Caro Segretario Bersani,
chi ti scrive è un ex-elettore del Partito Democratico. L'ho votato
alle politiche del 2008 e me ne sono pentito. Oggi faccio parte di quel
50% dell'elettorato che non andrebbe a votare, perché non sa proprio più
a chi credere (o a che santo votarsi). Ho 23 anni, a luglio mi laureo,
ad ottobre sbarcherò a Londra, non penso di tornare, perché qui in
Italia, a parte gli affetti familiari e l'impegno politico nella
diffusione degli ideali di Enrico Berlinguer e la difesa della sua
memoria, non c'è nulla che mi trattiene o che mi invogli a rimanere.
Se ti scrivo però è perché ti reputo una persona perbene e
competente, benché spesso e volentieri non mi trovi d'accordo con alcune
posizioni che hai assunto in questi tuoi due anni e mezzo di mandato.
Per questo penso che sulla questione dell'introduzione del pareggio di
bilancio in Costituzione il Partito Democratico, che stando ai sondaggi
sarebbe il primo partito, non può semplicemente ratificare una decisione
presa chissà dove, senza coinvolgere i cittadini elettori.
Per la settimana prossima, precisamente martedì 17 aprile, il Senato
ha calendarizzato l'approvazione definitiva della modifica dell'art.81
della Costituzione, che introduce il pareggio di bilancio. Molti
economisti, a partire da Tito Boeri, hanno parlato della dannosità di un
provvedimento del genere. In particolare, in un editoriale su
Repubblica del 6 agosto 2011, l'economista della Bocconi ha spiegato:
"L'inserimento dell'obbligo di bilancio in pareggio nella
Costituzione è addirittura una norma sbagliata. Ci può mettere nelle
stesse condizioni in cui si è trovato Obama nelle ultime settimane.
Supponiamo che il nostro Paese si trovi a fronteggiare un rialzo dei
tassi di interesse inaspettato oppure una recessione internazionale dopo
aver approvato un bilancio in pareggio. Come potrà essere finanziata
questa spesa aggiuntiva senza che il provvedimento venga dichiarato
incostituzionale? In ogni caso un governo deve poter anche utilizzare il
deficit di bilancio durante le recessioni per ridurre i costi e la
durata. Precludersi a priori questa possibilità è un grave errore."
Sempre in quel periodo lo stesso Boeri, su lavoce.info, ha osservato
che sarà comunque facile eludere la norma per le forze politiche, ma
questo ridurrà ulteriormente la trasparenza dei conti pubblici. E in
tempi come questi, dove l'irrisolta Questione Morale rischia di
travolgere le istituzioni e tutti i partiti, direi che non ce lo
possiamo proprio permettere.
Tu stesso, l'11 agosto 2011, pronunciavi le seguenti parole, nell'aula di Montecitorio:
"Non parlateci di pareggio di bilancio in Costituzione, sarebbe castrarsi da ogni politica economica".
Ecco, ora tu puoi anche aver cambiato opinione al riguardo, ma puoi
spiegare al tuo elettorato (reale e potenziale) il perché di questo
cambio di rotta? Solo perché al Governo c'è Mario Monti e il pareggio di
bilancio è stato imposto da Angela Merkel a livello europeo per
istituzionalizzare ricette che anche tu fino a qualche mese fa definivi
bollite e inadeguate a fronteggiare la crisi?
Ma se non era la Madonna Enrico Berlinguer, possono esserlo Mario
Monti o Angela Merkel? Con la costituzionalizzazione del pareggio di
bilancio in Costituzione si dichiara de facto il rifiuto dell'idea che
lo stato sociale sia una istituzione fondamentale del nostro sistema
economico e sociale. E non è una cosa da poco e sulla questione i
cittadini dovrebbero essere chiamati ad un grande dibattito, da cui
invece sono tagliati fuori completamente.
Sui grandi giornali la discussione è praticamente assente, così come
nei talk show televisivi. Ai tempi del PCI ogni legge/proposta veniva
discussa nelle sezioni, coinvolgendo militanti e simpatizzanti: lo
stesso sta avvenendo in quelle del Partito Democratico? A quanto pare
no.
L'opinione pubblica italiana è distratta da Trote, malapolitica e
scandali, anche a causa del fatto che il PD sulla Questione Morale per
troppo tempo ha balbettato. Ma su questa questione anche io cittadino
elettore ho il diritto di esprimere la mia opinione. La Libertà è
partecipazione: e io voglio essere libero di partecipare.
Questo Parlamento, che ha quasi il 10% dei suoi membri
condannati/indagati, non è adeguato a proporre nessuna modifica della
Carta fondamentale della nostra Repubblica: non ne è politicamente (per
via della legge elettorale) e moralmente (per via degli scandali) degno.
Il Partito Democratico il 17 aprile prossimo dovrebbe astenersi, per
permettere ai cittadini di esprimersi sul pareggio di bilancio in
Costituzione per via referendaria. Se, viceversa, voterà a favore,
contribuendo a raggiungere la soglia dei 2/3, oltre la quale non sarà
possibile fare alcun referendum, vorrà dire che il PD, di democratico,
ha solo l'aggettivo.
Enrico Berlinguer, concludendo la famosa intervista a Scalfari del 28 luglio 1981, affermava:
"Un giornalista invitò una volta a turarsi il naso e a votare Dc. Ma
non è venuto il momento di cambiare e di costruire una società che non
sia un immondezzaio?"
Ecco, caro Bersani, una nuova società che non sia un immondezzaio si
comincia a costruire anche da qui, lasciando ai cittadini la possibilità
di scegliere se il pareggio di bilancio debba diventare parte della
nostra Carta fondamentale oppure no. Tu questa società la vuoi davvero
costruire? E allora dimostralo.
Con sincera stima,
Pierpaolo Farina (studente)
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