La
situazione politica presenta alcuni elementi che meritano una
riflessione. In attesa della conclusione della trattativa in corso tra
Governo, Confindustria e Sindacati sul mercato del lavoro e di un nuovo
test amministrativo molto importante stanno avvenendo fatti
significativi.
Tutte le forze politiche e gli schieramenti sono in fibrillazione. Certo incombe un percorso che dovrebbe determinare una nuova impalcatura istituzionale e – soprattutto – una nuova legge elettorale (una prima nostra valutazione la trovate in questo articolo di Gianluigi Pegolo), ma non è solo questo. Da un lato l’esistenza stessa di questo governo che gode dell’appoggio di Pdl, Pd e Terzo Polo determina fibrillazioni in tutte le forze politiche. Dall’altro il sistema maggioritario – a venti anni dalla sua introduzione nel nostro Paese – che ha imposto la costruzione di coalizioni elettorali innaturali ha dimostrato il suo fallimento.
Tutte le forze politiche e gli schieramenti sono in fibrillazione. Certo incombe un percorso che dovrebbe determinare una nuova impalcatura istituzionale e – soprattutto – una nuova legge elettorale (una prima nostra valutazione la trovate in questo articolo di Gianluigi Pegolo), ma non è solo questo. Da un lato l’esistenza stessa di questo governo che gode dell’appoggio di Pdl, Pd e Terzo Polo determina fibrillazioni in tutte le forze politiche. Dall’altro il sistema maggioritario – a venti anni dalla sua introduzione nel nostro Paese – che ha imposto la costruzione di coalizioni elettorali innaturali ha dimostrato il suo fallimento.
Centro destra
Nel centro destra si consolida la
rottura tra Lega e Pdl. Ma è scontro forte anche nelle due forze
politiche. Nella Lega lo scontro tra Bossi e Maroni non si è per nulla
attenuato, come dimostra, da ultimo, il caso del sindaco di Verona,
Tosi. Nel Pdl la componente ex An vive con sofferenza l’appoggio al
Governo, diffida di un nuovo rapporto col Terzo Polo, al contrario degli
ex Fi che – anche in una prospettiva di uscita di scena di Berlusconi –
lo auspicano. La vera e propria baraonda che si sta verificando nei
congressi provinciali del Pdl – a suon di tessere false e annullamenti –
conferma queste tensioni.
Terzo Polo
Il Terzo Polo, al contrario, usa
l’indubbio vantaggio che l’attuale Governo gli procura per cercare di
“scassare” sia il Pdl sia il Pd. In questo senso vanno le recenti
dichiarazioni di Casini per un nuovo soggetto politico che raccolga
tutti i moderati e, contemporaneamente, le parole di apprezzamento sulle
dichiarazioni di Veltroni.
Il centro sinistra e la sinistra
Ma ciò che a noi interessa approfondire è
quanto avviene nel centro sinistra e nella sinistra, poiché ci riguarda
direttamente. Siamo in presenza di forti fibrillazioni determinate –
anche qui – dal nuovo quadro politico, dall’ incertezza sulle coalizioni
che si presenteranno alle prossime elezioni politiche, ma, soprattutto,
da come questo Governo affronta la crisi economica e, in particolare,
il rapporto con il mondo del lavoro.
Ma mentre Idv e Sel (per non parlare della Fds che fin dalla nascita del Governo Monti si è collocata nettamente all’opposizione) hanno preso le distanze dalla compagine governativa e dalle sue scelte, il Pd, al contrario, si trova in una vera e propria morsa, diviso – praticamente – su tutto.
Ma mentre Idv e Sel (per non parlare della Fds che fin dalla nascita del Governo Monti si è collocata nettamente all’opposizione) hanno preso le distanze dalla compagine governativa e dalle sue scelte, il Pd, al contrario, si trova in una vera e propria morsa, diviso – praticamente – su tutto.
Veltroni vs. Fassina
In questo contesto si colloca la intervista di Veltroni
del 19 febbraio a Repubblica nella quale emergono tre punti assai
rilevanti. Il primo è un assist a Governo e Condindustria e uno schiaffo
alla CGIL: ” l’articolo 18 non è un tabù”. Il secondo è un attacco a
tutto tondo alla FIOM, alle forze a sinistra del Pd, ma anche alla CGIL:
” non dobbiamo più farci condizionare dai santuari del no”. Il terzo
non è solo un appoggio al Governo Monti, ma la proposta di assumerlo
come progetto futuro: “non lasciamo Monti in mano alla destra”.
In buona sostanza Veltroni enuncia un vero e proprio progetto politico: il Pd deve rompere con la CGIL e la sinistra, stringere una intesa con il Terzo Polo, assumere l’attuale leadership governativa (poco importa in questo disegno se è lo stesso Monti o Passera), come quella che andrà sostenuta alle prossime elezioni politiche.
Di fronte a questa offensiva (da notare che il giorno dopo puntualissimo è arrivato l’editoriale a sostegno del Corriere di Giavazzi e Alesina) nel Pd sono emerse posizioni contrarie a questa proposta.
Già nei giorni precedenti l’intervista, in una iniziativa pubblica a Napoli, Bersani aveva dichiarato che ” rispetto ai problemi in discussione l’art.18 è sicuramente l’ultimo”.
