Renzi
Renzi ha commesso un
altro errore, stavolta clamoroso. Fin qui, complice il vento in poppa soffiato
da tutti i media, nazionali e non, le sue mossette furbette erano state accolte
come peccati di gioventù, scivolate dettate dall'inesperienza in fatto di governo
nazionale (fare il sindaco di Firenze è sicuramente più semplice), insomma
dettagli di cui non preoccuparsi troppo.
E dire che la carne
messa a fuoco – e lasciata allegramente bruciare – era di dimensioni tali da
togliere il fiato a un paese in debito d'ossigeno. A parte le “riforme
strutturali” in campo economico (apprendistato, contratti a termine, jobs act),
benedette dai media padronali come “la svolta di cui il paese ha bisogno”
(tacendo dei lavoratori dipendenti tutti, che evidentemente fanno parte di un
altro paese), basterebbe conteggiare l'abolizione del Senato, delle province,
la riforma costituzionale, una legge elettorale che aggrava proprio le storture
del “porcellum” cassate dalla Consulta.
La popolarità
effettiva del premier venuto dal nulla ne era stata scalfita a livello
popolare, ma non nel gradimento dei media. Ovvero dei loro proprietari. E poi
si sa, il popolo è mutevole, inutile dargli retta...
Il “codicillo del
3%”, interpretato da tutti come il sospirato salvacondotto per Berlusconi, ha
ora scoperchiato le perplessità della classe dominante sulle capacità
dell'attore di Pontassieve di mantenere il controllo della macchina
salvaguardando l'interesse generale delle imprese. E non soltanto di una
(Mediaset, per dirla facile).
Tutte le principali
testate riconoscono che quella “manina” che ha inserito l'art. 19 bis nella
delega fiscale appartiene a Renzi stesso. Del resto, nessuno può pensare che
l'ex capo dei vigili urbani fiorentini, Antonella Manzione, arrivata nel gir
odi un mattino alla guida alla guida del dipartimento giuridico di Palazzo
Chigi, possa aver agito autonomamente. Immaginatevi voi un funzionario
“miracolato”, passato dal dirigere il traffico in una città semi-pedonalizzata
a sorvegliare la correttezza giuridica delle innovazioni legislative decise dal
governo (e non più dal Parlamento, se a vi sembra solo un piccolo
dettaglio...), che – a conclusione del consiglio dei ministri – prende il
testo approvato dal premier e da Padoan (per dire soltanto i principali) e vi
copia-e-incolla quattro righe che possono cambiare il quadro politico del
paese. Roba da arresto immediato, altro che disguido o disattenzione...
L'unica ipotesi
realistica dunque è che si sia trattato di un dei tanti “piccoli golpe” in cui
Renzi si sta specializzando. Interessante, non trovate, anche questo stile di
governo... Ci si riunisce, si discute, si litiga, si trova “la sintesi”, si
firma un testo e poi il primo ministro lo cambia nella notte, per esser sicuro
che il cosiddetto “capo dell'opposizione” voti il suo candidato a presidente
della Repubblica, oltre alla legge elettorale, quella di stabilità e
quant'altro sarà necessario. E meno male che non stanno al governo insieme,
sennò chissà cosa Potevano combinare!
Uno stile da
salumieri (con tutto il rispetto per la categoria) che ora preoccupa gli
sponsor (da IlSole24Ore al Corriere della Sera, per non parlare
di Repubblica). Il pericolo che vedono, infatti, è di ritrovarsi un
governo azzoppato dall'improvvisazione di un giovincello esperto solo in
“sòle”, ormai invischiato in una matassa di promesse incompatibili fra loro,
con interessi opposti. Come un vecchio democristiano qualsiasi, e neanche di
quelli bravi...
Siccome si tratta di
sponsor padronali, per stare al merito della vicenda di oggi, la paura è che –
per rimetter mano al “codicillo” e renderlo meno berlusconiano – si finisca per
rinviare la delega fiscale ai tempi lunghi. Mentre le imprese rivendicano di
aver bisogno subito – anzi: da qualche anno – di vedersi ridurre la pressione
fiscale. Un classico caso di eccesso di furbizia che produce una empasse.
Dite che non ci siamo
affatto occupati dell'aspetto “morale”? Dello scandalo di un segretario-premier
sedicente di centrosinistra che amoreggia col Caimano regalandogli la
riverginità giudiziaria? Scusate: ma da quando in qua c'è “morale”, nei governi
di questo paese?
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