La fantasia degli economisti per giustificare le previsioni sballate, è straordinaria, meriterebbe un Nobel molto più dei fumosi tentativi di trovare o di spacciare leggi universali. Da qualche mese la meteorologia è stata arruolata in questa appassionata narrazione, visto che proprio non si riusciva a trovare qualche giustificazione plausibile alla mancata ripresa data ormai per certa. Il pil dell’Olanda va giù del 1,2% nel primo trimestre del 2014? Colpa dell’inverno troppo mite che ha ridotto il consumo di gas ed energia elettrica ed è la stessa giustificazione che si adotta per la mancata crescita italiana. Chissà poi come si spiega la crescita tedesca dello 0,8% visto che le il clima più mite ha coinvolto l’intero continente. Ma ecco che arriva anche il tonfo dell’ 1% dell’economia Usa, come spiegarlo? Jason Furman, presidente dei consiglieri economici del capo della Casa Bianca non ha dubbi: l’inverno troppo rigido che avrebbe frenato le attività economiche.
Ormai siamo alle comiche, la mitica ripresa è divenuta un atto di fede da recitare al momento dei telegiornali e una necessità politica per le elite al potere: la latitanza del miracolo spinge a trovare le più singolari spiegazioni per la teologia salvifica del liberismo. Cosa dirà Renzi quando diventerà chiaro che l’Italia rischia un altro segno meno, che è colpa delle mezze stagioni? Certo da settembre in poi quando i metodi di calcolo del Pil verranno cambiati introducendovi spese militari, assicurative, prodotti semilavorati di reimportazione e arruolando anche prostituzione e delinquenza, si potrà presumibilmente abbandonare la spiegazione climatica: si dirà che Genny la bionda ha battuto la fiacca o che Ciro ‘O animale ha bruciato meno rifiuti del solito.
Certo non si può spiegare facilmente come l’interscambio commerciale globale si sia ridotto del 2,7% nel primo trimestre dell’anno in assenza di un diluvio universale. L’unica cosa sicura è la ripresa c’è, per i fondelli.
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