La bocciatura c'è ed è stata sonora. Decine di migliaia di
insegnanti e non docenti sono scesi oggi in piazza in tutta Italia per
protestare contro il disegno di legge sulla scuola del governo Renzi,
per lo sciopero generale che secondo alcuni osservatori è stato "il più
grande degli ultimi venti anni". Manifestazioni interregionali si sono
svolte in sette città. I cortei più affollati sono stati quelli a Roma e
Milano.
In corteo a Roma c'è anche Susanna Camusso, segretario della Cgil, la
quale ha dichiarato che: "Si trasforma la scuola in una scuola che vale
solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande
tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione".
Furlan della Cisl, in piazza a Milano, ha detto che "questa riforma l'ho
letta bene, non mi piace", mentre Barbagallo, della Uil, ha affermato
che la scuola italiana "non ha bisogno di podestà", ma di essere
"pubblica, libera e democratica". "Sarà il più grande sciopero della
storia della scuola italiana - sottolineano i Cobas che hanno
manifestato autonomamente sotto la sede del ministero dell'Istruzione - è
la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme".
A Roma dietro lo striscione 'Sciopero generale l'unione fa la scuola 5
maggio 2015 riformiamola insieme', il corteo è partito da piazza della
Repubblica. Migliaia i partecipanti. A Milano il corteo è aperto da un
Matteo Renzi con le orecchie d'asino e la scritta 'bocciato' su
entrambe. A Torino in piazza sono scesi migliaia di insegnanti e
studenti in corteo per le vie del centro. Visibili e accomunate le
bandiere dei sindacati confederali, dei Cobas, della Cub e di
Rifondazione Comunista. I sindacati confederali e la Gilda avevano
organizzato un presidio in piazza Carlo Alberto ma si è formato un
lunghissimo corteo che ha bloccato il traffico in molte vie centrali
della città. A Bari sono confluite circa 15mila persone
provenienti da Puglia, Calabria e Basilicata. Secondo alcune fonti
sarebbero chiuse tra l'80 e il 90% delle scuole pugliesi. Il corteo di
docenti, partito da piazza Castello, si incontrerà con quello degli
studenti partito da una piazza antistante all'università. A Palermo
insegnanti, non docenti e studenti sono partiti in corteo da piazza
Marina. Secondo i sindacati sono circa seimila i manifestanti che stanno
percorrendo le strade del centro intonando cori e slogan. Persino ad
Aosta un corteo di circa mille persone, tra insegnanti, studenti e
genitori ha sfilato nel centro contro la riforma della scuola proposta
dal governo Renzi e in discussione in Parlamento. Gli slogan degli
striscioni: 'No alla rottamazione della scuola', 'Contro il ddl dei
padroni', 'Precari usa e getta'. I sindacati valdostani della scuola
chiedono anche, al governo regionale, di non applicare in toto la
normativa nazionale beneficiando delle prerogative della Regione
autonoma.
Renzi bocciato dal mondo della scuola - ma senza problemi in famiglia
visto che la moglie insegnante oggi ha fatto lezione regolarmente - ma
incensato ieri dagli squali della Borsa di Milano. Due settimane fa era
stato Guido Tabellini sul Corriere della Sera a dichiarare sul Corriere
della Sera quali siano i desiderata del padronato italiano sulla
formazione: "Una scuola privata ma con soldi pubblici". Renzi dunque
vorrebbe "rompere le braccia" alla scuola pubblica e renderla un
subalterno strumento di subordinazione ideologica e professionale alle
esigenze delle imprese. E il pensiero non può che andare a quella
maestra bolognese alla quale domenica hanno rotto un braccio nelle
cariche della polizia contro studenti, giovani e insegnanti che volevano
contestare proprio Renzi. Un doveroso saluto solidale vada alla maestra
bolognese.
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