Nella speciale classifica, stanno peggio di noi solo Romania, Ucraina e Russia. I vertici aziendali nostrani guadagnano in media 957 dollari l'ora, quelli tedeschi, poco più della metà
di CARLO CLERICETTI, La Repubblica
MILANO - Quanti giorni deve lavorare una
persona che prende uno stipendio medio per guadagnare quanto il suo
capo-azienda prende in una sola ora? Quasi 10 giorni in Italia, più o
meno il doppio che in Gran Bretagna o in Svezia che già non sono, tra i
paesi europei, quelli dove questo rapporto è tra i più bassi. Peggio di
noi solo Romania, Ucraina e Russia. Lo si rileva da una tabella
elaborata dall'Economist, che contiene anche una notizia forse ancora
più stupefacente: i nostri Ceo - ossia i capi-azienda - sono i più
pagati tra quelli dei 22 paesi presi in considerazione, con ben 957
dollari l'ora. I Ceo tedeschi ne guadagnano poco più della metà, 546,
più o meno come quelli francesi (551), mentre gli inglesi arrivano a due
terzi (616).
Naturalmente si tratta di medie, sia per le retribuzioni dei manager che per quelle dei dipendenti (quest'ultima ottenuta
combinando le retribuzioni del settore privato con le ore lavorate in media per settimana). Sulla precisione assoluta dei dati non c'è da scommettere perché è molto difficile che queste statistiche siano impeccabili, ma è invece molto probabile che i rapporti offrano un quadro attendibile della situazione reale. Scopriamo così che la "forbice" delle retribuzioni è in Italia tra le più ampie, mentre la Norvegia è campione di egualitarismo seguita a poca distanza dalla Svizzera, dove pure è in preparazione un referendum che vuole limitare a un massimo di 12 volte la differenza tra le retribuzioni più alte e quelle più basse. Gli altri paesi in coda a questa classifica (cioè con le differenze minori) sono Germania, Danimarca, Irlanda e Islanda.
LA CLASSIFICA
Naturalmente si tratta di medie, sia per le retribuzioni dei manager che per quelle dei dipendenti (quest'ultima ottenuta
combinando le retribuzioni del settore privato con le ore lavorate in media per settimana). Sulla precisione assoluta dei dati non c'è da scommettere perché è molto difficile che queste statistiche siano impeccabili, ma è invece molto probabile che i rapporti offrano un quadro attendibile della situazione reale. Scopriamo così che la "forbice" delle retribuzioni è in Italia tra le più ampie, mentre la Norvegia è campione di egualitarismo seguita a poca distanza dalla Svizzera, dove pure è in preparazione un referendum che vuole limitare a un massimo di 12 volte la differenza tra le retribuzioni più alte e quelle più basse. Gli altri paesi in coda a questa classifica (cioè con le differenze minori) sono Germania, Danimarca, Irlanda e Islanda.
LA CLASSIFICA
La
tabella esamina anche le retribuzioni più basse e anche qui l'Italia è
messa malissimo. E' alla pari con l'Ungheria e peggio, oltre ai tre
paesi dell'Est ricordati sopra, sta solo la Spagna. E' una situazione
che fa un po' a pugni con il famoso "declino" in cui da tanti anni
l'Italia si dibatte: che, certo, sarà in buona parte colpa dei politici,
ma davvero i nostri supermanager possono chiamarsene fuori? Forse
bisognerebbe smetterla di parlare di costo del lavoro e cominciare
invece a discutere di costo del management.
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