sabato 26 ottobre 2013

A CHI? di Nico Macce, Carmillaonline.com


faustoleali“A chi?”, cantava Fausto Leali. La stessa domanda che giunge spontanea riguardo questo appello. I suoi promotori si lanciano in una disamina puntuale dello stravolgimento in atto dell’art. 138 e delle sue conseguenze, ma sui soggetti che portano avanti questa specie di golpe fanno gli gnorri. Continuano a fare gli gnorri. Perché si sa che questo appello è in perfetta continuità con la mobilitazione del 12 ottobre. A chi? I promotori chiedono pur a qualcuno che fermi questo tentativo. Peccato che si rivolgano a coloro che di fatto stanno stravolgendo con scienza e coscienza la Carta costituzionale.
 Raccolgono firme autorevoli: da Dario Fo a Valeria Golino, da Gianni Boncompagni a Paolo Flores d’Arcais.
 Ma a cosa serve tutto questo se non si inizia un vero attacco politico ai decisori, alla cabina di regia e a chi sta dietro a questa operazione da golpe bianco? Se le mobilitazioni non hanno una controparte? Dove portano le vie maestre, nei vicoli ciechi?
A chi? Quando si elogia il presidente Napolitano, proprio lui! Lui che fa politica sistematicamente, faziosamente, sin dall’insediamento di Monti nel 2011. E’ arrivato persino a fare le riunioni notturne con le forze fidate, solo gli esponenti della maggioranza, per tagliare fuori le opposizioni e, con loro, milioni di cittadini elettori. Di notte, come i cospiratori.
A chi? Verso coloro per i quali si spera di reggere il moccolo nel futuro PD vincente? Non vedo ultimatum da Vendola su questa questione. Né consultazioni d’urgenza della Boldrini, sempre impegnata a guardare i tetti del palazzo: che nessuno rovini i coppi con le suole delle scarpe.
Ma che ca..o di opposizione è questa? Solo simboliche prese di posizione. Mi ricordano l’aquila americana del Muppet Show, che parlava di delinquenza dal pulpito, mentre dietro gli svuotavano la sala di tutta l’argenteria e la mobilia.
 Solo che la sala in questione è il Parlamento con la sua Carta.
Non discuto lo strumento, la necessità di denunciare politicamente con una chiamata a raccolta di personaggi e cittadini questo tentativo reazionario di smantellare quel che resta della Costituzione nata dalla Resistenza, per portare il paese a una repubblica presidenziale.
Critico questa modalità a dir poco bizzarra di mantenersi molto più che generici: omertosi sulle forze politiche che sono promotrici di questo attacco all’art.138.
La due giorni del 18 e del 19 significa tra tutte le cose che si sono dette e lette, anche un’altra cosa importante: che una parte del paese si è rotta le palle di questo teatrino fatto sulla sua pelle.
 La lasciamo a tutti lor pupi questa legalità vera o presunta, calpestata o strumentalizzata.
Paradossalmente (ma in apparenza) chi sta difendendo quei diritti tanto virtuali e cartacei della Costituzione, mai applicati o molto poco, è proprio chi ha deciso di farli vivere in pratiche di illegalità di massa come l’occupazione delle case e degli spazi. Ossia, chi va oltre alla natura borghese e classista di questa legalità, sempre più oppressiva e supina alla legislazione europea, la quale è sempre più concreta nella sua bestialità autoritaria e neoliberista, nello smantellamento di sovranità dei paesi e delle cittadinanze.
A chi? A questa domanda qualcuno ha già risposto nelle piazze. Sono le forze dell’antagonismo di classe a sapere “a chi”, senza mandarlo a dire. Fanno nomi e cognomi delle forze politiche delle “larghe intese”, PD-PdL-Scelta Civica, responsabili del massacro sociale e del golpismo strisciante, e dei loro mandanti tecnocrati della troika, senza peli sulla lingua, senza piedi in due scarpe, senza le strane alchimie che legano presunti antiliberisti alle orde liberali.
Senza i soliti trenini elettorali, che partono con la coda delle segreterie tanto “comuniste” e arrivano alla locomotiva del PD.
Sono coloro che stanno già praticando la lotta per i diritti sull’unico terreno giusto quanto inevitabile, e senza tante ciance. Quello della riappropriazione e della sollevazione di massa.
E ciò dimostra, ancora una volta, che i migliori riformisti sono i rivoluzionari.

“La Costituzione stravolta nel silenzio”. L’appello contro la riforma presidenziale

Lucarelli, Salvi, Ingroia, La Valle, Giulietti e altri chiedono una firma per fermare la procedura di modifica della Carta messa in opera dalla maggioranza delle larghe intese. Che affossa l'articolo 138, umilia i parlamentari e tiene all'oscuro l'opinione pubblica. Mentre il Porcellum resta

