sabato 7 febbraio 2015

«La Grecia dimostra che è possibile Ora tutta l’Europa alzi la testa»

Atene chiama, Roma risponde. Il 14 febbraio, nella capitale, la manifestazione nazionale in solidarietà con il governo Syriza
Un cam­bio di toni improv­viso (dai sor­risi di Mat­teo Renzi all’indirizzo di Tsi­pras, «par­liamo la stessa lin­gua del cam­bia­mento», al suo imme­diato rial­li­nea­mento alla Bce di Mario Dra­ghi), a cui è seguita una mobi­li­ta­zione imme­diata. Che si estende di ora in ora. Ieri, men­tre dall’Europa si rin­cor­re­vano le dichia­ra­zioni sulle pro­po­ste del nuovo governo greco, i fir­ma­tari dell’appello «Cam­bia la Gre­cia, cam­bia l’Europa» hanno con­vo­cato una mani­fe­sta­zione nazio­nale a Roma per il primo pome­rig­gio di sabato 14 feb­braio a Roma, alla vigi­lia della mani­fe­sta­zione che si terrà il 16 ad Atene per difen­dere il governo Tsi­pras appena eletto
«Il ricatto della Bce al nuovo governo greco è un ricatto con­tro tutti noi», dice l’appello alla mani­fe­sta­zione. 
«Il momento è ora, per fare in tutta Europa come hanno fatto i greci: alzare la testa», 
«La Gre­cia dimo­stra che una alter­na­tiva demo­cra­tica e sociale alla auste­rità e al neo­li­be­ri­smo è pos­si­bile e può vin­cere», 
«Le sole riforme effi­caci sono quelle che fanno pagare i ric­chi e non i poveri, che com­bat­tono la cor­ru­zione, l’evasione fiscale, la fuga dei capi­tali — come pro­pone il nuovo governo greco», 
«I pros­simi giorni e set­ti­mane saranno cru­ciali. Non pos­siamo lasciare i greci da soli a com­bat­tere. Fac­ciamo la nostra parte» sono alcuni pas­saggi dell’invito rivolto «a tutto il mondo amplis­simo che si è detto in que­sti giorni vicino a Tsi­pras e al popolo greco e a tutti coloro che hanno a cuore la demo­cra­zia, la dignità e una nuova Europa». 
Una mani­fe­sta­zione con­vo­cata in fretta in furia dai fir­ma­tari, a cui hanno subito ade­rito l’Altra Europa, Sel, Rifon­da­zione comu­ni­sta, la Fiom di Mau­ri­zio Lan­dini («Per costruire un’Europa vera fon­data sul lavoro e sulla giu­sti­zia sociale serve nuova poli­tica anche della Bce. Mutua­liz­zare e con­ge­lare il debito pub­blico, allun­gare nel tempo la sua sca­denza, non pre­ve­dere il paga­mento degli inte­ressi: è que­sta la strada da seguire. Ciò non signi­fica risol­vere i pro­blemi della sola Gre­cia, ma anche quelli dell’Italia e di tutta l’Unione. Que­sto è il modo per libe­rare risorse da desti­nare agli inve­sti­menti, unica strada per creare posti di lavoro sta­bili», sono le parole con cui ha ade­rito il sin­da­cato dei metal­mec­ca­nici), l’Arci e molte orga­niz­za­zioni, movi­menti e anche un lungo elenco di sin­gole per­so­na­lità (chi vuole inviare la pro­pria ade­sione può scri­vere a 
transform.​italia@​gmail.​com
Già ieri a Roma, di fronte alla sede della Banca d’Italia si sono ritro­vati in tre­cento a chie­dere di ascol­tare le pro­po­ste che Tsi­pras negli scorsi giorni ha espo­sto ai lea­der del governo ita­liano e fran­cese e al pre­si­dente della Com­mis­sione euro­pea Jean Claude Jun­ker.
Molti gli appun­ta­menti prima del 14 feb­braio. Sarà l’11 il giorno di mas­sima mobi­li­ta­zione nelle città d’Italia (per ini­zia­tiva dell’Altra Europa), ma anche di tutto il con­ti­nente in con­co­mi­tanza con la riu­nione straor­di­na­ria dell’eurogruppo (i mini­stri delle finanze dei 19 paesi dell’eurozona) sul caso greco. La road map della deli­ca­tis­sima trat­ta­tiva greco-europea pre­vede il giorno dopo, il 12 feb­braio, il ver­tice Ue nel quale Tsi­pras si tro­verà per la prima volta fac­cia a fac­cia con Angela Mer­kel («un capo di governo come gli altri», l’ha defi­nita Tsi­pras); il 16 si terrà la riu­nione men­sile dell’eurogruppo. La dead line per tro­vare un’intesa è il 28 feb­braio, giorno in cui arriva a sca­denza il pro­gramma di assi­stenza finan­zia­ria per la Grecia.
La mobi­li­ta­zione cre­sce nella stessa Ger­ma­nia. A fianco di Atene si sono schie­rati i prin­ci­pali sin­da­cati tede­schi che hanno invi­tato a con­si­de­rare «il ter­re­moto poli­tico in Gre­cia una chance non solo per que­sto paese tra­va­gliato dalla crisi ma anche per un ripen­sa­mento delle poli­ti­che economico-sociali dell’Ue». In prima fila i lea­der di Dgb, la mag­giore con­fe­de­ra­zione sin­da­cale tede­sca, con 6 milioni di iscritti. Si sono uniti a loro molti espo­nenti di Linke, verdi e Spd. E la segre­ta­ria gene­rale della con­fe­de­ra­zione euro­pea dei sin­da­cati (Ces) Ber­na­dette Segol per la quale «al nuovo governo greco deve essere dato il tempo di met­tere in pra­tica nuove poli­ti­che. È vitale per la demo­cra­zia euro­pea che la volontà espressa dal popolo greco di finirla con l’austerità sia rispettata».

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