Davvero
sgradevole la due giorni di manifestazioni che si sono susseguite a
Roma. Sgradevole per il governo, per il sistema politico e per la
classe dirigente nel suo complesso che con il pretesto della crisi aveva
pensato di poter chiudere l’interlocuzione con la società e rifugiarsi
in un fortilizio nel quale gestire insieme i diktat europei, la propria
sopravvivenza e quella dei propri interessi. Gli interlocutori veri se
li è trovati in piazza disturbando una governance ben decisa a non dare
ascolto né agli elettori, né ai lavoratori e intenta a scambiarsi
regalini: qualche soldo a Confindustria, qualche soldone alle banche,
qualche tassa ai cittadini, qualche elemosina se capita, una eccezionale
distribuzione di iniquità e un silenzio di tomba sul futuro affrontato
con bugie, stupidaggini di rito e con le bombe carta dei media a fare
bum bum.
Proprio come le bombe carta esplose davanti al ministero
dell’economia difeso dai blindati, ma non dai suoi responsabili che
hanno pensato bene, proprio due giorni fa, di regalare alle banche
garanzie per i derivati stipulati con il Tesoro e di avviare una
sostanziosa rivalutazione delle quote di Bankitalia in mano agli
istituti di credito privati: una sorta di ricapitalizzazione
truffaldina, visto che queste quote non possono essere vendute e non
offrono dividendi se non meno che simbolici. Ormai si va avanti a
mezzucci e trucchetti contabili per salvaguardare la mitica stabilità
del nulla e così si concedono 14 miliardi nominali alle banche per tirar
fuori dai pericoli di esborsi gli azionisti, dunque miliardi che non
serviranno ad aumentare la disponibilità al credito e a chi lavora 14
euro lordi al mese, ma solo nel migliore dei casi perché è meglio non
esagerare: una lauta cifra destinata a far di nuovo schizzare verso
l’altro i consumi.
Ma questo particolare non è stato spiegato agli esercenti a cui è
stato vivamente consigliato di chiudere le saracinesche perché arrivava
il nemico, i black block, il terrore della sesta luna e con i media
pronti a dimenticare la violenza del tradimento della rappresentatività
con qualche spezzone di tafferugli : si trattava invece degli
interlocutori di qualunque governo, messi ormai alla porta, ma che non
si rassegnano ad essere sudditi, a “dialogare” chissà come e dove poi,
con cinici sordi, ad uscire dalla democrazia con rassegnata nonchalance
perché ce lo chiede l’Europa e poi a noi fa anche molto comodo.
Semplicemente l’opposizione comincia a riappropriarsi dello spazio che
le è stato sottratto sul palcoscenico della democrazia e comincia ad
individuare gli obiettivi generali oltre a quelli specifici: la politica
di cieca austerità e insieme degli sprechi che ci sta soffocando. La
decisione di tentare una “acampada” ad oltranza va proprio in questa
direzione evolutiva rispetto al recente passato.
Del resto anche bombe carta e tafferugli sono stati statisticamente
assai meno diffusi che nella aule parlamentari dove abbiamo assistito a
risse, offese da suburra, cappi da impiccati, scorpacciate di mortadella
e quant’altro: ma in ogni caso sono stati i ladri di democrazia a
innescare il meccanismo e a costringere alla discesa in piazza. Poi
francamente agli incivili che ostentano la loro civilizzazione formale,
preferisco le persone civili costrette a rinunciare alla civilizzazione
esteriore.
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