mercoledì 18 febbraio 2015

Flamini/Prc Umbria: “Legge elettorale: un patto del nazareno in salsa umbra”

La Legge Elettorale approvata ieri sera dal Consiglio regionale conferma le più fosche previsioni delle settimane precedenti: il Partito Democratico, con il sostegno dei socialisti e di tre consiglieri del centrodestra, ha ottenuto dall’aula un dispositivo volto a facilitare l’attribuzione della maggioranza assoluta del futuro Consiglio alla lista che conseguirà il maggior risultato tra quelle sostenitrici del candidato presidente vincente. 
Siamo di fronte ad una legge elettorale peggiore di quella in discussione a livello nazionale, benché i protagonisti siano sostanzialmente gli stessi, renziani e berlusconiani. Prova ne è l’approvazione dell’emendamento che dispone l’attribuzione automatica al candidato presidente “miglior perdente” di un seggio tra gli otto previsti per le minoranze; una sorta di premio di consolazione, con il quale il Partito Democratico ha costruito l’accordo con una parte dei consiglieri di centrodestra e che sancisce la presenza di un un autentico “patto del nazareno in salsa umbra”, che va ben oltre la legge elettorale. 
Alla faccia della “specificità umbra”, un partito costruisce regole che gli consentono potenzialmente di ottenere la maggioranza assoluta del Consiglio Regionale, istituendo a tal scopo una corsia preferenziale per il più fido alleato e la più consociativa delle opposizioni, facendosi beffa dell’unico e vero principio costituzionale da dover rispettare che non è la “governabilità”, bensì la rappresentanza. A parte che bisognerà fare i conti con l’elettorato, si corre il rischio anche in Umbria che questa legge favorisca un pesante astensionismo mettendo ancora più in discussione il regionalismo così come lo abbiamo conosciuto. Ribadiamo per questo il giudizio di incompatibilità di tale sistema elettorale con i principi costituzionali, visto che rischia di stravolgere del tutto la volontà elettorale rispetto alle candidature al Consiglio regionale, un sistema che fa carta straccia della stessa sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto decadere il famigerato porcellum, come denunciato in aula dal nostro gruppo consiliare. Se ci fossero ricorsi contro la legge elettorale appena approvata e se venissero accolti, decretandone bocciatura, ci troveremmo di fronte alla delegittimazione dell’intero consiglio regionale che verrà eletto a maggio, con un danno senza precedenti per l’autorevolezza stessa delle istituzioni democratiche.
La liquidazione sostanziale del centrosinistra umbro si è pertanto tradotta in norma di legge. È indispensabile adesso rafforzare il confronto tra le forze politiche e sociali che intendono contrastare la svolta autoritaria impressa a tutti i livelli di governo del territorio dal Partito Democratico, costruendo una proposta per il governo della regione che si ponga in alternativa all’impianto neoliberista e neocentralista alla base della devastante crisi economica e sociale e contribuendo a riaprire, in Umbria come nel resto del Paese, nuovi spazi di democrazia, di libertà e di emancipazione.
Enrico Flamini
Segretario Regionale Prc Umbria

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