Il
fine settimana sarà gelido. Siamo stati tutti avvertiti e dobbiamo fare
del nostro meglio. La Protezione civile conta su 800 mila persone; essa
sola ha strutture di comando e mezzi e capacità pratica di intervento.
Occorrono soldi, ma la prevenzione può far risparmiare al paese vite
umane e disastri; e perfino miliardi di euro, necessari a ricostruire le
parti andate distrutte per il maltempo.
La Protezione civile durante il vecchio governo è stata, quanto ai vertici, un crogiolo di malaffare, tra feste patronali, sprechi cortigiani e tentata società per azioni. È comunque l’unico strumento che abbiamo e dobbiamo aiutarla a funzionare, con tutti i poteri e i controlli necessari, soprattutto a livello locale. I volontari faranno meglio di chiunque la propria parte.
I sindaci, gli amministratori dei quartieri, quelli delle regioni e delle province avranno finalmente l’occasione per mostrare quello che sanno fare. Le città italiane hanno migliaia di senza casa: essi sopravvivono male in condizioni normali; nel gelo vanno aiutati. Ci sono poi l’esercito e le ferrovie. Se all’estero si viene a sapere che l’esercito italiano vende i suoi servizi ai comuni in difficoltà ambientali, il risultato sarebbe di almeno 220 punti di spread perduti. Un po’ di più di quanto non valga l’articolo 18 inviso ai banchieri, quotato a 200 punti dalla sempre ben informata Repubblica di ieri. Quanto alle ferrovie, in un paese civile dovrebbero funzionare come la principale delle risorse, quella più affidabile e generosa. Invece nella scorsa evenienza non è stato così; e del resto gli interessi ferroviari vanno piuttosto all’alta velocità e ai suoi profitti, mentre la circolazione trasversale è trascurata anche nei giorni di bel tempo.
Il nostro paese non avrà molte occasioni per mettere a punto un sistema di difesa ambientale, se non comincerà a farlo subito. Tra pochi mesi scatterà la torrida afa di agosto, poi le piogge autunnali e di nuovo il gelo: di nuovo con poco gas dalla Russia e qualche altro disagio. Saremo ogni volta sorpresi. Si replicherà al clima avverso, caso per caso, vedendo la soluzione in un aumento nell’offerta di energia elettrica d’estate e di gas d’inverno: nuove centrali di potenza e linee ad altissima tensione; nuovi rigassificatori e gasdotti come il Brindisi-Minerbio di 700 km, dalla Puglia alla provincia di Bologna, senza riguardo per gli Appennini. Si sosterrà il traffico, progettando nuovi svincoli e sovrappassi per evitare tra cinque o dieci anni, o chissà quando, altri intoppi sulle tangenziali. Consumeremo così tutta l’acqua e allora affideremo il suo regime a chissà chi, meglio se multinazionale e strapotente.
Perderemo. Continueremo ad accumulare sconfitta su sconfitta finché non sceglieremo un’altra via, insieme sobria e ragionevole, libera dai grossi Suv e solidale. Forse non riusciremo a contenere il riscaldamento globale, di cui il gelo di oggi è un’avvisaglia, ma almeno avremo tentato.
La Protezione civile durante il vecchio governo è stata, quanto ai vertici, un crogiolo di malaffare, tra feste patronali, sprechi cortigiani e tentata società per azioni. È comunque l’unico strumento che abbiamo e dobbiamo aiutarla a funzionare, con tutti i poteri e i controlli necessari, soprattutto a livello locale. I volontari faranno meglio di chiunque la propria parte.
I sindaci, gli amministratori dei quartieri, quelli delle regioni e delle province avranno finalmente l’occasione per mostrare quello che sanno fare. Le città italiane hanno migliaia di senza casa: essi sopravvivono male in condizioni normali; nel gelo vanno aiutati. Ci sono poi l’esercito e le ferrovie. Se all’estero si viene a sapere che l’esercito italiano vende i suoi servizi ai comuni in difficoltà ambientali, il risultato sarebbe di almeno 220 punti di spread perduti. Un po’ di più di quanto non valga l’articolo 18 inviso ai banchieri, quotato a 200 punti dalla sempre ben informata Repubblica di ieri. Quanto alle ferrovie, in un paese civile dovrebbero funzionare come la principale delle risorse, quella più affidabile e generosa. Invece nella scorsa evenienza non è stato così; e del resto gli interessi ferroviari vanno piuttosto all’alta velocità e ai suoi profitti, mentre la circolazione trasversale è trascurata anche nei giorni di bel tempo.
Il nostro paese non avrà molte occasioni per mettere a punto un sistema di difesa ambientale, se non comincerà a farlo subito. Tra pochi mesi scatterà la torrida afa di agosto, poi le piogge autunnali e di nuovo il gelo: di nuovo con poco gas dalla Russia e qualche altro disagio. Saremo ogni volta sorpresi. Si replicherà al clima avverso, caso per caso, vedendo la soluzione in un aumento nell’offerta di energia elettrica d’estate e di gas d’inverno: nuove centrali di potenza e linee ad altissima tensione; nuovi rigassificatori e gasdotti come il Brindisi-Minerbio di 700 km, dalla Puglia alla provincia di Bologna, senza riguardo per gli Appennini. Si sosterrà il traffico, progettando nuovi svincoli e sovrappassi per evitare tra cinque o dieci anni, o chissà quando, altri intoppi sulle tangenziali. Consumeremo così tutta l’acqua e allora affideremo il suo regime a chissà chi, meglio se multinazionale e strapotente.
Perderemo. Continueremo ad accumulare sconfitta su sconfitta finché non sceglieremo un’altra via, insieme sobria e ragionevole, libera dai grossi Suv e solidale. Forse non riusciremo a contenere il riscaldamento globale, di cui il gelo di oggi è un’avvisaglia, ma almeno avremo tentato.
Guglielmo Ragozzino - il manifesto
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