquisito ruoli fondamentali nella direzione di strutture finanziarie
politiche, con quel meccanismo delle porte girevoli ben descritto anche
da Gallino. Tra loro, cosi’ come tra gli uomini che hanno avuto
relazioni con la Gloldman Sachs, si trovano per altro numerosi dei
recenti Presidenti del Consiglio italiani.
La capacita’ di fare “egemonia” di
questo potere unico porta ad una sostanziale sussunzione della politica,
e alla marginalizzazione “forzata” di chi prova ad opporsi. E si
estende pesantemente sul sistema mass-mediale.
Amoroso accompagna il racconto delle
nomenclature del potere unico, fornendo la composizione della Troika che
si occupa ad esempio di Grecia, con quello delle sue “narrazioni”.
L’idea di “governance” si va sostituendo a quella di governo, relegando
quest’ultima a mera gestione delle penurie laddove la ricchezza e’
appannaggio della prima. Si edifica l’economia del terrore, in cui e’
centrale l’elemento del debito come chiave e leva per la espropriazione
sistemica di democrazia e beni.
Uno spazio importante e’ dedicato a
Mario Draghi di cui vengono ricostruiti passaggi di ruoli e di funzioni,
le molte porte girevoli, che lo vedono protagonista in momenti di
grande importanza come quello della privatizzazione del sistema bancario
italiano, poi dello scoppio della crisi globale e infine della sua
gestione attuale.
Sono, quelle di Amoroso, 84 pagine che
pesano come pietre. Come pesante come pietra appare, al confronto, il
silenzio delle sinistre occidentali, europee e italiane.
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