La
letterina che arriva da Bruxelles non fa paura a nessuno. Anzi gli
infondati timori che lassù potessero stangare la legge di stabilità
italiana è stata sparsa ad arte per far risaltare a tutto tondo
l’inesistente autonomia del caudillo rottamatore e la saggezza
governativa. Non importa che l’insieme della manovra sia dadaista e
apertamente truffaldina, tutto basata com’è su ipotesi inconsistenti,
spese dall’incerta copertura e tagli tutti da verificare, perché alla
commissione Ue e alla Merkel non conviene affatto calcare la mano in
questo momento così delicato, soprattutto avvertendo la voglia di
elezioni da cui è stato preso il loro agente a Roma e non avendo alcuna
intenzione di danneggiare il suo progetto oligarchico.
Certo su alcune cose verrà chiesta una correzione, altre spariranno
nelle segrete stanze, su altre ancora si farà marcia indietro o si
troverà un compromesso, ma Bruxelles rimane tranquilla perché ha il
guinzaglio in mano e può anche consentire un certo
allentamento,soprattutto in atmosfera pre elettorale e persino un assist
nella commedia delle parti: tanto ha la rassicurazione della clausola
di salvaguardia che prevede aumenti di prelievo fiscale qualora le
coperture immaginarie venissero a mancare. Nel caso specifico esse
comprendono l’aumento di due punti dell’Iva agevolata dal 10 al 12 % e
se non basta di un ulteriore punto. Stessa cosa per l’Iva normale che
potrà passare dal 22 al 24 per cento e in seguito aumentare di un altro
punto e mezzo. Senza parlare di altri balzelli nascosti nelle pieghe
della manovra o del fatto che molti provvedimenti tipo 80 euro possano
essere revocati in qualsiasi momento essendo stati pensati come
temporanei.
La cosa interessante è costituita non solo dall’entità della
stangata, ma anche dai tempi di attuazione: il grosso della clausola di
salvaguardia scatta infatti a partire dal primo gennaio del 2016
lasciando tutto il tempo a Renzi di andare alle elezioni, incassare
prima che sia troppo tardi il frutto della sua demagogia e della
disinformazione attuata dai media, per poi tornare “scolaretto a
scuola” come dice il poeta e completare il dettato della maestra.
Quindi sono convinto che dall’Europa non verrà alcuna bocciatura
netta, ma l’espressione di una posizione ambigua che mentre ribadisce la
necessità di attenersi alle regole e di giurare su di esse, nei fatti
chiederà la correzione solo di alcune macroscopiche falle nella manovra,
salvando la legge di stabilità nelle sue intenzioni e nel contempo
consentendo al caudillo di addossare a Bruxelles la colpa del venir meno
di qualche promessa demagogica davvero eccessiva o le fantasie di una
diminuzione delle tasse. Tanto loro sono salvaguardati, mentre gli
italiani no.
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