giovedì 24 ottobre 2013

Parte l'attacco finale alla Costituzione di Alessandro Avvisato, Contropiano.org

Parte l'attacco finale alla Costituzione

L'Aula del Senato ha approvato fra le polemiche il ddl costituzionale che istituisce il comitato parlamentare dei 42 per le riforme costituzionali. Approvazione a maggioranza assoluta sul filo di lana, per soli 4 voti: 218 i sì. Il quorum richiesto alla Costituzione per le modifiche della Carta pari ai due terzi dei componenti dell'assemblea era 214. Contro hanno votato 58 senatori di M5s e Sel. Si sono astenuti 12 senatori.
Nelle stesse ore il vero demolitore della Costituzione nata dalla Resistenza andava spiegando: "Il tema delle riforme istituzionali e costituzionali è ormai ineludibile. Non se ne può più discutere a vuoto". Il "rinnovamento istituzionale" dell'Italia "dopo una lunga serie di omissioni e ritardi ancora fatica a prendere corpo e cozza contro ostacoli e resistenze molteplici". ''C'e' l'occasione, oggi, in questo 2013-2014, di giungere a delle conclusioni valide'' nelle riforme istituzionali e ''non si possono giustificare e subire in proposito posizioni difensive e conservatrici''.
In una classe politica priva della benché minima capacità progettuale, Giorgio Napolitano si è mostrato da tempo come il regista di tutte le peggiori trasformazioni possibili. Dalla trasformazione del ruolo del presidente della Repubblica (da "custode della Costituzione" a "premier con poteri presidenziali", in grado di sciogliere governi e camere, fare e disfare maggioranze), alle "riforme istituzionali" senza neppure più seguire le procedure costituzionali per farlo. Il "comitato dei 42", infatti, una sorta di commissione bicamerale speciale, dovrà prendere in esame quanto già redatto dal "comitato dei saggi" (un gruppo di costituzionalisti "collaborativi" con l'intento di stravolgere la Carta, da cui sono stati accuratamente eslusi quanti si ostinano a difenderla). E arrivare nel giro di 15 mesi - ultimo diktat di Napolitano, emanato proprio ieri - a "conclusioni soddisfacenti".
Di fatto, si apre così il percorso di trasformazione della Repubblica italiana in un sistema presidenziale fortemente accentrato, strettamente vincolato alle decisioni della Troika (a partire dall'inserimento di vincolo al pareggio di bilancio incluso nella Costituzione senza alcuna discussione), assolutamente impermeabile - nelle speranze - agli interessi e alla necessità provenienti dalla società italiana. Da questo punto di vista, Napolitano anticipa con i suoi comportamenti quanto i prossimi presidenti della repubblica saranno autorizzati a fare. Lo "stato di eccezione" si riconosce proprio dal fatto che "fa" cose che non potrebbe legittimamente fare, ma che anticipano la "normalità istituzionale" futura. In altri termini, sembra esserci un solo "costituente": Napolitano Giorgio.
Ci sarebbe da chiedere agli sfortunati e omertosi promotori della manifestazione del 12 ottobre se ora riconoscono la mano di chi sta distruggendo la Costituzione repubblicana contro cui avevano chiamato a manifestare. Ma temiamo che manterranno a lungo il loro silenzio, salvo poi lamentare i risultati del "processo di riforma" a cose fatte... Intanto registriamo che i senatori del Pd, Puppato e Tronti (sì, proprio Mario, il "padre nobile" di tutti gli operaisti italiani...), che pure avevano fatto sfoggio della propria faccia in piazza, il 12 ottobre, risultano tra i voti favorevoli allo stravolgimento costituzionale.
Una riforma autoritaria e oligarchica richiede anche una legge elettorale conseguente, in grado di "impermeabilizzare" il Parlamento futuro da scomode richieste provenienti dal mondo del lavoro, dai movimenti, dalla protesta sociale. Una legge elettorale quindi con alte soglie di sbarramento, che preveda "alleanze obbligate" penalizzanti per i partiti più piccoli. Tanto il "programma politico" c'è già e non si potrà mai discuterlo: le indicazioni della Troika per tutto il periodo in cui verrà fatto valere il Fiscal Compact: 20 anni di tagli al debito pubblico, nella proporzione di 50 miliardi l'anno, costi quel che costi e chi se ne frega se il paese schianterà molto prima di quella data.
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Per chi vuole tutti nomi dei senatori Pd che hanno votato contro la Costituzione attuale, eccoli. Ricordateveli!
Donatella Albano; Ignazio Angioni; Bruno Astorre; Maria Teresa Bertuzzi; Amedeo Bianco; Daniele Gaetano Borioli; Claudio Broglia; Filippo Bubbico; Massimo Caleo; Laura Cantini; Rosaria Capacchione; Valeria Cardinali; Vannino Chiti; Monica Cirinnà; Roberto G. G. Cociancich; Stefano Collina; Paolo Corsini; Giuseppe Cucca; Vincenzo Cuomo; Erica D’Adda; Emilia Grazia De Biasi; Mauro Del Barba; Isabella De Monte; Rosa Maria Di Giorgi; Nerina Dirindin; Stefano Esposito; Camilla Fabbri; Emma Fattorini; Nicoletta Favero; Valeria Fedeli; Elena Ferrara; Rosanna Filippin; Anna Finocchiaro; Elena Fissore; Federico Fornaro; Maria Grazia Gatti; Rita Ghedini ; Francesco Giacobbe; Nadia Ginetti; Miguel Gotor; Manuela Granaiola; Maria Cecilia Guerra; Paolo Guerrieri Paleotti; Josefa Idem; Nicola Latorre; Stefano Lepri; ; Bachisio Lai; Sergio Lo Giudice; Doris Lo Moro; Carlo Lucherini; Giuseppe Lumia; Patrizia Manassero; Luigi Manconi; Andrea Marcucci; Salvatore Margiotta; Mauro Maria Marino; Claudio Martini; Donella Mattesini; Giuseppina Maturani; Claudio Micheloni; Maurizio Migliavacca; Marco Minniti; Franco Mirabelli; Mario Morgoni; Claudio Moscardelli; Massimo Mucchetti; Pamela Orrù; Venera Padua; Giorgio Pagliari; Annamaria Parente; Carlo Pegorer; Stefania Pezzopane; Leana Pignedoli; Roberta Pinotti; Luciano Pizzetti; Francesca Puglisi; Laura Puppato; Raffaele Ranucci; Lucrezia Ricchiuti: Gianluca Rossi; Francesco Russo; Roberto Ruta; Angelica Saggese; Gian Carlo Sangalli; Giorgio Santini; Francesco Scalia; Annalisa Silvestro; Pasquale Sollo; Lodovico Sonego; Maria Spilabotte; Ugo Sposetti; Salvatore Tomaselli; Giorgio Tonini ; Mario Tronti; Stefano Vaccari; Daniela Valentini; Vito Vattuone; Francesco Verducci; Luigi Zanda; Magda Zanoni; Sergio Zavoli.

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