Leggere gli entusiasti commenti dei vari esponenti del Pd (in primis
Bersani) dopo il primo turno delle elezioni francesi provoca un misto
tra ribrezzo e tenerezza. A parte
l’antichissimo e italico vizio di salire sul carro del vincitore, i
condottieri del centro-centro-centro-centro-un po’ sinistra italiano
probabilmente conoscono poco del programma del socialista (tenete ben a
mente l’aggettivo) Francois Hollande. Tutti a inneggiarlo e tutti
accuratamente attenti a non far cenno a una – dicasi una – proposta
programmatica del leader socialista. In questo senso l’intervista
rilasciata oggi a Repubblica dal segretario del Pd né è un esempio lampante: una pagina intera per dire il nulla elevato all’ennesima fuffa.
Per capire la ricetta del Ps francese è utile rileggersi l’articolo pubblicato da Emilio Carnevali su MicroMega
di poco tempo fa: maggiore tassazione per i più ricchi, fondi per far
assumere i giovani con contratti a tempo indeterminato, voto agli
stranieri per le elezioni locali, eutanasia, nozze e adozione da parte
dei gay.
Nel Pd il più “sinistro” di tutti, Stefano Fassina, è uno che non se
la sentì di partecipare a uno sciopero indetto dalla Fiom – un sindacato
fatto fuori dalla fabbrica con metodi parafascisti. Per non parlare dei
diritti civili: “matrimonio gay”, anche solo l’espressione in sé,
provoca spasmi e atti di autolesionismo in mezzo partito.
Hollande, in Francia, punta a una riforma fiscale che prevede
un’aliquota superiore al 45 per cento per i redditi superiori ai 150.000
euro e un’aliquota al 75 per cento per i redditi superiori a 1 milione
di euro nonché l’abolizione dei «regali fiscali e gli sconti» ai più
ricchi e alle grandi aziende.
Il programma socialista, poi, vuole
correggere la riforma previdenziale di Sarkozy, riportando l’età
pensionistica a 60 anni (per chi ha versato 41,5 anni di contributi).
Hollande promette esoneri fiscali per le aziende che assumono un giovane
a tempo indeterminato.
Il Ps pensa inoltre alla creazione di una banca
pubblica di investimenti per il sostegno alle piccole e medie imprese.
Ancora: chi è maggiorenne, in fase avanzata o terminale di una malattia
incurabile potrà chiedere un’assistenza medica per porre fine alla
propria vita con dignità. Senza dimenticare – è scritto nel programma –
lo stop al cumulo dei mandati per i parlamentari.
In Italia Bersani è coalizzato con Alfano e Casini (come se Hollande
fino a ieri fosse stato al governo con Sarkozy e Bayrou), si fanno le
foto e le postano su Twitter;
il Pd è ostaggio di un premier imposto dal
presidente della Repubblica, a sua volta succube di enti sovranazionali
che con la democrazia hanno poco a che fare;
il Pd ha votato
praticamente tutti i provvedimenti dell’esecutivo mediando costantemente
al ribasso – provvedimenti dove si sono imposti sacrifici ai soliti
noti, lasciando indisturbati gli altri.
Con tutta la buona volontà, le chiacchiere stanno a zero e le
analogie pure.
Anche perché nessuno sa, tra un anno, con quale legge
elettorale, con quale coalizione e con quale programma il Pd stia
pensando di presentarsi. Credere che esista una correlazione, una
vicinanza o affinità culturale e politica, tra i socialisti francesi e
il Pd è un falso ideologico.
E – purtroppo per noi – a dimostrarlo sono i
fatti.
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