Al CPN che ha varato i documenti finali del congresso
sono stati presentati, a nome di alcuni compagne e compagni, due
emendamenti aventi l'obiettivo di porre alla discussione il tema
dell'euro. Alcuni hanno sottoscritto convinti, altri affinché il partito
affronti comunque una questione che è all'ordine del giorno in tutta
Europa.
Il primo emendamento illustra gli effetti devastanti
che la moneta unica ha sull'Europa, l'Italia, i paesi dell'Europa del
sud, i lavoratori. Il secondo propone il tema dell'uscita a sinistra
dall'euro con tutte le problematiche che ne seguono. Proposta, questa,
alternativa alla centralità contenuta del documento sulla disobbedienza
ai Trattati. Proposta, quest'ultima, che in varie forme accomuna anche
gli altri documenti.
L'obiettivo è che il Partito faccia sua questa proposta, nuova e dirompente.
Questo approccio acquista ancor maggior rilievo dopo
la vittoria della Merkel che di fatto “stabilizza” il processo di
ristrutturazione capitalista e che in Italia si consolida con la tenuta
del governo Letta-Alfano. In questo quadro si assiste oggi nel nostro
paese ad uno scontro aperto tra chi difende la Costituzione nata dalla
Resistenza e chi vuole sottometterla alla Lex Mercatoria che impone
l'Europa. Con una chiave di lettura di questo tipo acquista concretezza e
respiro anche la campagna per la difesa della Costituzione che si avvia
con la manifestazione del 12 ottobre. La problematica contenuta negli
emendamenti è in discussione anche in alcune forze che sostengono la
manifestazione del 18 e 19 ottobre.
E’ importante capire che gli emendamenti non si
limitano a dire “no euro”. Essi piuttosto prendono atto della mutata
situazione internazionale (crisi della globalizzazione e del ruolo dei
Brics) già ben indicata nel primo documento, e la vedono come occasione
per uscire dalla subordinazione atlantica del nostro Paese,
subordinazione che oggi si esprime anche attraverso l’euro e che è la
base granitica dell’impossibilità di ogni politica favorevole ai
lavoratori. Essi quindi cercano di unire questione di classe e questione
nazionale e di allargare così lo spazio di un’azione di sinistra
fondato sulla rottura dell’alleanza tra lavoro organizzato e grande
capitale “europeista”.
Non tenendo conto di questa dimensione dei problemi,
tutti e tre i documenti congressuali rischino di ripetere formule
politiche già sperimentate e già fallite che: non parlano all'esterno,
non danno profilo e identità all'interno. Rimarremmo in un vuoto di
proposta politica.
Senza un programma chiaro, senza avversari chiari,
non solo le nostre parole d'ordine saranno recepite come inefficaci, ma
rischiano di essere incomprensibili al vissuto quotidiano di milioni di
persone che vivono il morso della crisi.
Senza una proposta forte non si costruiscono
relazioni. Ed il primo obiettivo non è il consenso ma suscitare
interesse, intrigare, rendere la nostra discussione utile non solo a noi
ma a tutte le forze che si muovono nella contestazione ai processi di
austerità.
Questi emendamenti, dunque, rappresentano un nuovo e
diverso approccio analitico, una nuova proposta finalizzata a
ricostruire uno spazio politico nel quale ricomporre un nuovo blocco
storico.
Per loro natura gli emendamenti sono sintetici
rispetto a una materia di tale vastità ma obbligano ad approfondire la
discussione.
La proposta, infatti, apre nuovi e diversi filoni di analisi, di ricerca ed elaborazione:
-
- il blocco sociale e storico da aggregare per un uscita a sinistra dall'euro;
-
- l'uscita dalla crisi verso il Socialismo del XXI secolo, questione che altrimenti rimane una vaga quando inefficace ed inutile declamazione;
-
- l'approfondimento del tema di quale Europa e/o spazio euro-Mediterraneo;
-
- il soggetto politico unitario da costruire in questo percorso storico ed il conseguente ruolo dei comunisti vien posto con i piedi per terra, uscendo dalla sommatoria di ceti e temi.
La necessità della rottura con l'Euro che
proponiamo in queste tesi è una proposta politica che in varie maniere
ed in vari modi attraversa oggi l'intero campo della Sinistra Europea,
assumerla come primo punto di un programma politico di fase può essere
l'elemento centrale per rilanciare l'azione del movimento che abolisce
lo stato di cose esistenti.
* membri del Cpn di Rifondazione Comunista
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