DURERA’ QUESTA CIVILTA’?
Addirittura dalla Nasa arriva un allarme forte sulla capacità di tenuta e di futuro di questa civiltà. Nello studio si mettono a confronto le crisi di grandi civiltà antiche per avvertire che anche i loro sovrani hanno creduto di poterne dominare i processi, finché qualcosa è avvenuto che le ha fatte deragliare. Si può ovviamente dissentire, ma quel che colpisce è l’individuazione delle due cause che, congiuntamente, determinerebbero la crisi delle civiltà: l’impoverimento delle risorse disponibili (tesi principe dell’ecologismo) e l’esplosione della diseguaglianza sociale, con la violenta stratificazione della società in una realtà sociale formata dalle élites e, dall’altra, in quella delle popolazioni impoverite (la lettura di classe della globalizzazione capitalistica e della sua crisi).
La tesi è che la crisi di civiltà si genera quando il controllo delle élites blocca la ridistribuzione della ricchezza prodotta, generando un collasso del lavoro salariato e degli strati popolari. A rispondere a questa emergenza troviamo una pantomima impresentabile che pretende di opporre al populismo la difesa della democrazia. In realtà c’è un populismo che anima (anche pericolosamente) la società civile e un populismo che si è insediato nella stanza dei bottoni. Il populismo di stato si chiama bonapartismo o, più opportunamente, applicato al caso nostro, neo-bonapartismo. Le liste Tsipras sono chiamate a rompere questo gioco a somma zero. E’ un compito difficilissimo, ma è giusto provarci.
FAUSTO BERTINOTTI
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