La vicenda del Passaggio a Sel dell’Assessore Monia Ferranti e di
alcuni ex militanti del Pdci di Perugia, è lo specchio della politica di
questi tempi. Qualcuno l’ha definita una classica operazione di
“riciclaggio”. Non so se serva applicare etichette, quello che so è che i
tempi e le modalità sono perlomeno sospette.
Primo, il tesseramento è avvenuto con una tempistica
ad orologeria; giusto in tempo per poter partecipare al Congresso di
Sel e a pochi mesi dalle elezioni amministrative che interesseranno
anche il Comune Capoluogo.
Secondo Il passaggio, a giudicare dai toni del
comunicato dei circoli di Sinistra Libertà ed Ecologia di Perugia, si è
verificato “all’insaputa” dei responsabili di quel partito, che si sono
trovati, il giorno dopo, a gestire una situazione delicata dentro il
centrosinistra, senza esserne minimamente responsabili. Semplice amnesia
che assomiglia tanto ad una scorrettezza o preciso calcolo politico?
Terzo, all’operazione non hanno fatto seguito le
dimissioni da assessore comunale, come nel caso (da manuale della
correttezza)di Giuliano Granocchia o l’esclusione dalla Giunta per
iniziativa del responsabile dell’esecutivo, come nel caso di Stefano
Felicioni, che avrebbero tacitato qualsiasi illazione sullo scopo dell’
iniziativa.
Il gossip politico di Corso Vannucci o della solita “Radio Scarpa”,
indica la vicenda, come una questione interna a Sel. Sarebbe stato
sponsorizzato da un gruppo formato in prevalenza da ex “rifondatori”,
che vorrebbe modificare gli attuali assetti del partito al prossimo
Congresso utilizzando, dicono i loro avversari, “le solite pratiche di
gonfiamento degli iscritti dell’ultimora” e dallo stesso Boccali che non
avrebbe gradito il si degli attuali dirigenti allo svolgimento delle
primarie di coalizione del centrosinistra per la nomina del candidato a
sindaco del capoluogo. Come si sa, l’attuale primo cittadino punta ad
ottenere il placet di tutta la coalizione alla sua rivestitura, per
stoppare le manovre dentro il Pd a favore delle primarie. Ci sarebbe già
un candidato “garante dell’operazione” per la segreteria provinciale
dei vendoliani. Chi? Ma naturalmente uno dei nuovi iscritti portati
dalla Ferranti, il semprevivo Francescaglia. Verrebbe da dire; altro
amico di Boccali, altra corsa. Una novità “sconvolgente” nel panorama
della politica e della sinistra perugina. Al di là dei possibili “giochi
di palazzo” tutti da verificare e naturalmente da prendere con le
dovute precauzioni, se non con le molle, la cosa presenta oggettivamente
tutti i crismi di una “conversione fulminante sulla via di Palazzo dei
Priori”.
Si credeva che queste fossero pratiche riservate solo ai “correntisti”
del Pd e invece, giorno dopo giorno, si scopre che hanno sede e
albergano anche presso alcuni gruppi “radicali” dell’altra sinistra. Ma
non è detto che questo sia il caso di Ferranti & soci. Tutto ciò
può anche essere catalogato semplicemente come una malignità messa in
giro dai soliti maldicenti, per screditare qualcuno. Bene! L’Assessore e
la sua compagnia possono stupirci con effetti speciali, possono
dimostrare il contrario, mettendosi a disposizione del loro nuovo
partito, cominciando a fare qualche anno di gavetta e di militanza
spicciola, rifiutando qualsiasi incarico istituzionale o di vertice.
Come dicono a Perugia? E’l sente!
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