Ma è Fassina, responsabile economico del partito, che sferra l’attacco più pesante alle tesi sostenute dall’ex sindaco di Roma. A suo modo di vedere Veltroni è completamente fuori linea, non solo sull’articolo 18 e il governo Monti, ma viene criticato perché propone ricette contigue a quelle della destra e che hanno dimostrato di essere la causa della presente crisi. Anche Cofferati, con una sua presa di posizione, critica l’intervista di Veltroni.
Tutto questo dimostra che nell’aggravarsi della crisi e di fronte alle scelte del governo che mettono sotto schiaffo CGIL e lavoratori, nel Pd si apre una importante dialettica. Lo avevamo già valutato nel corso del dibattito del nostro congresso. Non a caso nel documento di maggioranza si parla esplicitamente di una contraddizione tra l’elettorato del Pd e le scelte di questo partito, su cui noi dobbiamo agire.
In buona sostanza Veltroni enuncia un vero e proprio progetto politico: il Pd deve rompere con la CGIL e la sinistra, stringere una intesa con il Terzo Polo, assumere l’attuale leadership governativa (poco importa in questo disegno se è lo stesso Monti o Passera), come quella che andrà sostenuta alle prossime elezioni politiche.
Di fronte a questa offensiva (da notare che il giorno dopo puntualissimo è arrivato l’editoriale a sostegno del Corriere di Giavazzi e Alesina) nel Pd sono emerse posizioni contrarie a questa proposta.
Già nei giorni precedenti l’intervista, in una iniziativa pubblica a Napoli, Bersani aveva dichiarato che ” rispetto ai problemi in discussione l’art.18 è sicuramente l’ultimo”.
Ma è Fassina, responsabile economico del partito, che sferra l’attacco più pesante alle tesi sostenute dall’ex sindaco di Roma. A suo modo di vedere Veltroni è completamente fuori linea, non solo sull’articolo 18 e il governo Monti, ma viene criticato perché propone ricette contigue a quelle della destra e che hanno dimostrato di essere la causa della presente crisi. Anche Cofferati, con una sua presa di posizione, critica l’intervista di Veltroni.
Tutto questo dimostra che nell’aggravarsi della crisi e di fronte alle scelte del governo che mettono sotto schiaffo CGIL e lavoratori, nel Pd si apre una importante dialettica. Lo avevamo già valutato nel corso del dibattito del nostro congresso. Non a caso nel documento di maggioranza si parla esplicitamente di una contraddizione tra l’elettorato del Pd e le scelte di questo partito, su cui noi dobbiamo agire.
La palla passa a noi
E qui la palla passa a noi. In questo
quadro dinamico dobbiamo giocare un ruolo positivo. Esso, a mio parere,
deve muoversi su due direttive. Da un lato tenere ferma la nostra
opposizione al Governo e ai suoi provvedimenti. Dimostrando che, al di
là di una facciata indubbiamente più presentabile, quando andiamo alle
scelte concrete esse sono durissime e pesantissime contro il lavoro:
nessun Governo aveva fatto una controriforma così pesante sulle pensioni
e nemmeno Berlusconi aveva avuto il coraggio di affondare, come ha
fatto Monti, sull’articolo 18. Su questa linea dobbiamo unire tutte le
forze disponibili per fare lotta e iniziativa. A partire dallo sciopero
del 9 marzo della FIOM che – per il momento in cui cade e per i
contenuti che propone – si presenta come l’appuntamento più importante
delle prossime settimane. Dall’altro lato, in presenza di queste
contraddizioni presenti nel Pd e nella CGIL, non dobbiamo rinchiuderci
in un angolo, ma sollecitare tutte queste forze a costruire una
mobilitazione comune in difesa del lavoro e dei diritti.
La situazione è difficile, i lavoratori non hanno bisogno di proclami, ma di soggetti politici e sindacali in grado di reggere il pesantissimo scontro di classe in corso in modo che siano tutelati i loro diritti e le loro condizioni. Va sconfitta la politica che rincorre la destra e che non riesce a ridare dignità alla sinistra. Ma va sconfitta anche la politica dell’arroccamento, della chiusura e della incapacità di mettersi a disposizione per questo progetto. D’altra parte quanto succede nelle due più importanti città dove si vota tra poche settimane, a Genova e Palermo, dove tutta la sinistra, senza il centro, si unisce nel sostenere due belle figure di sinistra come Doria e Borsellino, dovrebbe indurci a mettere ancora più passione in questo nostro impegno.
La situazione è difficile, i lavoratori non hanno bisogno di proclami, ma di soggetti politici e sindacali in grado di reggere il pesantissimo scontro di classe in corso in modo che siano tutelati i loro diritti e le loro condizioni. Va sconfitta la politica che rincorre la destra e che non riesce a ridare dignità alla sinistra. Ma va sconfitta anche la politica dell’arroccamento, della chiusura e della incapacità di mettersi a disposizione per questo progetto. D’altra parte quanto succede nelle due più importanti città dove si vota tra poche settimane, a Genova e Palermo, dove tutta la sinistra, senza il centro, si unisce nel sostenere due belle figure di sinistra come Doria e Borsellino, dovrebbe indurci a mettere ancora più passione in questo nostro impegno.
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