Non
ci voleva molto per capire che la legge di stabilità era fasulla, solo
tasse e distintivo e le sue promesse un film fatto trasmettere dai
media: il tanto vantato abbattimento del cuneo fiscale non è altro che
l’ennesimo favore a un importante sponsor di governo come Confindustria,
mentre ai lavoratori entrerà in tasca una favolosa somma variante dei 3
ai 15 euro al mese. A patto però che sborsino almeno dieci volte tanto
in media per la sottrazione di servizi che questa elemosina comporta.
Ora in Parlamento qualcuno fa finta di accorgersene, dentro il Pd nascono sussurri e grida, persino Renzi prende la parola per dire come al solito nulla in merito. Un nulla che uno dei peggiori giornalisti italiani, tale Cazzullo, prende per epocale, aggettivo di uso e abuso compulsivo. Certo per uno del genere è epocale anche essere messo a destra nelle mutande, nome homen. Tutti fingono di non sapere che gli spazi di manovra sono ormai minimi, una volta che ci si è legati mani e piedi alle logiche perverse di Bruxelles che ancora ieri Krugman deprecava.
In cambio però a Letta subdolo interprete di questa commedia piovono pacche sulle spalle da Obama (che in Usa fa esattamente il contrario) e dalla Merkel che loda le larghe intese. Succedeva anche a Monti che oggi sembra concludere la sua inconcludente carriera politica con l’uscita da Scelta civica, non prima però di aver inferto danni enormi al Paese con la sua svagatezza ottusa e la sub cultura bocconiana. Purtroppo, come tutti noi sappiamo, anche per esperienza personale, se c’è qualcosa che proprio non si mangia e che non vale nemmeno un centesimo, sono le pacche sulle spalle. Che in questo caso non sono nemmeno incoraggiamenti, ma soltanto simboliche affermazioni gestuali della nostra cattività.
Ma non sarà certo il Parlamento, responsabile ultimo, assieme al Quirinale, delle larghe intese dei massacri a tirarci fuori da questa palude, non sarà l’ennesima commedia dei Fassina o dei Renzi, per non parlare della Finocchiaro ormai completamente fuori di capoccia, a tirarci fuori. E’ solo la reazione dei cittadini all’impoverimento imposto dai ricchi ( vedi qui) che può in qualche modo costringere il governo finanziario sovranazionale che agisce attraverso i burattini locali, a più miti consigli. Oggi e domani c’è un sintomo di vita nella palude della rassegnazione: lo sciopero dei sindacati veri, quelli di base e domani la manifestazione dei no tav , no muos e altri movimenti di protesta. Qualcosa di temuto nelle stanze del potere dove si sa che che basta una scintilla per accendere i gas sprigionati dalla putrefazione politica, tanto che la parola d’ordine è stata quella di diffondere paure come se si trattasse di un’invasione aliena. Invece gli alieni sono proprio quelli che pensano di essere legittimati a svendere il Paese, i suoi beni come le sue speranze e quel po’ di civiltà che è rimasta tra l’imbarbarimento berlusconiano e televisivo. Sono i kapò della Bce, quelli che meriterebbero ben altre pacche, anzi alla napoletana una solenne paccariata.
Ora in Parlamento qualcuno fa finta di accorgersene, dentro il Pd nascono sussurri e grida, persino Renzi prende la parola per dire come al solito nulla in merito. Un nulla che uno dei peggiori giornalisti italiani, tale Cazzullo, prende per epocale, aggettivo di uso e abuso compulsivo. Certo per uno del genere è epocale anche essere messo a destra nelle mutande, nome homen. Tutti fingono di non sapere che gli spazi di manovra sono ormai minimi, una volta che ci si è legati mani e piedi alle logiche perverse di Bruxelles che ancora ieri Krugman deprecava.
In cambio però a Letta subdolo interprete di questa commedia piovono pacche sulle spalle da Obama (che in Usa fa esattamente il contrario) e dalla Merkel che loda le larghe intese. Succedeva anche a Monti che oggi sembra concludere la sua inconcludente carriera politica con l’uscita da Scelta civica, non prima però di aver inferto danni enormi al Paese con la sua svagatezza ottusa e la sub cultura bocconiana. Purtroppo, come tutti noi sappiamo, anche per esperienza personale, se c’è qualcosa che proprio non si mangia e che non vale nemmeno un centesimo, sono le pacche sulle spalle. Che in questo caso non sono nemmeno incoraggiamenti, ma soltanto simboliche affermazioni gestuali della nostra cattività.
Ma non sarà certo il Parlamento, responsabile ultimo, assieme al Quirinale, delle larghe intese dei massacri a tirarci fuori da questa palude, non sarà l’ennesima commedia dei Fassina o dei Renzi, per non parlare della Finocchiaro ormai completamente fuori di capoccia, a tirarci fuori. E’ solo la reazione dei cittadini all’impoverimento imposto dai ricchi ( vedi qui) che può in qualche modo costringere il governo finanziario sovranazionale che agisce attraverso i burattini locali, a più miti consigli. Oggi e domani c’è un sintomo di vita nella palude della rassegnazione: lo sciopero dei sindacati veri, quelli di base e domani la manifestazione dei no tav , no muos e altri movimenti di protesta. Qualcosa di temuto nelle stanze del potere dove si sa che che basta una scintilla per accendere i gas sprigionati dalla putrefazione politica, tanto che la parola d’ordine è stata quella di diffondere paure come se si trattasse di un’invasione aliena. Invece gli alieni sono proprio quelli che pensano di essere legittimati a svendere il Paese, i suoi beni come le sue speranze e quel po’ di civiltà che è rimasta tra l’imbarbarimento berlusconiano e televisivo. Sono i kapò della Bce, quelli che meriterebbero ben altre pacche, anzi alla napoletana una solenne paccariata.
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