Mettamola così: forse invecchio io. Forse pretendo troppo. E allora aiutatemi e spiegatemi questa cosuccia.
Un viceministro del governo in carica (Riccardo Nencini, infrastrutture) va in televisione (Agorà, stamattina) e dice in soldoni questo: la riforma della legge elettorale che abbiamo fatto (l’Italicum) serve a far fuori il M5S (un partito con 25 per cento dei voti, ndr). In sostanza è un’alleanza tra il primo e il secondo partito per tenere fuori da ogni gioco il terzo.
Potrei anche capire: la logica del ballottaggio è quella, la lotta si riduce a due e chi è terzo, anche se è terzo per un pelo, sta fuori. Non mi piace, non sono d’accordo, mi sembra un po’ antidemocratico. Se si aggiungono le soglie di sbarramento altissime, mi sembra pure peggio. Però ha una sua logica: la lotta per la maggioranza parlamentare si riduce ai due primi partiti, QUALUNQUE ESSI SIANO.
Invece l’incauto Nencini prosegue con il suo ragionamento e dice: ora che l’M5S sarà il secondo partito quella riforma di legge elettorale decade, non ci serve più.
Se volete le parole esatte trovate il video qui.
Ora, ognuno valuti questa cosa, che a me sembra un’enormità.
E, siccome le enormità non vengono mai da sole, mi pare assurdo che un viceministro vada a dire una cosa simile in tivù e i due maggiori quotidiani italiani online, Repubblica e Corriere, non pubblichino nemmeno una riga sulla questione.
Ho cercato, ho cercato.
Ho trovato il cane che si comporta come un gatto e la piovra che non può intrecciare i tentacoli. Ho trovato le faccende private sull’affidamento della figlia di Balotelli e Barbara Berlusconi che parla del Milan. Ma del viceministro del governo che rivela che la riforma elettorale è (era) ad partitum (anzi, contra partitum) niente. Nemmeno una smentita. Nemmeno un pietoso “sono stato frainteso”. (Scrivo alle 17 passate, quasi otto ore dopo le parole di Nencini)
Ora, io non voterò né il primo, né il secondo né il terzo partito (chiunque sia il primo, il secondo e il terzo), ma ci sarebbe una cosuccia chiamata “democrazia” che mi interesserebbe anche se sono minoranza (anzi, forse proprio perché sono minoranza) e che dice che le regole che si scrivono devono essere neutre e valere per tutti, non abbandonate se chi era terzo diventa secondo. E se Nencini parlava a titolo personale, chi ha scritto quella riforma dovrebbe forse smentire, precisare, dire qualcosa… Invece, niente… mah…
Magari invecchio io. Ma voi aiutatemi e spiegatemi questa cosuccia.
Un viceministro del governo in carica (Riccardo Nencini, infrastrutture) va in televisione (Agorà, stamattina) e dice in soldoni questo: la riforma della legge elettorale che abbiamo fatto (l’Italicum) serve a far fuori il M5S (un partito con 25 per cento dei voti, ndr). In sostanza è un’alleanza tra il primo e il secondo partito per tenere fuori da ogni gioco il terzo.
Potrei anche capire: la logica del ballottaggio è quella, la lotta si riduce a due e chi è terzo, anche se è terzo per un pelo, sta fuori. Non mi piace, non sono d’accordo, mi sembra un po’ antidemocratico. Se si aggiungono le soglie di sbarramento altissime, mi sembra pure peggio. Però ha una sua logica: la lotta per la maggioranza parlamentare si riduce ai due primi partiti, QUALUNQUE ESSI SIANO.
Invece l’incauto Nencini prosegue con il suo ragionamento e dice: ora che l’M5S sarà il secondo partito quella riforma di legge elettorale decade, non ci serve più.
Se volete le parole esatte trovate il video qui.
Ora, ognuno valuti questa cosa, che a me sembra un’enormità.
E, siccome le enormità non vengono mai da sole, mi pare assurdo che un viceministro vada a dire una cosa simile in tivù e i due maggiori quotidiani italiani online, Repubblica e Corriere, non pubblichino nemmeno una riga sulla questione.
Ho cercato, ho cercato.
Ho trovato il cane che si comporta come un gatto e la piovra che non può intrecciare i tentacoli. Ho trovato le faccende private sull’affidamento della figlia di Balotelli e Barbara Berlusconi che parla del Milan. Ma del viceministro del governo che rivela che la riforma elettorale è (era) ad partitum (anzi, contra partitum) niente. Nemmeno una smentita. Nemmeno un pietoso “sono stato frainteso”. (Scrivo alle 17 passate, quasi otto ore dopo le parole di Nencini)
Ora, io non voterò né il primo, né il secondo né il terzo partito (chiunque sia il primo, il secondo e il terzo), ma ci sarebbe una cosuccia chiamata “democrazia” che mi interesserebbe anche se sono minoranza (anzi, forse proprio perché sono minoranza) e che dice che le regole che si scrivono devono essere neutre e valere per tutti, non abbandonate se chi era terzo diventa secondo. E se Nencini parlava a titolo personale, chi ha scritto quella riforma dovrebbe forse smentire, precisare, dire qualcosa… Invece, niente… mah…
Magari invecchio io. Ma voi aiutatemi e spiegatemi questa cosuccia.
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