Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi hanno aperto la
strada alla sconfitta di Sarkozy ed alla vittoria di Hollande. Si tratta
di un risultato positivo ma se si trattasse solo di questo non sarebbe
un grande risultato. Quante volte in Europa la guida dei governi è passata dalla destra al centro sinistra e ai socialisti senza che cambiasse poi molto?
Il
risultato francese è quindi reso importante dall’affermazione del Front
de Gauche guidato da Melenchon, perché l’affermazione della sinistra,
su una piattaforma totalmente alternativa alle politiche neoliberiste, è
il vero dato qualificante. In Francia, non solo il cameriere della
Merkel viene sconfitto, ma Hollande ha dovuto fare una campagna
elettorale molto spostata sui temi della redistribuzione della ricchezza
e della lotta alla speculazione finanziaria e in
parlamento dovrà fare i conti con una nutrita pattuglia di parlamentari
della sinistra che saranno in grado di condizionarne l’attività. A costo
di scandalizzare i benpensanti, ritengo che paradossalmente anche una
parte del voto al Front National spinge in questa direzione. Il Front è
un partito barbarico e neonazista. Una parte del voto al Fn non è però
un voto ideologico ma esprime un disagio sociale che chiede una profonda
modifica della politica economica francese ed europea in senso sociale
ed egualitario.
Il voto francese rappresenta quindi una rilevantissima battuta
d’arresto del folle programma della Merkel basato su politiche
recessive finalizzate a demolire lo stato sociale e a comprimere i
salari al fine di aumentare la capacità competitiva del sistema
produttivo tedesco. Il voto francese apre una possibilità che deve
essere utilizzata per rovesciare la politica economica sin qui imposta
all’Europa.
In questo contesto il primo passo consiste nel
boicottare l’approvazione del Fiscal Compact. Com’è noto il Fiscal
Compact è un accordo europeo – firmato dall’altro cameriere della Merkel
che risponde al nome di Mario Monti – che prevede per l’Italia una
riduzione del debito pubblico di oltre 40 miliardi all’anno per i
prossimi vent’anni. Si tratta di una massacrata
pazzesca che terrà l’Italia in recessione nei prossimi decenni. Una vera
e propria follia. Hollande ha già detto che non intende firmare il
Fiscal Compact perché lo vuole modificare.
Il prode Bersani, che
inneggia alla vittoria di Hollande, non ha trovato di meglio che dare
una mano a Sarkozy dicendo che il Fiscal Compact va approvato per poi
modificarlo. E’ del tutto evidente che se l’Italia approva il Fiscal
Compact questo rafforza le destre della Merkel e di Sarkozy e
indebolisce Hollande che a questo punto si troverà solo. Già una volta
il centro sinistra italiano ha lasciato solo il governo francese di
Jospin sulla battaglia per le 35 ore ma questa ignavia opportunista
del centro sinistra italiano è francamente rivoltante. Il minimo che
possa fare il PD è di rifiutarsi di votare a favore del Fiscal Compact
per porre l’obiettivo di una sua ricontrattazione dopo le elezioni
francesi e Olandesi, che possono cambiare lo scenario europeo.
La
posizione di Bersani è vergognosa e per questo invitiamo Di Pietro e
Vendola a smettere di inseguire il Pd per ricomporre la foto di Vasto:
per fare cosa , per approvare le politiche economiche della Merkel?
Occorre al contrario aggregare la sinistra e fare anche
in Italia un Front de Gauche che dica con chiarezza che per uscire
dalla crisi serve la redistribuzione del reddito, la lotta alla
speculazione e una forte politica economica pubblica finalizzata
all’occupazione e basata sulla costruzione di un polo pubblico del
credito.
Boicottare l’approvazione del Fiscal Compact e unire la sinistra: queste sono le vere urgenze che abbiamo in Italia.
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