mercoledì 8 febbraio 2012

GRECIA: SONDAGGIO SHOCK, SOCIALISTI 8% SINISTRA RADICALE AL 40%


Altro che inseguire il Partito Socialista europeo e la sua politica di complicità con la ristrutturazione capitalista, l'austerity sta portando a sinistra il paese ellenico cancellando di fatto i socialisti dal parlamento. Noi non siamo sostenitori dei sondaggi, spesso, soprattutto in Italia, questi sono utilizzati più come strumento comunicativo per indirizzare il voto che per fotografare le tendenze reali in atto. In questo caso però non si parla di alcuni punti percentuali ma di cifre impressionanti. Per come leggiamo il processo politico in atto, in Grecia si segna una rottura nettissima tra la sinistra radicale e quella social-liberista sulla base della questione del Governo di salvezza nazionale. E' quindi l'adesione o l'opposizione alle politiche liberiste a guida prussiana che determina un nuovo assetto politico in un Paese ridotto alla fame per assecondare il volere dei mercati. 
Il nuovo sondaggio d'opinione condotto dalla Public Issue per conto del quotidiano Kathimerini parla chiaro, conferma il primato di Nea Dimocratia, il partito di centro destra guidato da Antonis Samaras, con il 31% mentre conferma la caduta libera del Pasok, il partito socialista guidato dall'ex premier Giorgos Papandreou con l'8% delle preferenze. Con il 18%, viene Sinistra Democratica, il nuovo partito formato da Fotis Kouvelis, cui segue il Partito Comunista con il 12,5%, Syriza/Synaspimos (altro partito di sinistra) con il 12%. Complessivamente parliamo di circa il 40% dell'elettorato!   Il numero di coloro che, in caso di elezioni, si asterrebbero dal voto ha raggiunto il 30%. La stragrande maggioranza degli intervistati, il 91%, si dice insoddisfatta dall'operato del governo di Lucas Papademos. Per quanto riguarda le elezioni, il 58% degli intervistati si e detto convinto che si dovrebbe andare alle elezioni anticipate, contro il 38% che si è dichiarato contrario. 
Se è vero che l'Italia non è la Grecia è altrettanto vero che è simile il processo sociale in atto nei due paesi,  come simile è lo schieramento che sostiene il Governo in carica. Chi nella sinistra italiana ha un atteggiamento ambiguo pensando che Monti sia semplicemente una brutta parentesi farebbe bene a guardare questi dati. In Italia, come in Grecia, c'è un enorme spazio per la costruzione di una nuova sinistra popolare d'opposizione alle politiche di Austerity. Senza un programma di uscita dal Fiscal Compact e dai vincoli esterni che l'Europa impone misurarsi con il tema del Governo vuol dire semplicemente essere complici di banche e padroni nel saccheggio del nostro futuro. In Italia la sinistra deve scendere in piazza unita per cacciare Monti, denunciando con forza l'inciucio tra PD e PDL. Ne avrà il coraggio?

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