 
Costituzione
Pubblichiamo l’appello contro il ddl di riforma costituzionale firmato anche da Fiorella Mannoia, Alessandro Pace, Gianni Ferrara, Alberto Lucarelli, Don Luigi Ciotti, Michela Manetti, Raniero La Valle, Claudio De Fiores, Paolo Maddalena, Cesare Salvi, Massimo Siclari, Massimo Villone, Silvio Gambino, Domenico Gallo, Antonio Ingroia, Beppe Giulietti, Antonello Falomi, Raffaele D’Agata, Mario Serio, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero, Aldo Busi, Salvatore Settis, Gian Carlo Caselli, Salvatore Borsellino, Roberta De Monticelli, Paolo Flores D’Arcais, Maurizio Viroli, Maurizio Crozza, Gustavo Zagrebelsky, Mario Almerighi, Franco Baldini, Bianca Balti, Aldo Busi, Adriano Celentano, Luisella Costamagna, Ennio Fantastichini, Ficarra e Picone, Fabrizio Gifuni, Gene Gnocchi e Valentina Lodovini, Davide Dileo “Boosta”, Milena Gabanelli, Daniele Luttazzi, Francesca Neri, Ottavia Piccolo, Claudio Santamaria, Giulia Maria Crespi, Massimiliano Fuksas, Gianna Nannini, Marco Tullio Giordana, Gino Strada, Giancarlo De Cataldo, Dario Fo, Andrea Occhipinti, Sandro Ruotolo e Vauro, Paola Turci, Donatella Versace, Gianni Boncompagni, Sabrina Impacciatore, Franco Battiato, Riccardo Iacona, Andriano Sansa, Gianni Vattimo, Gigi Proietti, Milly Bossi Moratti, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Lucarelli, Carlo Freccero, Elio e le Storie Tese, Giovanna Maggiani Chelli, Lidia Ravera, Natalino Balasso, Paul Ginsborg, Luca Guadagnino, Luca Mercalli, Stefano Bonaga, Nicoletta Mantovani, Maurizio Maggiani, Marisa Laurito, Fabio Picchi, Armando Spataro, Associazione Addiopizzo, Giuseppe Cederna, Alessandro Haber, Enrico Lucherini, Nicola Piovani, Carlo Smuraglia, Lorella Zanardo, Giorgio Cremaschi, Aldo Nove, Isabella Ferrari, Bruno Gambarotta, Francesco Pinto, Marina Rei, Valeria Parrella, Ugo Mattei, Roberto Faenza, Giulio Casale, Nicola Di Grazia-Movimento per la Giustizia, Enrico Di Nicola, Paolo Rossi, Sergio Rubini, Carlo Verdone, Gianfranco Bettin, Sabrina Ferilli, Marco Revelli, Gianfranco Amendola, Roberto Esposito, Stefano Sollima, Andrea Camilleri, Anna Kanakis, Giovanni Veronesi, Ileana Argentin, Caparezza, Oliviero Toscani, Claudio Baglioni, Geppi Cucciari, Sandro Gerbi, Silvio Muccino, Federica Sciarelli, Carmen Llera, Valeria Golino, Loredana Taddei, Gherardo Colombo, Elio Germano, Claudia Zuncheddu, Dacia Maraini, Stefano Benni, Maurizio Scaparro, Serena Dandini, Paolo Sollier, Vinicio Capossela, Francesco Rosi, Paolo Sorrentino. 
Ignorando il risultato del referendum popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di mettere tutto il potere nelle mani di un “Premier assoluto”, é ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere in senso presidenzialista la nostra forma di governo, rinviando di mesi la indilazionabile modifica dell’attuale legge elettorale. In fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione la Camera dei Deputati ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione dall’articolo 138, che fa saltare la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione.
Ci appelliamo a voi che avete il potere di decidere, perché il processo di revisione costituzionale in atto sia riportato sui binari della legalità costituzionale. Chiediamo, innanzitutto, che l’iter di discussione segua tempi rispettosi del dettato costituzionale, che garantiscano la necessaria ponderazione delle proposte di revisione, il dovuto approfondimento e anche la possibilità di ripensamento. Chiudere, a ridosso delle ferie estive, la prima lettura del disegno di legge costituzionale, impedisce un vero e serio coinvolgimento dell’opinione pubblica nel dibattito che si sta svolgendo nelle aule parlamentari.
In secondo luogo vi chiediamo di restituire al Parlamento e ai parlamentari il ruolo loro spettante nel processo di revisione della nostra Carta costituzionale. L’aver abbandonato la procedura normale di esame esplicitamente prevista dall’articolo 72 della Costituzione per l’esame delle leggi costituzionali, l’aver attribuito al Governo un potere emendativo privilegiato, l’impossibilità per i singoli parlamentari di sub-emendare le proposte del Governo o del Comitato, la proibizione per i parlamentari in dissenso con i propri gruppi di presentare propri emendamenti, le deroghe previste ai Regolamenti di Camera e Senato, costituiscono altrettante scelte che umiliano e comprimono l’autonomia e la libertà dei parlamentari e quindi il ruolo e la funzione del Parlamento.
Vi chiediamo ancora che i cittadini possano liberamente esprimere il loro voto su progetti di revisione chiari, ben definiti e omogenei nel loro contenuto. L’indicazione generica di sottoporre a revisione oltre 69 articoli della Costituzione, contrasta con questa esigenza e attribuisce all’istituendo Comitato parlamentare per le riforme costituzionali indebiti poteri “costituenti” che implicano il possibile stravolgimento dell’intero impianto costituzionale.
Non si tratta di un intervento di “manutenzione” ma di una riscrittura radicale della nostra Carta fondamentale non consentita dalla Costituzione, aperta all’arbitrio delle contingenti maggioranze parlamentari. Chiediamo che nell’esprimere il vostro voto in seconda lettura del provvedimento di modifica dell’articolo 138, consideriate che la maggioranza parlamentare dei due terzi dei componenti le Camere per evitare il referendum confermativo, in ragione di una legge elettorale che distorce gravemente e incostituzionalmente la rappresentanza popolare, non coincide con la realtà politica del corpo elettorale del nostro Paese. Rispettare questa realtà, vuol dire esprimere in Parlamento un voto che consenta l’indizione di un referendum confermativo sulla revisione dell’articolo 138.
Vi chiediamo infine di escludere dalle materie di competenza del Comitato per le riforme costituzionali la riforma del sistema elettorale che proprio per il suo significato politico rilevantissimo ha un effetto distorsivo nell’ottica della revisione costituzionale. E’ in gioco il futuro della nostra democrazia.
Assumetevi la responsabilità di garantirlo.

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