Cambiare il mondo facendo la spesa, questo devono aver pensato con un po’ di presunzione e un pizzico di sana follia i fondatori del primo gruppo di acquisto solidale,
che la leggenda vuole far coincidere con un luogo (Fidenza in provincia
di Parma) e un tempo (era il 1994, in piena rivoluzione
berlusconiana…).
Singoli e famiglie che scelgono di comprare insieme beni di uso quotidiano,
condividendo gusti, propensioni, aspettative, avendo a cuore il
portafoglio, la salute e la convivialità. Cioè, in pratica, l’esatto
opposto di quello che in qualche modo subiamo ogni volta che andiamo a
far la spesa.
Che significa, in estrema sintesi: prendere una
macchina, imbottigliarsi nel traffico cittadino all’ora in cui tutto il
resto del mondo ha deciso come te di andare a fare la spesa in uno di
quei supermega centri commerciali dove ormai manca solo la cappella per pregare poi c’è davvero tutto (tutto ciò di cui non abbiamo bisogno…).
Maledire
un quantitativo elevato di santi e nemici indistinti per trovare un
parcheggio libero e infilarsi in una delle fauci automatiche che ti
spalancano in un ambiente asettico con l’aria condizionata 365 giorni
l’anno a 16 gradi, in pasto a frutta e verdura che sembran plastica, a
bancali interi di imballaggi e promozioni di ogni ordine e grado, ad
un’oggettistica talmente variegata colorata illuminata che alla fine ti
dimentichi della tua modesta ed essenziale lista della spesa e butti
dentro al carrello un po’ di tutto, alla rinfusa, spezzandoti la
schiena per caricare in auto acqua in pet che arriva dall’altra parte
del Paese, molto meno controllata e sicura di quella del rubinetto di
casa…
Con un gruppo di acquisto, al contrario, va in scena proprio
un altro mondo, un’altra storia. Persone che si uniscono e, a seconda
di come si autorganizzano, condividono la spesa settimanale/mensile
andando a conoscere, produttore per produttore, dove e come si realizza
ciò che viene comprato e consumato (frutta, verdura, olio, conserve,
latte, formaggi, carne, pane, …). La scelta, beninteso, cade quasi
esclusivamente su aziende locali, possibilmente bio, che proprio grazie
al meccanismo del Gas (tante famiglie che insieme fanno la spesa) sono incentivate e stimolate a produrre meglio garantendo sconti collettivi, altrimenti impensabili.
Tutto questo favorisce un ritorno ad un’agricoltura di prossimità,
al consumo di prodotti sani e di stagione, a filiera corta. Un modo,
anche, per abbattere o comunque calmierare i costi solitamente elevati
che certi prodotti, specialmente quelli bio, hanno sbarrando di fatto la
strada a un sacco di gente che, semplicemente, non se li può
permettere.
In diciottanni i gruppi di acquisto solidale si sono diffusi in tutto il Paese, in centinaia di rivoli ed esperienze singole e straordinarie. Ogni “cellula” fa storia a sé, organizzandosi
in base alle esigenze di ogni gruppo, ai tempi e agli spazi e alle
situazioni che di volta in volta vengono condivise da tutti i
componenti, in una sorta di democrazia diretta e autogoverno.
I Gas hanno anche un altro vantaggio: garantiscono rapporti umani oggi non scontati,
possibili situazioni di convivialità (le visite collettive ai
produttori locali e alle aziende agricole) e spazi e sprazzi di
comunità, in una società dei consumi dove non c’è mai tempo per queste
cose…
Oggi molti Gas sperimentano altre strade: dall’assicurazione collettiva all’autoproduzione di energia pulita, dai contratti di telefonia etica all’autoproduzione di detersivi e prodotti vari.
Insomma, c’è un mare di gente proprio ora e proprio qui (Italia, 2012)
non mette piede in un supermercato da mesi, a volte anni. Gente normale,
con i problemi e il caos delle persone normali, con tutti gli affanni
della nostre quotidianità (lavoro, figli, imprevisti…), che proprio per
liberare tempo, darsi serenità e vivere meglio hanno seguito l’esempio
di altri. Dimostrando che è possibile compiere altre scelte. Che nella società dei consumi e dello spreco elevato a dogma si può smettere di sprecare, consumare inutilmente, inquinare.
Sentite
i vostri parenti, gli amici più cari, guardatevi intorno e
organizzatevi: potreste essere i protagonisti di un nuovo gruppo di
acquisto solidale.
*Coordinatore associazione comuni virtuosi
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