Robert Jaroslaw Iwaszkiewicz: si fa più fatica a pronunciarlo che a
dire chi è. Un fascistone fatto e finito, e da ieri anche lo Scilipoti
polacco che garantisce a Grillo il numero legale per formare un gruppo
autonomo nel Parlamento europeo. Onestamente non si capisce cosa tenga
insieme il camerata Robert e lo statista di «Fantastico». Per dire:
Iwaszkiewicz è favorevole all’uso estensivo della pena di morte. Ha un
socio di partito che attacca in pubblico le persone di colore
chiamandole con il loro vecchio nome di negri. E, in un’intervista che
ha fatto un certo scalpore, si è pentito di non avere ancora menato i
figli e la moglie, pur considerando altamente educative entrambe le
attività. Sulle mogli il socio da esportazione di Grillo coltiva
posizioni più progressiste di quelle dello Stato islamico: pensa che
debbano restare a casa per occuparsi dei figli e che una ripassatina di
sberle ogni tanto le aiuterebbe a ritornare con i
piedi per terra.
Nonostante questo, da gran signore qual è, sostiene di non avere mai
picchiato sua moglie nemmeno con un fiore (con un cactus probabilmente
sì), ma solo perché lei ha sempre rigato dritto. Quanto ai figli,
l’euro-stampella del Gabibbo Barbuto si pente di essersi limitato finora
a sculacciarli, quando menarli con metodicità sarebbe stato molto più
adatto a temprarne il carattere.
Rimane aperta la questione di fondo: un uomo che esprime posizioni
tutto sommato moderate riuscirà a convivere con un estremista come
Grillo che espelle i dissidenti e vuole cacciare i clandestini?
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