L’ALLARME
DI LANDINI: “REAZIONE SPROPOSITATA DELLA POLIZIA”. A TORINO MIGLIAIA
CONTESTANO IL JOBS ACT E LA GIORNATA FINISCE TRA SCONTRI E LACRIMOGENI.
Le
piazze si stanno riempiendo. Contro il Jobs Act, la manovra,
l’austerità. E anche contro Matteo Renzi. E la risposta rischia di
essere, stando alla denuncia fatta ieri da Maurizio Landini, quella del
manganello, classico riflesso condizionato. Il segretario della Fiom,
che ha chiuso un lungo e partecipato corteo della Fiom a Torino davanti a
una piazza in fuga sotto il lancio di lacrimogeni da parte della
polizia, non ha utilizzato mediazioni: “Una gestione come quella vista
in piazza non sta in piedi – spiega al Fatto – ho visto un’evidente
sproporzione tra quanto avvenuto e la reazione della polizia che giudico
ampiamente sproporzionata”. LA
MANIFESTAZIONE della Fiom che si è svolta ieri a Torino rappresentava
lo sciopero generale piemontese proclamato in preparazione della
manifestazione nazionale del 25 ottobre. Quella promossa dalla Cgil, ma
che vede la Fiom giocare un ruolo di primo piano. Il corteo ha preso il
via alle 9:30 da Porta Susa per concludersi intorno alle 12 in piazza
Castello.
In
testa alla manifestazione i lavoratori della De Tomaso, che non hanno
ancora un futuro occupazionale, e tantissime fabbriche dell’intera
regione. “È il corteo più grande degli ultimi venti anni” dice Federico
Bellono, segretario torinese della Fiom. Al corteo si sono accodati
anche un
centinaio di giovani dei centri sociali e studenti che, a differenza
della Fiom, volevano contestare il vertice dei ministri europei del
Lavoro che si concluderà oggi al Teatro Regio di Torino. Poco prima
dell’arrivo in piazza Castello, lo spezzone di coda ha cercato di
deviare il proprio percorso per dirigersi verso il vertice. Da lì, le
cariche della polizia e il lancio di lacrimogeni, giudicati eccessivi
dalla Fiom. “Non ce n’era alcuna necessità” dice ancora Landini. Le
cariche della polizia, infatti, si sono dirette verso il grosso del
corteo che, a quel punto, già entrato in piazza Castello, è stato
costretto a disperdersi. “Quello che mi viene da dire ancora
il segretario della Fiom – è ‘ma come vi permettete?’. Non so se c’è
una strategia preordinata dal governo ma sarebbe bene che le forze di
polizia si dessero una calmata”, aggiunge ancora il leader delle tute
blu. NEL
POMERIGGIO la Fiom ha avuto un incontro con la Questura torinese mentre
in mattinata lo stesso Landini ha guidato una delegazione di operai che
hanno incontrato il ministro Poletti. Il quale, riferendosi alle
proteste, ha lamentato “la scarsa informazione” che a suo parere
esisterebbe in merito alla riforma del lavoro. Il dato politico della
giornata torinese, però, è legato soprattutto a
quanto avvenuto il giorno prima a Bologna (e nelle stesse ore a Terni)
dove lo sciopero della Cgil ha riempito piazza Maggiore. “C’è una carica
in giro e una crescita consistente della mobilitazione. Il mio giudizio
– assicura Landini – è che il governo non ha il consenso dei
lavoratori”. La manifestazione di Roma del 25 ottobre, con queste
premesse, si annuncia molto partecipata. Le adesioni dai luoghi di
lavoro stanno crescendo ogni giorno che passa. Tanto che la Cgil ha
deciso di tenere due cortei, uno con partenza da piazza della Repubblica
e l’altro da piazzale Ostiense. Entrambi confluiranno in piazza San
Giovanni.
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