E’ davvero impressionante farsi un giro in rete o in tv e scoprire la paranoica attenzione e l’attesa palingenetica che circonda l’atteso intervento di Renzie a qual gran convegno della Leopolda, dove è persino sparito il simbolo del Pd perché il sindaco cerca “altri mondi”. Forse la corsa alla segreteria del Pd sarà interessante per gli allibratori, ma il vacuum renziano non fa che fornire la prova inoppugnabile dell’inettitudine politica e non a cui è giunto questo Paese.
Non ci facessimo distrarre da queste sciocchezze che imitano i talk show in una completa inversione del senso di realtà, se non fossimo fatto oggetto di stalking da parte di Saccomanni che come un muezzin annuncia all’alba di ogni giorno che Chillulà è grande e la crisi è finita, ci dovremmo occupare invece di alcune questioni marginali che certo non possono preoccupare più di tanto il Qurinale e il suo governo o il Condannato speciale e nemmeno Leopoldo Fonzie che tanto nemmeno se ne occupa.
- La certificazione da parte dell’Istat che la la disoccupazione è arrivata a sei milioni di persone nel secondo trimestre di quest’anno, mentre paradossalmente sono in aumento i lavori precari e di scarsa competenza.
- Che il Pil è calato quest’anno di quasi il 2%, portando la perdita di ricchezza dal 2009 ad oggi all 12%, quasi 200 miliardi l’anno
- Che la produzione industriale è in costante caduta e in un decennio, a dimostrazione di un male profondo, è andata già del 17, 8 %, quasi l’1,8 per cento l’anno.
- Che il potere di acquisto delle famiglie è sceso del 2,4% rispettto all’anno scorso e di 94 miliardi totali dall’inizio della crisi
- Che i contratti atipici, leggi precariato, riguardano il 53% dei giovani
- Che la Cassa integrazione è arrivata al mezzo miliardo di ore
- Che il debito pubblico è salito al 130,8% del Pil, ma solo secondo stime prudenziali
- Che le entrate tributarie sono calate intorno allo 0,4% e il gettito dell’Iva (prima dell’aumento) del 6%
- Che le sofferenze bancarie sono arrivate a 135 miliardi con aumento del 22% rispetto all’anno precedente, mentre le insolvenze da parte delle imprese hanno superato gli 84 miliardi
- Che il debito complessivo di Stato, banche, imprese e famiglie ha raggiunto i 6000 miliardi, quasi 4 volte il PIL
Ecco cosa non diranno Fonzie e nemmeno i portavoce della produzione di Italia Film. In fondo mica bisogna rovinare la domenica, siamo su Happy Days
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