venerdì 20 febbraio 2015

Altra Europa: Una legge elettorale regionale incostituzionale


In perfetta continuità con l'arroganza e l'unilateralismo dimostrati nei mesi precedenti, il Partito Democratico, con l'interessato sostegno dei socialisti e di tre consiglieri del centrodestra, è riuscito nell'intento di far approvare dal Consiglio regionale una legge elettorale rispondente ai propri bisogni di parte, ignorando completamente la sentenza della Corte Costituzionale, che poco più di un anno fa ha bocciato il cosiddetto “porcellum”, e i pronunciamenti di associazioni, gruppi e cittadini ipocritamente convocati in audizione dalla Commissione per il regolamento.
L'attribuzione del premio di maggioranza a prescindere dal raggiungimento di una certa soglia di consensi da parte delle liste collegate al Presidente eletto è infatti una palese alterazione del circuito democratico e una pericolosa compromissione del principio di uguaglianza del voto: si trasforma una maggioranza relativa di voti in una maggioranza assoluta di seggi, e questo proprio nel momento in cui si riduce il numero dei componenti del futuro Consiglio regionale, il cui ruolo di rappresentanza della volontà popolare viene dunque ancor più fortemente sacrificato.
L'ulteriore distorsione dei meccanismi democratici introdotta in aula con l'attribuzione diretta di un seggio al candidato presidente “miglior perdente” rappresenta inoltre un chiaro favore fatto dal Partito Democratico e dai socialisti alla futura coalizione di centrodestra, confermando la presenza anche in Umbria di un asse privilegiato con il blocco conservatore, teso a contrastare ogni forma di pluralismo ed a favorire la realizzazione dell'impianto neocentralista di controllo delle Istituzioni democratiche promosso a livello nazionale dal Governo Renzi. La governabilità invocata da più parti non c'entra nulla con le ostruzioni normative prodotte dalla nuova legge elettorale, la cui vera ragione risiede invece nella chiara volontà di imporre veri e propri sbarramenti sociali.
I comitati umbri dell'Altra Europa hanno in questi mesi denunciato con i mezzi loro disponibili la gravità del quadro normativo che si andava delineando, scontrandosi con il sordo proposito del Partito Democratico di alterare le regole della competizione elettorale per garantire la massima continuità con gli equilibri politici nazionali.
Quello che non possono cambiare è il diritto dei cittadini umbri ad esercitare il proprio voto, che è e rimane “personale ed eguale, libero e segreto”. Allo stesso modo, quel che non può essere cambiato è il portato delle scelte e delle non scelte di questi anni del governo regionale, che hanno contribuito a determinare in Umbria un'autentica “crisi nella crisi”. Su questi temi, come già annunciato, apriremo il confronto nei prossimi giorni con quanti intendano contribuire ad un radicale cambiamento nella nostra regione e nel Paese, per farla finita con il dibattito asfittico di questi mesi, funzionale all'autoconservazione di pochi, e porre di nuovo al centro le persone, i loro bisogni e i loro desideri. 
Coordinamento regionale Altra Europa-Umbria

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