Atene chiama, Roma risponde. Il 14 febbraio, nella capitale, la manifestazione nazionale in solidarietà con il governo Syriza
Un cambio di toni improvviso (dai sorrisi di Matteo Renzi
all’indirizzo di Tsipras, «parliamo la stessa lingua del
cambiamento», al suo immediato riallineamento alla Bce di Mario
Draghi), a cui è seguita una mobilitazione immediata. Che si
estende di ora in ora. Ieri, mentre dall’Europa si rincorrevano le
dichiarazioni sulle proposte del nuovo governo greco, i firmatari
dell’appello «Cambia la Grecia, cambia l’Europa» hanno convocato
una manifestazione nazionale a Roma per il primo pomeriggio di
sabato 14 febbraio a Roma, alla vigilia della manifestazione che si
terrà il 16 ad Atene per difendere il governo Tsipras appena eletto.
«Il ricatto della Bce al nuovo governo greco è un ricatto contro tutti
noi», dice l’appello alla manifestazione.
«Il momento è ora, per fare
in tutta Europa come hanno fatto i greci: alzare la testa»,
«La Grecia
dimostra che una alternativa democratica e sociale alla austerità
e al neoliberismo è possibile e può vincere»,
«Le sole riforme
efficaci sono quelle che fanno pagare i ricchi e non i poveri, che
combattono la corruzione, l’evasione fiscale, la fuga dei capitali —
come propone il nuovo governo greco»,
«I prossimi giorni
e settimane saranno cruciali. Non possiamo lasciare i greci da soli
a combattere. Facciamo la nostra parte» sono alcuni passaggi
dell’invito rivolto «a tutto il mondo amplissimo che si è detto in
questi giorni vicino a Tsipras e al popolo greco e a tutti coloro che
hanno a cuore la democrazia, la dignità e una nuova Europa».
Una
manifestazione convocata in fretta in furia dai firmatari, a cui
hanno subito aderito l’Altra Europa, Sel, Rifondazione comunista,
la Fiom di Maurizio Landini («Per costruire un’Europa vera fondata
sul lavoro e sulla giustizia sociale serve nuova politica anche della
Bce. Mutualizzare e congelare il debito pubblico, allungare nel
tempo la sua scadenza, non prevedere il pagamento degli interessi:
è questa la strada da seguire. Ciò non significa risolvere
i problemi della sola Grecia, ma anche quelli dell’Italia e di tutta
l’Unione. Questo è il modo per liberare risorse da destinare agli
investimenti, unica strada per creare posti di lavoro stabili», sono
le parole con cui ha aderito il sindacato dei metalmeccanici),
l’Arci e molte organizzazioni, movimenti e anche un lungo elenco di
singole personalità (chi vuole inviare la propria adesione può
scrivere a
transform.italia@gmail.com
Già ieri a Roma, di fronte alla sede della Banca d’Italia si sono
ritrovati in trecento a chiedere di ascoltare le proposte che
Tsipras negli scorsi giorni ha esposto ai leader del governo
italiano e francese e al presidente della Commissione europea
Jean Claude Junker.
Molti gli appuntamenti prima del 14 febbraio. Sarà l’11 il giorno di massima mobilitazione nelle città d’Italia (per iniziativa dell’Altra Europa), ma anche di tutto il continente in concomitanza con la riunione straordinaria dell’eurogruppo (i ministri delle finanze dei 19 paesi dell’eurozona) sul caso greco. La road map della delicatissima trattativa greco-europea prevede il giorno dopo, il 12 febbraio, il vertice Ue nel quale Tsipras si troverà per la prima volta faccia a faccia con Angela Merkel («un capo di governo come gli altri», l’ha definita Tsipras); il 16 si terrà la riunione mensile dell’eurogruppo. La dead line per trovare un’intesa è il 28 febbraio, giorno in cui arriva a scadenza il programma di assistenza finanziaria per la Grecia.
Molti gli appuntamenti prima del 14 febbraio. Sarà l’11 il giorno di massima mobilitazione nelle città d’Italia (per iniziativa dell’Altra Europa), ma anche di tutto il continente in concomitanza con la riunione straordinaria dell’eurogruppo (i ministri delle finanze dei 19 paesi dell’eurozona) sul caso greco. La road map della delicatissima trattativa greco-europea prevede il giorno dopo, il 12 febbraio, il vertice Ue nel quale Tsipras si troverà per la prima volta faccia a faccia con Angela Merkel («un capo di governo come gli altri», l’ha definita Tsipras); il 16 si terrà la riunione mensile dell’eurogruppo. La dead line per trovare un’intesa è il 28 febbraio, giorno in cui arriva a scadenza il programma di assistenza finanziaria per la Grecia.
La mobilitazione cresce nella stessa Germania. A fianco di
Atene si sono schierati i principali sindacati tedeschi che hanno
invitato a considerare «il terremoto politico in Grecia una
chance non solo per questo paese travagliato dalla crisi ma anche per
un ripensamento delle politiche economico-sociali dell’Ue». In
prima fila i leader di Dgb, la maggiore confederazione sindacale
tedesca, con 6 milioni di iscritti. Si sono uniti a loro molti
esponenti di Linke, verdi e Spd. E la segretaria generale della
confederazione europea dei sindacati (Ces) Bernadette Segol per
la quale «al nuovo governo greco deve essere dato il tempo di mettere
in pratica nuove politiche. È vitale per la democrazia europea che
la volontà espressa dal popolo greco di finirla con l’austerità sia
rispettata».
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