sabato 7 febbraio 2015

"Unire la sinistra fuori e contro i socialisti che sono i servi dei banchieri". Intervista a Paolo Ferrero


Di fronte alla sfida della Grecia Ue e Bce rispondono pesantemente ma in realtà non sanno cosa fare per tenere unito il quadro. Tu che idea ti sei fatto?
Più che altro, la vittoria di Syriza con quel programma ha determinato la rottura della narrazione dominante. La narrazione dominante era che l’Europa era divisa tra gli europeisti e gli nazionalisti razzisti. E invece le elezioni in Grecia hanno detto che l’Europa è divisa tra chi sostiene le politiche liberiste e chi è contrario. E loro stanno cercando di soffocare il Governo di Syriza sul nascere perché se va avanti è evidente che rischiano o di sfasciare l’Europa o di far si che Syriza porti a casa dei risultati innescando così il contagio politico verso gli altri popoli europei. I popoli si potrebbero rendere conto che invece di regalare soldi agli speculatori si può usaare la banca centrale per politiche di welfare e di crescita. Syriza ha evidentemente aperto una contraddizioni tra le classi dominanti.

Ha colto il punto debole...
Tra i nostri alleati, anche se sembra paradossale dirlo, c’è Obama che, tra ha mille problemi interni e guai con la Russia, vuole evitare che la Grecia venga bastonata. Ed è una contraddizione vera nel loro campo. Penso che la cosa importante sulla quale possiamo lavorare è costruire un movimento di massa in Europa a favore non della Grecia ma delle proposte del Governo greco. Proposte che non servono solo alla Grecia ma aprirebbero una strada diversa per tutti i popoli europei.

Il movimento anti-austerità sembra andare avanti per tentativi, mentre la Sinistra europea almeno ha costruito da tempo un polo unitario...
Non penso che siamo andati per tentativi. L’unica cosa che c’è ora in Europa è la sinsitra europea, certo. Finora era fatta da partiti piccoli o piccolissimi ed adesso ha vinto su un fronte. Ieri a Parigi c’è stata una manifestazione di solidarietà. A Berlino c’era una delegazione della Linke ad accogliere Varoufakis. Ci sarà una giornata di mobilitazione europea quando si terrà l’eurogruppo in tutte le capitali europee. Stiamo lavorando a far sì che il partito della sinistra europea svolga la sua funzione di partito e cioè coordini e metta insieme le azioni per riuscire a costruire questo movimento, che naturalmente deve essere più ampio che non la sola sinsitra euoropea. Ad esempio il fatto che in Italia la Fiom abia dato l’adesione e la Cgil ne discute domani mattina. La stessa Ig-Metal ha dato l’adesione ad un appello a favore della Grecia. E poi ci sono i sindacati belgi che sono a favore. Cioè, in breve, c’è la possibilità di costruire effettivamente una mobiltazione del movimento operaio europeo, sganciandolo dai socialisti che governano con la Merkel e fanno le politiche neoliberiste, e su una posizinoe avanzata come quella di Syriza che, certo, non è l’uscita dal capitalismo ma l’uscita dalle politiche di austerità ed è una forzatura rispetto al neoliberismo. E quindi questa mi sembra la partita. E il nodo è riuscire a costruire un movimento europeo in tutti i paesi in modo da fermare e sconfiggere la principale offensiva borghese che c’è, che è quella di dire se si dà ragione a Syriza il conto lo paghiamo noi. Invece bisogna spiegare che se Syriza vince il conto lo pagano i banchieri non noi. Anzi tutti i popoli ne possono trarre un vantaggio perché si può togliere la questione del debito di tutti i paesi europei dalle mani degli speculatori.

Una domanda più specifica sulle conseguente del QE, visto che te ne sei occupato nel tuo libro. Produrrà inflazione, e va bene; ma con i salari in regressione sarà un disastro per le classi lavoratrici...
Questo QE è una misura puramente monetaria e non incide sulla struttura. Immette moneta ma lo fa malamente. Per dar ragione alla Germania hanno fatto si che l’ottanta per cento delle coperture ricadano sui vari paesi. Questo apre un varco alla speculazione che in questo modo può scommettere sulla spaccatura dell’euro. E quindi il primo effetto del QE non è il rilancio dell’economia ma la riapertura per gli speculatori di uno spazio di manovra che l’operazione di due anni fa della Bce aveva chiuso. La seconda questione è che non è per nulla detto che il QE rilanci l’economia. Le aziende non fanno investimenti perchè non c’è domanda e quindi sbocchi di mercato. Non è vero quindi che le aziende siano interessate ad avere soldi per gli investimenti. Se il QE funzionasse potrebbe determinarsi la cosa che dici tu ma non sono sicuro nemmeno che arriviamo a quel punto. Potrebbe verificarsi la trappola della liquidità in cui c'è molto denaro disponibile che non viene usato. E’ la classica figura del cavallo che non beve usata spesso dagli economisti. In più, il fatto che la banca centrale fa pagare un tasso di interesse fa si che le banche prima di prendere i soldi ci pensino tre volte.

Sostenere la Grecia richiede una mobilitazione immediata e di una certa consistenza. Forse ci vorrebbe più energia...
Ai compagni e alle compagne di rifondazione non posso chiedere di metterci più energia perché in questi mesi hanno tenuto in piedi in modo quasi eroico il partito e si sono sbattuti a destra e a sinistra. La cosa che secondo me necessita è la comprensione di un punto: è finita al guerra di trincea. Il Governo greco è uscito allo scoperto e siamo in una guerra di movimento in cui bisogna essere rapidi. E il punto della rapidità è riuscire a far capire al popolo italiano che il Governo greco non difende solo i suoi interessi ma gli interessi di tutti i popoli contro i banchieri. E che si è riaperta la lotta di classe in Europa non solo più dall’alto ma dal basso. E questo grazie a un governo, anche se la cosa appare paradossale. Bisogna cogliere l’attimo e essere capaci di costruire un grande fronte di lotta che usi la posizione di forza del Governo greco per scardinare le politiche di austerità. Cioè, che metta in scacco Merkel perché la posta in gioco è enorne.

Con quale formula di unità a sinistra?
Di quelli antiliberisti e contro l’austerità, nella chiarezza però che il Pd non c’entra niente perché il Pd sta dall'altra parte della barricata come tutti i socialisti europei. Quindi, il principale ostacolo che c’è in Europa è dato dai socialisti che sono in alleanza con i popolari e mettono in atto queste politiche neoliberiste. E quindi bisogna unire la sinistra fuori e contro i socialisti che sono semplicemente dei servi dei banchieri.

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