L’attore e la situazione politica: «Basta con questa litigiosità, a Roma serve una sinistra unita»
Parte dal tema nazionale e incita: «Dobbiamo costruire un unico
soggetto di sinistra, senza dividerci in beghe di cortile e questioni di
lana caprina, perché il momento per il Paese è drammatico». Poi, guarda
a Milano: «Per quello che ho visto in questi anni dal mio osservatorio,
non ho notato questa grande spinta della giunta Pisapia. La promessa si
è molto ripiegata su se stessa e molti di quegli elettori ora sono
delusi». Moni Ovadia, candidato alle scorse europee con a Lista Tsipras ,
continua però a pensare che «esiste ancora un popolo di sinistra che
chiede una rappresentanza non da prefisso telefonico. E quindi bisogna
creare un’unica forza che raccolga tutta la sinistra che c’è oltre ai
socialisti e alla socialdemocrazia».
Scusi Ovadia, ma quella non avrebbe dovuto essere già l’idea della Lista Tsipras dalle europee?
«Sì, ma dopo il voto è ripartita la melina e io non sono più disposto ad accettarla. Le prossime elezioni politiche saranno per noi l’ultima occasione. Abbiamo un compito cruciale perché da una parte c’è questo gran carrozzone del Pd e dall’altro Berlusconi con le sue alleanze ondivaghe. Di fronte al governo di Renzi e di Alfano, l’opposizione passa all’area che ha una forte componente populista e che vedremo in piazza il 25 ottobre: dobbiamo parlare ai ceti deboli, agli anziani, ai giovani disoccupati, ai 400 mila che non hanno rinnovato la tessera del Pd, a chi non si riconosce più in questo centrosinistra annacquato».
Lo sta dicendo ai suoi?
«Certo, perché questa indecente litigiosità ci rende ridicoli e inefficaci».
Un progetto unitario che si può proporre anche a Milano, dove si voterà nel 2016?
«Come dicevo, c’è in giro molta delusione. È chiaro che ognuno ha diritto ad una prova di appello, ma bisogna essere molto chiari fin dall’inizio. Se l’idea è di passare per un’alleanza con il Pd di Renzi, questo diventa un problema. Lo dico senza malanimo nei confronti di Giuliano Pisapia o di altri, ma come dato di fatto: la politica economica di Renzi, quella che Alfano sbandiera come «la nostra politica economica” non può essere accettata dalla sinistra».
E Pisapia?
«Beh, rischia di restare imbrigliato in questa situazione. Io conto per quel poco che conto, ma così non si può fare».
Quindi?
«E quindi se la strada del Pd è segnata e se vogliamo recuperare tutti gli elettori che non sono andati al voto o quelli che hanno votato in modo poco convinto, noi dobbiamo avere un programma molto chiaro, basato su pochi punti che si fondino sui temi della giustizia sociale, dell’uguaglianza, dello statuto dei diritti, della Costituzione, sulla sostenibilità ambientale».
Ovadia si sta candidando?
«Io sono un militante da quando avevo 15 anni, come avevo detto per le europee non ho ambizioni politiche».
«Sì, ma dopo il voto è ripartita la melina e io non sono più disposto ad accettarla. Le prossime elezioni politiche saranno per noi l’ultima occasione. Abbiamo un compito cruciale perché da una parte c’è questo gran carrozzone del Pd e dall’altro Berlusconi con le sue alleanze ondivaghe. Di fronte al governo di Renzi e di Alfano, l’opposizione passa all’area che ha una forte componente populista e che vedremo in piazza il 25 ottobre: dobbiamo parlare ai ceti deboli, agli anziani, ai giovani disoccupati, ai 400 mila che non hanno rinnovato la tessera del Pd, a chi non si riconosce più in questo centrosinistra annacquato».
Lo sta dicendo ai suoi?
«Certo, perché questa indecente litigiosità ci rende ridicoli e inefficaci».
Un progetto unitario che si può proporre anche a Milano, dove si voterà nel 2016?
«Come dicevo, c’è in giro molta delusione. È chiaro che ognuno ha diritto ad una prova di appello, ma bisogna essere molto chiari fin dall’inizio. Se l’idea è di passare per un’alleanza con il Pd di Renzi, questo diventa un problema. Lo dico senza malanimo nei confronti di Giuliano Pisapia o di altri, ma come dato di fatto: la politica economica di Renzi, quella che Alfano sbandiera come «la nostra politica economica” non può essere accettata dalla sinistra».
E Pisapia?
«Beh, rischia di restare imbrigliato in questa situazione. Io conto per quel poco che conto, ma così non si può fare».
Quindi?
«E quindi se la strada del Pd è segnata e se vogliamo recuperare tutti gli elettori che non sono andati al voto o quelli che hanno votato in modo poco convinto, noi dobbiamo avere un programma molto chiaro, basato su pochi punti che si fondino sui temi della giustizia sociale, dell’uguaglianza, dello statuto dei diritti, della Costituzione, sulla sostenibilità ambientale».
Ovadia si sta candidando?
«Io sono un militante da quando avevo 15 anni, come avevo detto per le europee non ho ambizioni politiche».
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