mercoledì 1 febbraio 2012

Un paio di occhiali per Vendola


“L’alternativa è disobbedire costruendo un altro sistema economico da contrapporre a quello liberista. Non più mettendo assieme i vertici dei partiti, ma le persone, i movimenti, le esperienze, i saperi…”. Del tutto condivisibili le affermazioni che evidenzio tra virgolette.

di Citto Saija

Ed allora è opportuno strappare la foto di Vasto che vede assieme i capi di tre partiti: Bersani, Vendola e Di Pietro. I partiti sono: il PD, Sel e IDV. Le affermazioni vendoliane virgolettate sono da sottoscrivere ed allora è necessario regalare al compagno Vendola un paio di occhiali.

Il partito di cui Bersani è segretario sta mostrando, con l’appoggio di fatto incondizionato al governo liberista di Monti, di essere un partito a tendenza liberista. Piccoli mal di pancia interni al partito vengono messi a tacere e le prospettive di vincere per un centro-sinistra di fatto ultraliberista sono proprio minime.
In questo momento, se si vuole costruire veramente una opposizione di sinistra (intendo questo termine nel senso più ampio ma alternativo) è necessario dar vita ad un progetto alternativo che si fondi, come di recente ha anche affermato il sindaco di Napoli De Magistris, sulla democrazia partecipata e soprattutto sulla difesa dei beni comuni.
Una sinistra di alternativa forte (che veda assieme in un progetto strategico tantissime forze e movimenti che nella società civile esistono) può essere costruita, avendo anche come motore partiti della sinistra radicale come Rifondazione comunista e la stessa Sinistra ecologia e libertà.
Alleanze personalistiche e di piccola bottega politica (un gruppetto di parlamentari) non costituiranno certamente un blocco, per la deriva liberista che il governo Monti sospingerà verso la realtà del dopo elezioni del 2013.
Con Monti e i suoi banchieri ed economisti della destra liberista, possiamo dire che i liberisti in Italia sono al potere e il modello Monti sta per diventare punto di riferimento nell’intera Europa.
Se vogliamo costruire, almeno in prospettiva, condizionando il Partito democratico, una sinistra di alternativa al neoliberismo non possiamo non stare uniti.
Come afferma giustamente il direttore di “Micromega” Paolo Flores d’Arcais, in Italia i cittadini di area progressista sono tra i cinque e i dieci milioni. E aggiungo che tanti elettori di sinistra, e di sinistra veramente radicale, marxisti ma anche non marxisti, stanno fuori dagli stessi partiti della sinistra radicale.
E’ vero, questi elettori non daranno più la fiducia al partito di Bersani, di D’Alema e di Veltroni né condividono le prediche apologetiche, soprattutto tanti giovani, del vecchio “migliorista” Napolitano.
Vorrei dire a Vendola che la fase politica è cambiata e sono necessari occhiali giusti per vedere bene.
Sarebbe un grande peccato di miopia politica regalare ancora una volta il governo dell’Italia ai poteri forti e alla destra con Berlusconi o senza Berlusconi.
L’alternativa al neo liberismo del governo Napolitano-Monti è possibile ma le parole non bastano, servono i fatti.
Basta con le affabulazioni anche belle e ideali. Un’alternativa è possibile, ma bisogna vederci chiaro.

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